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Firmato a Londra l’accordo per la joint venture sul Gcap. Tutti i dettagli

Il programma italo-anglo-nipponico segna un altro passo in avanti verso la sesta generazione. È stato firmato a Londra l’accordo per la costituzione della joint venture tra Leonardo, BAE Systems e Jaiec, che produrranno il caccia del futuro. Costituzione della società prevista per la metà del 2025, con l’obiettivo di far entrare in servizio il Gcap entro il 2035

La sesta generazione è sempre più vicina. Il Global combat air programme (Gcap) raggiunge un’ulteriore tappa del percorso che porterà Italia, Regno Unito e Giappone (e forse Arabia Saudita) a sviluppare il nuovo sistema aereo di sesta generazione. A Londra è stato firmato l’accordo che prevede la costituzione della joint venture tra Leonardo, BAE Systems e Japan aircraft industrial enhancement co ltd (Jaiec), che si occuperà di sviluppare e produrre i caccia e i sistemi del programma di nuova generazione. 

La nuova joint venture, che dovrebbe essere costituita entro la metà del 2025, sarà responsabile della progettazione, dello sviluppo e della consegna del caccia di nuova generazione e manterrà il ruolo di autorità di progettazione del Gcap anche oltre il 2070.

A firmare per Leonardo è stato l’amministratore delegato, Roberto Cingolani, il quale ha definito la data odierna “un giorno davvero bello” per tutti i partner. “Abbiamo capito che la pace deve essere difesa, e che difendere la pace ha un costo”, ha affermato l’ad della società di piazza Monte Grappa, sottolineando che “nessuno può farcela da solo” e che “è per questo che le sinergie e le collaborazioni tra i governi e le aziende sono fondamentali”. Tante le sfide, ricorda Cingolani, ribadendo che il caccia è solo una parte del programma, che include anche lo sviluppo di nuovi droni e sistemi di raccolta e analisi di dati. “Ciò vuol dire”, spiega Cingolani, “che centinaia di terabyte all’ora dovranno essere processati da un sistema computazionale molto veloce per prendere decisioni in tempo reale”. Si tratta di strumenti, precisa l’ad, “comparabili solo con le tecnologie spaziali più avanzate”. “Abbiamo appena iniziato”, ha concluso Cingolani, “ma c’è un futuro brillante davanti a noi”.

Soddisfazione espressa anche da Charles Woodburn, amministratore delegato di BAE Systems, che ha dichiarato: “L’accordo odierno rappresenta il culmine di mesi di collaborazione con i nostri partner industriali e testimonia il grande impegno di tutti coloro che hanno preso parte a questo programma di importanza strategica”. Sul versante giapponese, Kimito Nakae, presidente di Jaiec, ha affermato “perseverando nello spirito di solida cooperazione e collaborazione trilaterale che abbiamo finora sviluppato, oltre a completare il programma Gcap nei tempi previsti lo condurremo adun livello superiore a tutte le nostre aspettative”.

Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo, ha affermato “l’impegno a costituire questa jv, insieme alla costituzione del Gigo (l’organizzazione intergovernativa che gestirà il programma, ndr) è il passo fondamentale per arrivare ad avere un contratto di sviluppo a tutto campo nel futuro sistema di nuova generazione”. 

I numeri del Gcap

Ad oggi, tre Paesi e circa 9mila persone sono coinvolte nello sviluppo del Gcap, 3mila delle quali in Italia. Dal lato italiano, sono coinvolte le maggiori industrie della Difesa e dell’aerospazio, come Leonardo, Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia, oltre all’intera filiera nazionale composta da Pmi, centri di ricerca, università, start-up e controllate estere di Leonardo. Dal 2022 ad oggi, il Gcap ha già coinvolto circa 450 attori che fanno parte della supply chain nazionale, con un volume di quasi 200 milioni di euro orientato alla fase di ricerca e sviluppo. 

L’organizzazione intergovernativa Gigo

Il 14 dicembre i ministri della Difesa dei tre Stati partner hanno firmato il Trattato che istituisce l’Organizzazione governativa internazionale del Gcap (Gigo). L’accordo prevede che il programma si baserà sui principi di pari responsabilità e pari contribuzione finanziaria da parte dei rispettivi governi e che assicurerà ai tre partner la piena condivisione delle tecnologie, del know-how ed un’equa distribuzione geografica delle attività. Infatti, il primo direttore generale dell’organizzazione sarà giapponese e il primo amministratore delegato della joint venture sarà un italiano, mentre il quartier generale della Gigo e dell’azienda saranno ubicati nel Regno Unito.


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