L’India supera la Cina nelle offerte pubbliche per lanciare società in borsa (Ipo). Un’evoluzione ulteriore per Delhi, che segna un altro pezzo della competizione con Pechino per essere riferimento di Global South e Global North
Nel 2024, l’India ha superato la Cina come principale mercato asiatico per le IPO, acronimo internazionale di Initial Public Offer. Si tratta del processo attraverso il quale un’azienda decide di quotarsi in borsa per la prima volta, offrendo le proprie azioni al pubblico. Durante un’IPO, l’azienda vende una parte del proprio capitale agli investitori per raccogliere fondi, spesso per finanziare la crescita, espandersi in nuovi mercati o ripagare debiti.
L’IPO rappresenta una fase cruciale nella vita di un’azienda, trasformandola da privata a pubblica e permettendo agli investitori di acquistare una partecipazione nella società. Ed è per questo che il risultato indiano sta segnando una svolta nel panorama finanziario regionale e globale. Secondo i dati di Dealogic, l’India è diventata infatti il secondo mercato al mondo per raccolta di capitali, dietro solo agli Stati Uniti, con la National Stock Exchange of India che ha superato Nasdaq e Borsa di Hong Kong come principale piattaforma per nuove quotazioni per valore.
La forza di un mercato dinamico
Questa performance eccezionale è stata trainata da un rally pluriennale delle azioni indiane, che ha spinto molte aziende, tra cui Swiggy e Hyundai Motor, a sfruttare le alte valutazioni per quotarsi. “Non ricordo qualcosa di simile nella storia dello stock market indiano”, spiega una fonte che opera nel mercato finanziario internazionale, indicando (poiché parla liberamente, senza essere citata) che nei report di fine anno inviati ai suoi clienti l’indicazione di pensare all’India per lanciare l’attività in borsa è tra le priorità “top agenda” suggerite “a diversi clienti in procinto di fare queste step up, anche tra società italiane, che in generale potrebbero anche beneficiare di un ottimo quadro di rapporti Roma-Delhi”.
Il boom delle IPO è stato sostenuto da flussi domestici solidi e dalla “democratizzazione degli investimenti”, con sempre più famiglie che investono nei mercati azionari locali. Tuttavia, l’entusiasmo è accompagnato da cautela: la crescita del Pil indiano è rallentata al 5,4% nel terzo trimestre, il tasso più basso degli ultimi due anni, e gli investitori stranieri hanno ritirato oltre 13 miliardi di dollari dal mercato indiano tra ottobre e novembre. Una reazione automatica ai dati di outlook e ai consolidati.
Il confronto con la Cina
L’analisi delle Ipo indiane non può restare ferma al contesto finanziario, ma si allarga a un macro-tema di fondo: la competizione indo-pacifica con la Cina per essere il player regionale globale di riferimento. Ed è in questo confronto che il dato indiano acquisisce ulteriore importanza. La Cina ha registrato un calo dell’86% nel valore delle nuove quotazioni, scendendo da 48 miliardi di dollari nel 2023 a soli 7,5 miliardi nel 2024. Questo rallentamento è il risultato di un’economia debole e di regolamentazioni più restrittive, mirate a bilanciare i mercati primari e secondari, e soprattutto orientate al consumo interno — secondo dettami del Partito/Stato e alle volontà del leader Xi Jinping.
Nonostante un leggero miglioramento nei mercati grazie a stimoli fiscali e monetari introdotti a settembre, la pipeline di IPO cinesi rimane limitata. Hong Kong, il principale hub finanziario offshore della Cina, ha registrato un aumento dell’attività, con transazioni significative come la raccolta di 4 miliardi di dollari da parte di Midea. Tuttavia, il sorpasso dell’India evidenzia una svolta geopolitica e finanziaria che potrebbe ridefinire gli equilibri dell’Indo-Pacifico— dunque del mondo.
Un nuovo ruolo per l’India
L’emergere dell’India come leader nel mercato delle IPO è un segnale del suo crescente peso globale. In un’epoca in cui il dominio economico e tecnologico definisce le gerarchie globali, in maniera strettamente collegata alle dinamiche geopolitiche (e dunque anche di sicurezza), il successo finanziario di Delhi rafforza la sua posizione come attore centrale nel quadro indo-pacifico.
L’India si sta posizionando come punto di riferimento per l’Occidente — l’ipotetico “Global North” — oltre che per il cosiddetto “Global South”, in una competizione sempre più serrata con Pechino, che si riflette nelle tensioni sul conteso confine. La sua capacità di attrarre capitali e innovazione la pone come un modello per i mercati emergenti e un partner strategico per le economie avanzate.
“Nonostante i rischi legati alla volatilità dei mercati e al rallentamento economico, il dinamismo dell’India continua a sorprendere”, aggiunge un’altra fonte. Con un pipeline di offerte che si prevede robusta anche nel 2025, ragiona un professionista che si occupa di geopolitical risk per strutture finanziarie, l’India è pronta a “consolidare il suo ruolo di leadership finanziaria e a dettare nuove regole in un settore strategico cruciale per la geopolitica del futuro”.