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Irini-MarCom, la sicurezza marittima come fattore di complementarità Ue-Nato

La complementarità tra Irini e Marcom non è solo una questione operativa, ma una dichiarazione di intenti sul futuro delle relazioni transatlantiche: ecco il messaggio da Shade Med 2024

Ue e Nato navigano insieme le acque caotiche delle relazioni internazionali attuali. La tredicesima edizione della conferenza “Shared Awareness and De-confliction in the Mediterranean” (Shade Med), tenutasi a Roma, alla base di Centocelle, ha confermato il ruolo di forum strategico per affrontare le principali sfide della sicurezza marittima nella regione mediterranea. La crescente rilevanza della cooperazione tra Unione Europea e Alleanza Atlantica in un contesto geopolitico sempre più complesso è ciò che esce come messaggio di fondo dell’evento, co-organizzato dall’operazione EuNavFor Med “Irini” e dal Comando Marittimo della Nato (Marcom).

Al centro del dibattito è emersa con forza la complementarità tra Irini e Marcom, presentata come un esempio tangibile del valore strategico della collaborazione tra l’Unione Europea e il blocco alleato. Il contrammiraglio Valentino Rinaldi, comandante di Irini, la missione europea che monitora l’embargo di armi sulla Libia, ha evidenziato come il Mediterraneo sia un crocevia strategico per traffici illeciti, commercio globale e infrastrutture digitali. “Con la guerra russo-ucraina, il conflitto a Gaza e in Libano e l’instabilità del Sahel, il Mediterraneo rimane un crocevia strategico tra i continenti”, ha detto Rinaldi, sottolineando l’importanza dello Stretto di Sicilia come snodo critico per la sicurezza marittima e la necessità di proteggere i cavi sottomarini, che rappresentano il 16% del traffico Internet globale.

Rinaldi ha descritto Shade Med come “un’occasione unica per esplorare insieme soluzioni basate su una consapevolezza condivisa del dominio marittimo e sulla cooperazione internazionale”, riaffermando il valore del dialogo multilaterale come pilastro per affrontare minacce complesse come il terrorismo, il traffico di esseri umani e armi, e le operazioni anti-nave nel Mar Rosso.

Il tema della complementarità tra Nato e Ue è stato centrale anche negli interventi di tutti i relatori. Il vice ammiraglio Didier Maleterre, vice comandante di Marcom, ha definito l’Unione Europea “un partner essenziale e unico per l’Alleanza Atlantica, e viceversa”. Maleterre ha inoltre sottolineato come il conflitto in Ucraina abbia trasformato il panorama della sicurezza globale, creando interconnessioni tra Mediterraneo e Indo-Pacifico. “La guerra in Ucraina ha ampliato la sua portata geografica, intrecciando nuove sfide marittime tra il Mediterraneo e l’Indo-Pacifico”, ha spiegato, accennando alle attività emergenti di Cina e Russia in Nord Africa.

Come evidenza Agenzia Nova, Ariella Viehe, direttrice delle operazioni presso il quartier generale della Nato, ha ampliato questa visione, parlando di una cooperazione strategica tra Russia e Cina in Nord Africa che richiede agli alleati “di ripensare le loro strategie di sicurezza”. Viehe ha sottolineato il rischio crescente rappresentato da attori non convenzionali come la Corea del Nord e gli Houthi, che operano nel Mar Rosso, e ha ribadito la priorità della protezione delle infrastrutture critiche. “Le crisi e le guerre non finiscono a terra, ma ci colpiscono attraverso i mari e a livello globale”, ha detto nei suoi remarks, aggiungendo che la sicurezza marittima non può essere separata dalle più ampie dinamiche geopolitiche.

Dal lato europeo, Alison Weston, vice direttrice per la politica di sicurezza e difesa dell’Ue, ha parlato dei progressi compiuti grazie allo Strategic Compass del 2022, che ha rafforzato la capacità dell’Ue di agire in modo più incisivo nel campo della difesa. Weston ha annunciato il lavoro su un “Patto per il Mediterraneo”, mirato a rafforzare la cooperazione con i Paesi della regione.

“Il Mediterraneo è un ambiente strategico cruciale, un punto di intersezione per molteplici sfide e minacce alla sicurezza”, confermando una ritrovata centralità che il bacino ha nella visione geopolitica della nuova Commissione europea, che dedica proprio un commissario specifico per il Mediterraneo, ruolo affidato alla croata Dubravka Šuica.

Come ogni anno, Shade Med non è stato solo un momento di confronto, ma anche un’occasione per interpretare l’orientamento della bussola strategica, e quest’anno più che mai il Nord era puntato sul valore di una cooperazione che potrebbe essere centrale nel contesto geopolitico futuro. Sebbene non esplicitamente menzionato, il rafforzamento del coordinamento tra Nato e Ue assume infatti una rilevanza particolare alla luce dell’imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che potrebbe adottare un atteggiamento più severo nei confronti degli alleati europei, soprattutto in merito al rispetto dell’impegno del 2% del PIL per la difesa.

In questo scenario, Shade Med offre un esempio concreto di come l’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea possano dimostrare il loro valore reciproco attraverso un approccio complementare. La sicurezza marittima, al centro delle priorità discusse, si rivela infatti un banco di prova per la capacità delle due organizzazioni di affrontare congiuntamente sfide che spaziano dal traffico di esseri umani alla protezione delle infrastrutture critiche.

La maritime security, tema tecnico dell’evento, non riguarda solo il Mediterraneo, ma si collega a dinamiche globali, come evidenziato dalle crescenti tensioni nel Mar Rosso e dagli effetti delle guerre in corso. Shade Med ha mostrato ancora una volta come il dominio marittimo rappresenti non solo una sfida operativa, ma anche un’opportunità per rafforzare la cooperazione internazionale, rendendo il Mediterraneo un laboratorio per nuove strategie condivise.

La complementarità tra Irini e Marcom non è quindi solo una questione operativa, ma una dichiarazione di intenti sul futuro delle relazioni transatlantiche e sul ruolo centrale della sicurezza marittima nelle dinamiche geopolitiche e geoeconomiche globali.


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