L’India sta riducendo sensibilmente le sue importazioni di armi dalla Russia. Combattuta tra la tradizione non allineata e le sfide del mondo multipolare, Nuova Delhi cerca l’autosufficienza militare per non dipendere da altri e accrescere il suo ruolo di potenza, con l’obiettivo di entrare a far parte dei grandi
Nuova Delhi investe poderosamente sulla Difesa, ma come ogni buon investitore fa attenzione a diversificare gli asset. A fare le spese maggiori di questa diversificazione è la Russia, il cui interscambio di materiali militari con l’India si è sensibilmente ridotto. Se nel 2009 la quota di armi di importazioni russa ammontava al 76% del totale delle importazioni indiane per la Difesa, nel 2023 quella stessa quota si era ridotta al 36%. Questa svolta fa parte di una più ampia strategia che Nuova Delhi sta mettendo in campo e che, ancora una volta, si muove nel solco del non allineamento.
La svolta strategica sulle forniture
Tutti i Paesi che aspirano a giocare un ruolo nella definizione dei prossimi equilibri globali stanno portando avanti programmi di riarmo e ammodernamento di industria e Forze armate. L’India non fa eccezione. Per mettersi al livello delle grandi potenze, Nuova Delhi punta su tre obiettivi principali: diversificare i fornitori per limitare la dipendenza dai singoli attori, rafforzare la propria industria nazionale e mantenere relazioni pragmatiche con partner tradizionali ed emergenti. Perché questa strategia abbia successo, un affrancamento parziale dalla Russia è inevitabile, visto l’affidamento massiccio che le Forze armate indiane fanno sugli equipaggiamenti di Mosca. Al di là delle forniture di lungo corso, risalenti all’epoca sovietica e consistenti in armi leggere e munizionamento annesso, si stanno ridimensionando anche gli accordi più recenti relativi allo sviluppo congiunto di nuove assetti come elicotteri multiruolo e caccia da combattimento. Questo alt è da ricondurre anche alla sempre minore affidabilità dei sistemi avanzati russi, su cui l’impatto delle sanzioni occidentali si è fatto sentire. Dall’altra parte, aumentano le collaborazioni e gli acquisti di sistemi di fabbricazione occidentale. È il caso dei caccia Rafale ordinati alla Francia e degli elicotteri Apache Chinook acquistati dagli Stati Uniti, nonché delle nuove partnership per lo sviluppo di sottomarini e Uav. La strada per l’autosufficienza industriale è ancora lunga, ma tramite questa strategia di diversificazione l’India potrebbe beneficiare dell’opportunità di studiare in comparazione sistemi diversi e spesso esplicitamente pensati per operare in contrapposizione gli uni con gli altri.
Dal non allineamento al multiallineamento
Nella sua storia, l’India ha sviluppato una tradizione diplomatica unica che ancora oggi trae i suoi insegnamenti dalla politica del non allineamento, sostenuta durante la Guerra fredda. In realtà, più che di non allineamento in senso strettamente isolazionista, sarebbe più corretto parlare di allineamenti multipli a geometria variabile. In quanto economia emergente e Paese più popoloso al mondo, avendo sorpassato la Cina nel 2023, l’India persegue un’azione esterna improntata alla pragmaticità e rifiuta collocamenti geopolitici basati esclusivamente su presupposti ideologici. Se da un lato Nuova Delhi riduce l’import di armamenti russi, perché ritenuti meno performanti di altri, la posizione indiana sull’Ucraina rimane equilibrata, come attestato dal fatto che non abbia mai condannato ufficialmente l’operazione militare speciale russa. Il rischio, a lungo andare, è che l’India si veda un giorno costretta a operare una scelta di campo che non vorrebbe compiere. Tuttavia, maggiore è la rilevanza dell’attore sullo scenario internazionale, maggiori saranno le pressioni perché si collochi in uno schieramento. Onde evitare che il subcontinente faccia la fine dell’isola di Melo, distrutta dagli ateniesi quando rifiutò di schierarsi nella guerra del Peloponneso, Nuova Delhi punta a rendersi abbastanza forte da non dipendere da altri e a non essere ricattabile. Questa strategia mediana può rivelarsi vincente per l’India, ma mantenere il bilanciamento in un’epoca multipolare potrebbe rivelarsi ben più difficile di quanto non fu nell’era bipolare.