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Il futuro dell’Italia (e dell’Ue) è la famiglia. Il seminario di Ditelo Sui Tetti

Una riflessione sugli interventi a favore della famiglia, in occasione del seminario promosso dal network Sui tetti. Sberna: “L’Europa ha dedicato grandi risorse al Green Deal, ma non possiamo dimenticare che il futuro del nostro continente si costruisce innanzitutto investendo sulla famiglia”. Menorello: “Il contributo offerto dalla Regione Lazio è essenziale e può rappresentare un faro per quanti potranno seguirlo”

Servono politiche che mettano al centro il “noi” e non “io”, attraverso una serie di iniziative come il quoziente familiare, il sostegno sussidiario alla famiglia e una vera attenzione alle fragilità, partendo dal modello Lazio che ha dato vita alla “Legge fattore famiglia” numero 3 del 25 marzo 2024 che ha istituito il fattore famiglia. Questa la richiesta ai decisori politici che arriva dal network di circa cento associazioni “Ditelo Sui Tetti” che ha messo in luce il rapporto tra l’esempio delle iniziative legislative del Lazio e l’occasione per una ripartenza in chiave nazionale della famiglia in occasione di un seminario. Le relazioni al convegno sono state precedute dai video messaggi di saluti istituzionali degli assessori regionali del Lazio, al bilancio Giancarlo Righini, e alle politiche familiari Simona Baldassarre. 

Famiglia player multiruolo

Punto di partenza è il ruolo sociale della famiglia, vero player multiruolo, oggi sotto attacco: “La famiglia ha pensieri lunghi e legami forti, mentre la società del consumismo vuole pensieri corti e legami deboli”, spiega Luisa Santolini, dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, consapevole che si rende necessaria una sorta di rivoluzione copernicana per rafforzare questo comune sentire grazie a varie iniziative legislative messe in campo secondo diverse sfaccettature, a partire dalle indicazioni emergenti dalle statistiche sui nuclei familiari, i figli e la coniugalità fino alle sensibilità rappresentate dalle singole formazioni sociali presenti, a cui spetta il compito educativo come i genitori e la scuola, passando per il ruolo dei nonni e per la condivisione delle fragilità.

“Il nostro scopo è quello di analizzare un possibile modello da imitare per liberare e valorizzare la prima risorsa umana e sociale – osserva Domenico Menorello, portavoce del forum “Ditelo Sui tetti” – al fine di compiere un doppio passo: da un lato circoscrivere il virtuosismo dell’iniziativa laziale, dall’altro mettere l’accento su un pilastro della società, non sempre valorizzato adeguatamente da interventi ad hoc. Non sfuggirà che la rinascita demografica è legata a doppia mandata alla famiglia, per cui si rende necessaria una presa di coscienza generale sul binario doppio dove questi due elementi camminano. In questo senso il contributo offerto dalla Regione Lazio è essenziale e può rappresentare un faro per quanti potranno seguirlo”.

La vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, ha inteso sottolineare come “l’Europa ha dedicato grandi risorse al Green Deal, ma non possiamo dimenticare che il futuro del nostro continente si costruisce innanzitutto investendo sulla famiglia. Servizi sempre più calati sui bisogni reali e politiche pubbliche che analizzino e siano resilienti con i mutati scenari sociali. È solo ripartendo dalla famiglia che possiamo costruire una società più forte e un futuro più prospero per i nostri figli”.

L’esempio del Lazio

Perché quella che è stata definita la prima risorsa umana e sociale, ovvero la famiglia, deve essere al centro delle politiche regionali e nazionali? Una prima azione specifica è stata posta in essere dalla Regione Lazio con la “Legge fattore famiglia” numero 3 del 25 marzo 2024: un impegno che è stato portato avanti dalla Regione nonostante la complessa situazione debitoria in cui versa il Lazio. Secondo Chiara Iannarelli, vicepresidente della Commissione lavoro, formazione e politiche giovanili del consiglio regionale del Lazio, la legge ha voluto “istituire il fattore famiglia, uno strumento volto a favorire politiche di sostegno alla famiglia, ottimizzare i contributi sociali e gli aiuti assistenziali, e garantire equità nell’accesso alle prestazioni sociali e ai servizi”.

Con questo strumento viene riconosciuto il ruolo sociale della famiglia, vengono ottimizzati l’uso dei contributi sociali e degli aiuti assistenziali anche sotto forma di garanzia ed equità nell’accesso ai servizi sociali. Inoltre viene promossa una distribuzione equa delle risorse per il welfare, in a cornice rappresentata dalla definizione del fattore famiglia: si tratta di un indicatore sintetico della situazione reddituale e patrimoniale delle famiglie, che integra l’Isee per migliorare le condizioni di accesso alle prestazioni sociali.

L’obiettivo nazionale

“Abbiamo voluto unire i puntini virtuosi di una magnifica filigrana di un umano tutto intero, che è aiutato dalla fondamentale esperienza familiare e va rimesso al centro dell’agorà politica e sociale del nostro paese – aggiunge Menorello – nella consapevolezza che va adottato un approccio più armonico, così come fatto dalla Regione Lazio: la famiglia non è un contenitore formale, ma va alimentato e sostanziato secondo leve sussidiarie, in quanto cella primordiale delle società”.

Sui numeri e sui riflessi oggettivi all’interno del concetto di famiglia ha relazionato Mario Bolzàn, ordinario di statistica dell’Università di Padova, secondo cui “il principale bisogno della famiglia sono le relazioni e quindi bisogna investire innanzitutto sulla coniugalità, mentre la valutazione sulle politiche deve essere sui risultati e non sulle prestazioni”. E ha concluso citando “uno studio francese”, dove “si dimostra che il benessere della famiglia è un indicatore del benessere della società”.

Alessandro Chiarini, Coordinamento nazionale famiglie con disabilità, ha messo l’accento su un altro aspetto rilevantissimo: “Quando la disabilità bussa alle porte della famiglia, le sfonda. Le politiche della disabilità vanno orientate sulla famiglia con disabilità. Capire bene il caregiver familiare, ad esempio, significa non confonderlo con la fisiologica generosità verso chi ha bisogno”.

Di nuova alleanza tra scuola e famiglia ha parlato Elena Fruganti, Staff famiglie del network Ditelo sui tetti, secondo cui “non deve mancare la libertà di scelta delle famiglie, che non può essere un diritto legato al censo”. E Giusy D’Amico, Staff educazione del network Ditelo sui tetti, si è soffermata sul peso specifico dell’educazione sessuale in seno alla relazione scuola-famiglia, ribadendo il ruolo non bypassabile della seconda.


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