Una delegazione governativa turco-qatariota visita Damasco nel primo venerdì senza Assad anche se gli analisti si chiedono, al-Jolani sarà in grado di governare la Siria?
Il ruolo che la Turchia e il suo alleato Qatar avranno sul futuro della Siria è sempre più chiaro. Dopo aver sostenuto i ribelli del regime di Bashar al-Assad, hanno mediato con Israele e Russia per la fuga del dittatore e la messa in sicurezza delle forze russe, che in queste ore si muovono lentamente incolonnate verso la costa siriana. Ma il sostegno di Turchia e Qatar, da sempre sponsor dei Fratelli musulmani e di tutta la galassia islamista in Medio Oriente, consentirà alle fazioni jihadiste di diventare partiti politici in grado di governare un Paese?
Il gruppo armato siriano di Ha’yat Tahrir al-Sham, guidato da Ahmed al-Sharaa, noto come Abu Mohammed al-Jolani, ora governatore dell’amministrazione di Damasco, ha bisogno di vedere il suo nome rimosso dalla lista dei gruppi terroristi degli Stati Uniti per poter andare avanti. Non bastano infatti le sue parole rassicuranti nei confronti della Comunità internazionale e del processo di moderatizzazione che ha portato il suo gruppo dal dissociarsi dall’Isis e dal passare da Jibha al-Nusra a Hay’at Tahrir al-Sham.
Secondo l’emittente al Jazeera, l’amministrazione Usa di Joe Biden sta cercando, in molti modi, di concentrarsi su ciò che Hay’at Tahrir al-Sham deve fare per avviare il processo di rimozione dalle cosiddette “liste dei terroristi” americane. Nel suo discorso alla Casa Bianca dopo la caduta di Assad, Biden ha affermato che il suo Paese ha diversi obiettivi su cui sta lavorando ora, che sono: Il sostegno agli alleati di Washington da parte dei vicini della Siria, l’assistenza per garantire la stabilità nella Siria orientale, il proteggere le forze americane esistenti da qualsiasi minaccia continuando la loro missione contro l’Isis e collaborare con tutti i gruppi siriani in un processo politico per stabilire una Siria indipendente e sovrana con una nuova costituzione e un nuovo governo al servizio di tutti i siriani.
“Rimarremo vigili”, ha aggiunto Biden, “e non abbiamo dubbi sul fatto che alcuni dei gruppi ribelli che hanno rovesciato Assad hanno precedenti di terrorismo e violazioni dei diritti umani. Abbiamo osservato le dichiarazioni dei loro leader negli ultimi giorni e stanno dicendo le cose giuste adesso. Ma man mano che si assumeranno maggiori responsabilità, valuteremo non solo le loro parole, ma anche le loro azioni”. Secondo l’emittente qatariota “i commentatori specializzati nella politica statunitense nei confronti della Siria concordano sul fatto che ci sono sei questioni fondamentali attraverso le quali Washington può giudicare il comportamento di Hay’at Tahrir al-Sham, che sono: Come si comporterà con Al-Qaeda e lo Stato islamico ? Hay’at Tahrir al-Sham ha rapporti storici con entrambe le organizzazioni. Il suo abbandono e il suo allontanamento dall’estremismo hanno inviato messaggi incoraggianti sulla sua tolleranza e pragmatismo, anche se rimane nella lista ufficiale statunitense dei “gruppi terroristici”. In un’apparizione davanti al comitato investigativo della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti sull’Afghanistan, il segretario di Stato Anthony Blinken ha affermato di “non essere sicuro” che il leader siriano, al-Sharaa, proteggerà le minoranze in Siria, e ha aggiunto , “Sono stato incoraggiato dal fatto che abbiano detto la cosa giusta, ma ciò su cui dovremmo concentrarci è dipende se stanno facendo la cosa giusta”.
Eppure la Siria, in questo momento isolata a livello internazionale, rischia di cadere in poco tempo in una crisi umanitaria senza precedenti. Le forniture di grano russo sono state sospese per incertezza sul nuovo governo e ritardi nei pagamenti. Lo affermano fonti russe e siriane citate dai media arabi. Ciò accade mentre due navi che trasportavano grano russo per la Siria non sono arrivate a destinazione. La Russia, il più grande esportatore di grano al mondo, era un convinto sostenitore di Assad e forniva grano alla Siria attraverso complessi accordi finanziari e logistici, aggirando le sanzioni occidentali imposte sia alla Siria che alla Russia.
