Meloni e Mattarella insigniti di due onorificenze dai reali spagnoli, a dimostrazione della volontà di rafforzare le relazioni, non solo istituzionali. Molteplici i punti di contatto su temi primari, come manifatturiero, immigrazione, energia e Mediterraneo dove l’Italia gioca la carta Piano Mattei
Rafforzare i legami bilaterali (e personali) tra i vertici di Italia e Spagna, anche grazie ad eventi istituzionali e ad un forum economico e nella consapevolezza che i due paesi condividono alcuni temi strategici di interesse comune, primi fra tutti l’immigrazione, il dossier energetico, l’agricoltura.
Prosegue oggi la visita di Stato in Italia del re Filippo VI e della regina Letizia, ricambiando la visita del Presidente della Repubblica avvenuta nel 2021. Nell’occasione, viene conferito alla premier Giorgia Meloni la Gran Croce Isabella la Cattolica e al capo dello stato Sergio Mattarella l’Ordine di Carlo III. Non solo i reali hanno così celebrato a Roma il ventesimo anniversario del loro matrimonio, ma hanno inteso rafforzare i legami bilaterali anche grazie ad eventi istituzionali e ad un forum economico.
Il programma
Il programma prevede oggi come prima tappa la visita dei reali al Quirinale, ricevuti dal Capo dello Stato e successivamente a Villa Doria Pamphili per un pranzo offerto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Da un lato dunque un dialogo tra leader, dall’altro la possibilità di incrementare le relazioni economiche e politiche. In seguito, una cerimonia nell’Aula della Camera alla presenza di deputati e senatori, dove Felipe VI terrà un discorso: sarà la prima volta in assoluto di un monarca spagnolo davanti ai due rami del Parlamento italiano.
Infine due eventi: il business forum domani, giovedì, alla presenza di una folta platea di imprenditori italiani e spagnoli, al fine di potenziare i legami economici in un contesto globale sempre più complesso; la consegna a Napoli della laurea Honoris Causa al Re da parte dell’Università Federico II, in coincidenza con l’ottavo centenario dalla sua fondazione. Prima di questa visita le relazioni istituzionali fra Italia e Spagna hanno registrato altri appuntamenti nel 2024, come la visita del presidente della Repubblica a Gran Canaria nella seconda metà di settembre per il Vertice Cotec, che riunisce i capi di Stato di Spagna, Portogallo e Italia.
Le relazioni bilaterali
Con un tasso di crescita di almeno l’otto per cento l’anno, la presenza italiana registrata all’anagrafe consolare in Spagna va oltre le 300 mila unità, a dimostrazione di un flusso costante di provenienza italiana. A livello economico spicca un interscambio da 66 miliardi di euro, che fa della Spagna il quinto partner commerciale assoluto per l’Italia, ma anche il quarto mercato per le esportazioni italiane nel mondo, dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Inoltre l’Italia rappresenta il terzo mercato per la Spagna, a cui va sommata una buona relazione dal punto di vista degli investimenti e degli scambi culturali.
La presenza italiana in Spagna è significativa, come dimostrano i soggetti nostrani che in quel Paese lavorano a più livelli. Nel 2023 Intesa Sanpaolo ha fatto segnare il 50° anniversario del suo insediamento in Spagna, paese che è di fatto una delle sedi più importanti del network internazionale della Divisione IMI Corporate & Investment Banking. In quella circostanza lo scorso anno venne assegnato a Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo e membro del Consiglio dell’Associazione Bancaria Italiana, il Premio Tiepolo 2023, riconoscimento che dal 1996 valorizza l’impegno di personalità spagnole e italiane. Il premio è conferito dalla Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna e dalla Confederación Española de las Organizaciones Empresariales, sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia in Spagna.
I dossier comuni
Prima area di riferimento è quella energetica, non fosse altro perché entrambi i Paesi sono affacciati non solo sul Mediterraneo ma anche sul nord Africa. Appare evidente che, sempre di più, la diplomazia del gas che corre sull’asse Spagna-Italia-Algeria-Marocco influirà sui rapporti nel mare nostrum, sia per via del rimescolamento di strategie dopo la crisi energetica post invasione russa dell’Ucraina, sia per via delle scelte che andranno compiute sui nuovi giacimenti presenti nel Mediterraneo orientale (Cipro, Egitto, Israele). Sull’Africa l’Italia gioca la carta del Piano Mattei, strumento che lega svariati temi, tutti primari, come l’acqua, l’agricoltura, la sanità, l’energia e le infrastrutture.
In secondo luogo l’economia del mare, fondamentale per rafforzare il dialogo fra i due paesi e tra Confindustria e CEOE (Confindustria spagnola): lo scorso anno si è tenuto a Madrid il primo Forum Economico annuale in seno a BusinessEurope, occasione in cui le due organizzazioni imprenditoriali misero nero su bianco la volontà di un impegno congiunto presso le Istituzioni europee per riportare l’industria e la manifattura al centro delle politiche comunitarie. Il forum bilaterale avrà cadenza annuale proprio a fine di fare massa anche in Ue per salvaguardare la competitività dei singoli sistemi industriali.
L’immigrazione è un altro tema comune, dal momento che Gibilterra e Lampedusa nel recente passato sono stati grossi poli di ricezione per i flussi migratori. L’Italia come è noto ha registrato un crollo degli arrivi in virtù delle politiche decise dal governo, che inoltre sta lavorando sul modello Albania. In Spagna invece migliaia di rifugiati ogni anno usano la rotta marittima lungo la costa africana. I dati dello scorso settembre dicono che lì sono giunti 43mila migranti clandestini, facendo registrare un aumento del 59% rispetto ai numeri del 2023.
Infine l’agricoltura, su cui Mercosur è l’elemento maggiormente legato alla contingenza. L’accordo di libero scambio tra Ue e sudamerica è stato subito salutato dalla Spagna con favore, mentre in Italia il governo è stato da sempre più prudente per le conseguenze che potrebbero esserci sui settori produttivi italiani. Del tema si è discusso ieri in occasione di un incontro tra i ministri dell’Agricoltura di Italia, Francia, Spagna e Polonia con i vertici del sindacato degli agricoltori europei e delle cooperative agricole del Copa-Cogeca. Questi ultimi non si dicono contrari agli accordi commerciali, “ma questo è inaccettabile così com’è”.