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Un futuro strategico per la difesa europea. Le sfide secondo Kubilius

Con un mix di urgenza, visione e concretezza, Andrius Kubilius ha posto le basi per un dibattito cruciale sul futuro della difesa europea, sfidando l’Unione a superare le divisioni e a prepararsi per un ruolo di leader in un mondo sempre più complesso. Durante il suo intervento al Parlamento europeo, ha delineato tre priorità fondamentali: il sostegno all’Ucraina, il rafforzamento delle capacità difensive dell’Unione e un piano finanziario ambizioso per sostenere queste sfide

Sostegno all’Ucraina, potenziamento delle capacità difensive dell’Unione e necessità di finanziare adeguatamente questi obiettivi. Questi i tre pilastri fondamentali messi in evidenza da Andrius Kubilius, ex primo ministro lituano e nuovo commissario europeo per la Difesa e lo Spazio nel corso della prima riunione del sottocomitato per la Sicurezza e la difesa del Parlamento europeo, dove, durante la quale il commissario ha delineato la sua visione per il futuro della difesa europea, fatta di pragmatismo e di urgenza strategica.

Kubilius ha sottolineato come il primo passo cruciale sia l’adozione rapida del programma European defence industry programme (Edip), evidenziando: “È fondamentale raggiungere un accordo tra Consiglio e Parlamento per iniziare a implementare strumenti essenziali.” L’urgenza di preparare una risposta strutturata è chiara, soprattutto alla luce delle crescenti minacce, in particolare dalla Russia. “Dobbiamo essere pronti per le eventualità più estreme, inclusa una possibile aggressione russa contro membri dell’Unione Europea o della Nato,” ha affermato, aggiungendo che questo richiede una chiara comprensione dei pericoli a breve e lungo termine.

Nel breve periodo, Kubilius ha avvertito che “secondo l’intelligence tedesca, la Russia potrebbe essere pronta a un’aggressione militare prima del 2030” e ha sottolineato che l’economia di guerra russa consente al Paese di produrre equipaggiamenti militari con una velocità impressionante. Nel lungo termine, invece, il focus è sulla crescente influenza della Cina e sulle possibili conseguenze del cambiamento di priorità strategiche americane: “Gli Stati Uniti potrebbero non essere più in grado di mantenere la stessa presenza in Europa cui siamo abituati”.

Proseguendo, nuovo commissario europeo per la Difesa e lo Spazio ha criticato l’approccio incrementale adottato finora per lo sviluppo della difesa europea, proponendo invece un cambiamento radicale: “Dobbiamo abbandonare il gradualismo e adottare un approccio ‘big bang’. Le sfide che ci attendono richiedono azioni decisive e immediate.” Ha quindi indicato che l’Unione Europea non deve competere con la Nato, ma piuttosto supportare gli Stati membri nello sviluppo delle risorse necessarie per implementare i piani di difesa dell’Alleanza.

Un esempio concreto è la necessità di trasformare i target di capacità della Nato in un “Piano di output industriale”, chiedendo ai Paesi membri e all’industria di collaborare per soddisfare esigenze precise, come la produzione di 1.500 carri armati e 1.000 pezzi di artiglieria entro il 2030. “La nostra pianificazione deve essere incentrata su obiettivi chiari e scadenze ravvicinate,” ha dichiarato.

Il ruolo cruciale dell’Ucraina rappresenta il primo pilastro della strategia europea delineata da Kubilius. “Se falliamo nel sostenere militarmente l’Ucraina, le conseguenze saranno devastanti. Ci troveremo ad affrontare le contingenze più estreme ancora prima del previsto,” ha avvertito. Ha inoltre sottolineato l’importanza della guerra delle narrazioni: “Stiamo perdendo terreno contro la propaganda di Putin, che sostiene che l’Ucraina non può vincere. Dobbiamo rispondere con piani pratici e azioni concrete, non solo con dichiarazioni.”

Il terzo capitolo del discorso ha riguardato i finanziamenti per la difesa. Kubilius ha evidenziato che il prossimo quadro finanziario pluriennale (Mff), previsto per il 2028, non può essere l’unica fonte di risorse. “Abbiamo bisogno di trovare fondi aggiuntivi ora. La proposta di 500 miliardi per i prossimi dieci anni è un argomento sensibile, ma dobbiamo affrontarlo con determinazione,” ha affermato. Inoltre, ha sollevato il problema del ruolo della Banca europea per gli investimenti (Bei), che attualmente non finanzia progetti di difesa: “Dobbiamo trovare soluzioni e sbloccare questo potenziale”.

Al centro di questa visione strategica c’è il Libro bianco sulla Difesa Europea, che Kubilius ha descritto come “un’opportunità per definire le misure necessarie a preparare l’Europa alle sfide future.” Ha invitato a contributi sia formalmente che informalmente, dichiarando: “Siamo pronti per un ampio dibattito, raccogliendo idee da tutti i settori”.

Il suo appello finale è stato tanto pragmatico quanto ispiratore: “Le vacanze di Natale sono vicine, ma dopo qualche sera con le famiglie, è ora di chiudersi in ufficio e contribuire con idee. Il nostro tempo non è finito, sta appena cominciando”.

 


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