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Fentanyl, così la terapia del dolore abbatte i costi. Parla Mennini

I farmaci oppioidi sono la pietra angolare della terapia del dolore, che comporta vantaggi non solo fisici, ma anche economici. Per questo un loro uso corretto va difeso. Intervista a Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn presso il ministero della Salute

Gli oppioidi, famiglia alla quale il Fentanyl appartiene, hanno una loro valenza, anche economica, oltre che sociale. Di questo è più che certo Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn presso il ministero della Salute, interpellato da Formiche.net a margine del convegno presso la Terrazza Civita a Roma Fentanyl, fra sicurezza e salute: oltre l’emergenza, organizzato dalle riviste Formiche e Healthcare Policy.

Mennini parte dal valore della cosiddetta terapia del dolore per i malati, non solo quelli terminali. Campo in cui gli oppioidi rappresentano un valore aggiunto. “Questa terapia, il cui obiettivo è quello di tenere a bada lo stimolo doloroso, cronico e spesso refrattario, al fine di migliorare la qualità della vita del paziente, deve interagire su tre aspetti: l’impatto, come detto, sulla qualità della vita dei pazienti e sui costi per le famiglie degli stessi, secondo la possibilità di accesso a queste terapie, terzo il controllo dell’illegalità che spesso prolifera intorno a questi tipi di farmaci”, premette Mennini.

“Non dobbiamo mai dimenticare che la terapia del dolore è in grado di abbattere i costi, spesso molto elevati, a carico delle famiglie e del Sistema sanitario nazionale. Nel momento in cui abbiamo pazienti che grazie a questi farmaci, per esempio, migliorano la qualità della vita, riducendo il dolore, c’è la possibilità per le famiglie di dedicare più tempo alle proprie attività lavorative o alle proprie incombenze. E questo vale anche per gli stessi soggetti malati, che magari possono anche riprendere certe loro attività, nei casi meno gravi. Ecco, tutti questi sono vantaggi economici, in termini di costi, anche piuttosto netti”.

Il discorso si sposta poi sulla politica estera, che guarda dritta agli Stati Uniti, dove l’uso smodato del Fentanyl ha creato una vera e propria emergenza sociale, tanto da spingere la futura amministrazione repubblicana a paventare il ricorso a nuovi dazi globali sul farmaco. E qui Mennini, nel giorno in cui il presidente eletto Donald Trump ha scelto lo sceriffo della contea di Hillsborough (Florida), Chad Chronister, per guidare l’agenzia federale antidroga (Drug Enforcement Administration, Dea), non si tira indietro. “Il discorso è prematuro, non vedo un problema di dazi su questi farmaci, lo si affronterà al momento. E comunque si garantiscono sempre cure sul versante della terapia del dolore.

Per quanto riguarda l’eventuale carenza di farmaci oppioidi, “il ministero della Salute è assolutamente preparato per ogni evenienza. Ma, ripeto, al momento non intravediamo nessuna criticità”, spiega Mennini.

“In generale i farmaci, inclusi gli oppioidi – conclude – se prescritti in maniera appropriata, possono generare valore aggiunto, per tutte le questioni che ho indicato in precedenza. Ma qualora così non fosse, con un uso sbagliato e una prescrizione altrettanto sbagliata, allora i problemi prima o poi arrivano”.



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