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La questione dei missili a lungo raggio è una grana per Scholz. Ecco perché

Il cambio di passo da parte di altri Paesi occidentali mette in crisi la posizione del cancelliere tedesco sull’invio di missili a lungo raggio all’Ucraina. Mentre montano le pressioni dentro e fuori dal Paese

Con l’arrivo della notizia del parziale via libera a Kyiv all’uso dei sistemi Atacms per attacchi in profondità contro bersagli siti in territorio russo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si trova in una posizione complessa: il leader del Paese mitteleuropeo si è a lungo opposto all’invio dei missili a lungo raggio all’invio di missili da crociera Taurus di fabbricazione tedesca all’Ucraina, per il timore che questa decisione avrebbe potuto favorire un’escalation nel conflitto in corso. Finché anche gli altri grandi Paesi partner dell’Ucraina si sono attestati su posizioni analoghe, per Scholz è stato facile mantenere questo indirizzo; ma adesso che Washington, Londra e Parigi hanno dato (almeno in parte) luce verde a Kyiv per l’utilizzo dei sistemi da loro forniti in attacchi in profondità, per Berlino la situazione si fa più complessa. E anche se un portavoce del cancelliere ha ribadito lunedì che la posizione del governo sulla questione rimarrà immutata nonostante le scelte prese dai Paesi alleati, nelle ultime ore le pressioni interne (e non solo) per un cambio di policy si stanno accumulando.

Robert Habeck, attuale ministro dell’Economia e candidato dei Verdi alla carica di cancelliere nelle elezioni indette per il prossimo febbraio, ha dichiarato che in caso di vittoria si adopererà per inviare i Taurus all’Ucraina se dovesse uscire vincitore dalla competizione elettorale. Mentre l’europarlamentare del partito liberale Fdp Marie-Agnes Strack-Zimmermann, ha osservato che i Verdi, il partito di opposizione Unione Cristiano-Democratica (Cdu) e il suo stesso partito sono tutti favorevoli alla fornitura di Taurus all’Ucraina, sottolineando come ora ci sia una “maggioranza numerica nel Bundestag” a favore di questa iniziativa. Esponenti di Fdp hanno dichiarato che il loro gruppo parlamentare sta discutendo se presentare una mozione al Bundestag per chiedere alla Germania di iniziare a inviare i Taurus. “Mentre Biden ha tracciato la strada giusta, il cancelliere si è trincerato dietro le quinte… senza curarsi delle conseguenze e senza una maggioranza parlamentare” è invece il commento rilasciato al Financial Times da Johann Wadephul, portavoce per la Difesa della Cdu. Sul piano degli esteri risalta la dichiarazione del capo diplomatico dell’Ue Josep Borrell, il quale ha detto di sperare che altri Stati membri dell’Ue seguano la decisione degli Stati Uniti di permettere all’Ucraina di colpire obiettivi in Russia.

Secondo gli analisti militari l’afflusso di sistemi Taurus negli arsenali di Kyiv aumenterebbe in modo significativo le capacità ucraine di infliggere danni alle forze armate russe. I Taurus sono dotati di un sistema di testate intelligenti in grado di garantire il massimo danno a strutture come ponti e bunker, e hanno una gittata superiore ai cinquecento chilometri. Ma gli stessi esperti militari sottolineano come l’impatto complessivo di qualsiasi dispiegamento di missili a lunga gittata sia legato alle aree in cui possono essere utilizzate. Se limitate al solo oblast di Kursk, come da disposizioni della Casa Bianca, le capacità a lungo raggio non cambierebbero significativamente le dinamiche della guerra: “La linea del fronte deve essere stabilizzata completamente, il che richiede attacchi in profondità lungo tutta la sua lunghezza”, ha affermato l’esperto di affari militari Mykola Bielieskov.



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