Le energie rinnovabili possono portare vantaggi operativi inaspettati. Il Phasa-35, in corso di sperimentazione da parte di Bae Systems, è un velivolo autonomo che si alimenta in volo grazie a pannelli fotovoltaici e batterie integrate nella sua struttura. Le possibili implicazioni per le attività di intelligence e comunicazione satellitare potrebbero rivelarsi cruciali negli scenari di domani
Nel panorama della tecnologia aerospaziale, la ricerca di soluzioni che sfruttino l’alta quota per applicazioni di monitoraggio, comunicazione e sorveglianza ha fatto un passo in avanti significativo. Un team di ingegneri di Bae Systems ha infatti condotto con successo un esperimento volto a testare un nuovo Uav alimentato a energia solare, il Phasa-35. Il mezzo, progettato dalla controllata Prismatic Ltd, ha le carte in regola per essere utilizzato proficuamente in ambito sia civile sia militare.
Un velivolo fotovoltaico
Definito uno pseudo-satellite ad alta quota (High altitude pseudo satellite, Haps), in virtù delle elevate altitudini a cui riesce a operare, il Phasa-35 è un velivolo leggero a pilotaggio remoto che sfrutta l’energia solare per alimentare le sue funzioni. Con un’apertura alare di 35 metri, interamente ricoperta di pannelli fotovoltaici, il velivolo è stato in grado di autoalimentarsi per oltre ventiquattr’ore nella stratosfera, a una quota di 66mila piedi (circa 20mila metri), un’altitudine pari al doppio di quella a cui volano gli aerei di linea. Le batterie di cui è provvisto il Phasa-35 gli permettono di immagazzinare l’energia necessaria a coprire il fabbisogno energetico anche per il volo in notturna e i test collaudatori, che hanno avuto luogo presso lo spazioporto America nel New Mexico, hanno dimostrato le capacità operative estese del nuovo velivolo.
Commentando il successo nei test, Bob Davidson, ceo di Prismatic Ltd, ha affermato: “Queste ultime prove di volo rappresentano un significativo passo in avanti nel dimostrare le capacità di Phasa-35 nei campi di applicazione e un momento di grande orgoglio per tutto il nostro team. Ci stiamo impegnando per continuare a sviluppare Phasa-35 a ritmo sostenuto per poterlo rendere operativo già nel 2026”.
Intelligence h24
Di particolare interesse per quanto concerne le applicazioni per la Difesa è la capacità di carico del velivolo, pari a quindici chili. Durante il test, il Phasa-35 ha trasportato un sensore di Intelligence, sorveglianza e ricognizione attiva (Isr), noto come “software defined radio”. I possibili vantaggi derivanti dall’impiego di velivoli autonomi “rinnovabili” e caratterizzati da un’estesa (nonché virtualmente infinita) autonomia operativa sono molteplici. Il volo ad alta quota permette ai pannelli fotovoltaici di immagazzinare più energia solare rispetto a quelli basati a terra e l’alimentazione elettrica, unita alla ridotta superficie radar riflettente, contribuisce a rendere il velivolo meno rilevabile dalle strumentazioni avversarie. Ne consegue che un simile velivolo, operativamente autonomo, scarsamente rilevabile ed equipaggiato con strumenti Isr, può rappresentare un vantaggio ricognitivo non indifferente. Da ultimo, potendo manovrare all’occorrenza sotto alle coltri di nubi ed essendo progettato per inviare e ricevere dati da assetti orbitanti, il Phasa-35 potrebbe integrare i dati raccolti con quelli forniti dagli assetti di Intelligence satellitare. Inoltre, laddove le condizioni meteorologiche dovessero impedire o rendere inattendibile la cattura di immagini dall’orbita, l’impiego di assetti intermedi come il Phasa-35 potrebbe garantire la continuità del monitoraggio anche in simili condizioni.