I dati di spedizione mostrano che una nave, la Mikhail Nenashev, è ancorata al largo della costa siriana, mentre un’altra, l’Alpha Hermes, si sta dirigendo verso il porto egiziano di Alessandria dopo essere rimasta al largo della costa siriana per diversi giorni. Il Syrian General Establishment for Cereals Processing and Trade (Hoboob) era solito condurre gare d’appalto per l’acquisto di grano, ma si è sempre più affidato a una rete di intermediari internazionali per mantenere le forniture russe nonostante le sanzioni.
Da Damasco i segnali che arrivano non sono incoraggianti. Il neo premier Mohammed al Bashir, che nella sua prima apparizione pubblica è apparso seduto accanto ad una bandiera molto simile a quella usata dai Talebani in Afghanistan, in occasione del venerdì di preghiera ha tenuto un sermone nella moschea degli Omayadi di Damasco. Non è la prima volta che un leader politico islamista compie un atto del genere. Il defunto leader di Hamas, Ismail Haniyeh, era solito tenere il sermone del venerdì a Gaza quando era capo dell’amministrazione della Striscia.
Il primo venerdì senza Assad ha quindi visto arrivare a Damasco coloro i quali hanno messo il cappello su questa rivoluzione. Una delegazione turco-qatariota ha incontrato i vertici dell’amministrazione provvisoria nella prima visita ad alto livello di governi stranieri dal rovesciamento del regime di Assad. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il capo dei servizi segreti, Ibrahim Kalin, e il capo dei servizi di sicurezza dello Stato del Qatar, Khalfan Al- Kaabi, hanno incontrato al-Sharaa e al-Bashir. Ciò avviene mentre nel nord del forze del cosiddetto Esercito Nazionale Siriano, sostenute dalla Turchia, avanzano contro quelle delle Forze Siriane Democratiche, curde e alleate degli Stati Uniti. Per questo giovedì sera il Segretario di Stato Usa, Blinken, è volato ad Ankara perorando la causa dei curdi. Questi ultimi inoltre hanno fatto sapere di voler inviare una delegazione a Damasco per entrare nel futuro governo siriano.
Il vero problema è se proseguirà la lotta contro l’Isis. Ad oggi i loro uomini circolano liberamente nel Paese senza che nessuno li contrasti. Sui media siriani si parla di una cinquantina di gerarchi del passato regime uccisi in questi giorni dagli uomini dello Stato islamico. “Abbiamo visto il crollo completo della struttura di sicurezza siriana nei giorni scorsi – spiega a Formiche.net l’analista della Tv siriana al Youm, Ahmed Soltan – al momento l’Isis è ancora presente in Siria e in particolare in zone desertiche del nord e dell’est e sta traendo profitto dalla situazione così come della liberazione di centinaia di suoi quadri che erano detenuti nelle carceri di Assad. L’operazione di apertura delle carceri è avvenute senza alcun controllo dell’identità dei detenuti e questo ha permesso la liberazione di criminali comuni e terroristi”. Soltan avverte anche che “sui social usati dall’Isis leggiamo che esiste l’intenzione di approfittare di questa situazione di caos per ritornare a controllare le zone che in passato erano sotto il loro dominio”.
Desta forte preoccupazione anche il video che gira sui social, secondo quanto riportano i media arabi, che mostrano le bandiere dell’Isis sventolare a Latakia tra i ribelli che festeggiavano la caduta del regime. “Purtroppo la loro presenza tra i ribelli è una cosa naturale – prosegue l’analista – perché Ha’yat Tahrir al-Sham non è l’unico gruppo nel panorama dei gruppi armati dell’opposizione, ma ci sono tante altre formazioni che hanno una ideologia jihadista tra cui l’Isis”.
Questa situazione di caos interno mette in allerta i Paesi vicini. Per questo il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato all’esercito di prepararsi a rimanere in cima al versante siriano del Monte Hermon durante i prossimi mesi invernali. “A causa di ciò che sta accadendo in Siria, c’è un’enorme importanza per la sicurezza nel nostro mantenimento della vetta dell’Hermon e tutto deve essere fatto per garantire i preparativi dell’IDF nell’area, per consentire alle truppe di rimanere lì nelle difficili condizioni meteorologiche”, ha affermato Katz in una nota.
Preoccupati sono anche i membri della minoranza drusa in Siria. Temendo l’arrivo dei ribelli islamisti, un villaggio druso siriano ha chiesto di essere annesso a Israele, definendolo il “male minore”.
Un video che circola sui social media mostra un membro della comunità drusa nel villaggio di Hader, nella Siria meridionale, che chiede di essere annessi al versante israeliano delle alture del Golan. Parlando a una grande folla, l’uomo dice loro di considerare come vorrebbero che fosse il futuro dopo la caduta del regime: “Se dobbiamo scegliere, sceglieremo il male minore”.