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Dal computer quantistico di Google a Sora di OpenAI. Tutte le novità

Big G ha annunciato che grazie al microprocessore Willow sarà possibile ridurre di molto gli errori nel calcolo quantistico. Un obiettivo a cui si lavorava da decenni. Ora la sfida è azzerarli mettendo insieme più qubit, ma l’azienda si conferma pioniera nella materia. Così come OpenAI riafferma il suo ruolo nell’intelligenza artificiale con il nuovo modello Sora

Nel vedere in quanto (poco) tempo il suo nuovo chip ha risolto un calcolo per cui un computer classico impiegherebbe milioni di miliardi di anni, gli sviluppatori di Google saranno rimasti a bocca aperta. Appena cinque minuti, un qualcosa di inimmaginabile che tuttavia potrebbe diventare una consuetudine rivoluzionaria. Non oggi, non domani e nemmeno fra qualche mese. Probabilmente ci vorranno anni prima che il microprocessore Willow, questo il nome che l’azienda ha dato al processore costruito a Santa Barbara, potrà diventare uno strumento nelle mani delle persone. Ma con l’annuncio di lunedì Google ha accorciato la distanza e ha scritto una nuova pagina della “supremazia quantistica”, raggiunta a suo dire nel 2019, perché con Willow gli errori – una delle pecche principali del calcolo quantistico – sono stati fortemente ridotti.

A differenza dei calcoli “bit”, i classici che compiono ogni giorno i nostri tablet o smartphone che hanno solo due valori (1 o 0), con quelli “qubit” le capacità di calcolo aumentano a dismisura. Se con i primi le soluzioni sono solamente due, con i secondi sono molte di più. Questo grazie alla capacità di combinazione (o sovraesposizione) e l’entanglement (o collaborazione) che permettono di arrivare a risultati maggiori in tempi rapidissimi. Il vantaggio è enorme, va da sé, ma dietro si porta diversi problemi. Uno in particolare, il più importante: mettendo insieme più dati, il pericolo di incappare nell’errore è molto alto per via della velocità dell’interscambio. Più dati si mettono in correlazione, più aumentano le possibilità di errori. Correggerli è la sfida più importante, a cui Google sembra arrivare con Willow.

“Siamo riusciti a ridurli aumentando il numero di qubit ed è stata una sfida eccezionale da quando la correzione degli errori quantistici è stata introdotta da Peter Shor nel 1995”, ha sottolineato al Sole 24 Ore Sergio Boixo, Principal Scientist del Quantum Artificial Intelligence Lab di Google. Diverso il discorso sull’entrata in commercio del primo computer quantistico. “Se la domanda è quando sarà pronto allora dico subito che non ci siamo ancora”, precisa Boixo. “Abbiamo superato la soglia di correzione degli errori, ma non abbiamo ancora il computer tollerante agli errori. Abbiamo però ora due traguardi. Il primo è lavorare alla costruzione di questo computer. E per farlo il prossimo passo è lavorare a un qubit logico, cioè un transistor quantistico. Puntiamo ad arrivarci tra due o tre anni”.

Insomma, come sottolinea il quotidiano economico, il successo odierno di Willow è l’aver dato certezza che lavorare con più qubit senza generare errori è fattibile, un risultato su cui si stava lavorando da tre decenni. Quello del futuro sarà riuscirci con migliaia o milioni di qubit. Per ora, ha affermato il capo dell’unità Quantum AI di Google, Hartmut Nevem, “abbiamo superato il punto di pareggio”.

Quella di Google non è stata l’unica novità della settimana, iniziata da soli due giorni e già carica di sorprese. OpenAI ha infatti lanciato Sora, l’intelligenza artificiale che da un semplice testo può produrre un breve video. Era attesa da febbraio scorso, quando l’azienda di Sam Altman aveva rilasciato indiscrezioni in merito. Per ora è disponibile solo per gli abbonati a ChatGPT Pro e solo negli Stati Uniti e altri Paesi, in attesa che arrivi in Europa.

“È in grado di creare scene complesse con dettagli che riguardano i componenti principali della scena e del suo sfondo”, ha dichiarato il ceo dell’azienda nel presentarlo durante la Shipmas, una dodici giorni durante cui si susseguono annunci di prodotti in concomitanza con il Natale. “Il modello è in grado di comprendere l’esistenza di oggetti nel mondo fisico e interpreta accuratamente le istruzioni per generare personaggi convincenti che esprimono emozioni vibranti”. Per ora può creare clip da un minimo di 5 a un massimo di 20 secondi, in risoluzioni che variano da 480p a 1080p. Ma, perché no, nel futuro può diventare lo strumento preferito di video maker e registi.


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