Lo storico accordo tra Unione europea e Paesi del Sudamerica proietterà le aziende italiane in uno dei più grandi mercati liberi del mondo. E anche le industrie dell’agroalimentare non hanno nulla da temere
L’operazione non è di quelle che passano inosservate. Non è più notizia ormai, ma la sua portata forse sì. L’Unione europea e il Mercosur, l’associazione regionale che riunisce Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (il Venezuela ne è membro sospeso), hanno concluso nei giorni scorsi e proprio nelle ore che precedono la seconda visita in Italia del presidente argentino, Javier Milei, il loro accordo di libero scambio, un’intesa su cui si negoziava da oltre due decenni per eliminare in tutto o in parte le reciproche barriere commerciali. E lo scorso venerdì Ursula von der Leyen è volata a Montevideo per porre il sigillo politico dell’Ue sull’accordo.
Di che si tratta? Nella sostanza, l’intesa promette di eliminare o ridurre fortemente gli ostacoli che impediscono alle imprese di Ue e Mercosur di operare liberamente nei reciproci mercati: esportando prodotti verso l’altro blocco, partecipando a gare d’appalti e così via. Ne dovrebbe nascere così la zona di libero scambio più imponente del pianeta, qualcosa di decisamente competitivo con gli altri mercati unici, o presunti tali, del Sud Est asiatico, a baricentro cinese si intende. D’altronde, i Paesi coinvolti assommano nel complesso oltre 700 milioni di cittadini. In altre parole, le imprese europee guadagnano l’accesso progressivamente senza limiti al mercato dei quattro Paesi sudamericani, sin qui altamente protetto.
Fonti della Commissione europea, poi, in queste ore hanno contribuito a dare la cifra dell’intesa a monte dello spazio unico tra Ue e Sudamerica, soprattutto sul versante italiano. Ad oggi, tanto per cominciare, l’Italia e il Mercosur intrattengono strette relazioni commerciali, dell’ordine di 1,2 miliardi di avanzo commerciale, 7,2 miliardi di esportazioni italiane e 6 miliardi di importazioni italiane. Tutto questo al netto, precisano le medesime fonti, del fatto che l’accordo eliminerà i dazi sul 91% di tutti i prodotti, a vantaggio praticamente di tutte le esportazioni italiane.
Il comparto più direttamente esposto è comunque l’agroalimentare. Qui i dubbi degli agricoltori italiani non sono mancati, soprattutto per quanto riguarda la manodopera sudamericana, decisamente meno cara di quella tricolore e che rischia di impattare sul prezzo finale dei prodotti e dunque sulla concorrenza. Attualmente, poi, i prodotti agroalimentari, settore in cui l’Italia è molto competitiva, rappresentano solo il 5% delle esportazioni totali dell’Ue nel Mercosur, a causa dei dazi proibitivi e di altre restrizioni oggi in vigore nei paesi dell’area latina. Ma ora tutto questo, chiariscono dalla Commissione Ue, sta per cambiare. In meglio.
L’accordo Ue-Mercosur eliminerà tali dazi, aiutando gli agricoltori italiani ad aumentare le loro esportazioni verso questa regione. Per i produttori, insomma, verranno progressivamente azzerate le tariffe imposte dai Paesi del Mercosur all’export di tutti i principali beni agro-alimentari: vini, liquori, latte e formaggi, olio d’oliva, pasta, biscotti. Attenzione però, perché in caso di turbolenze commerciali, è stata prevista anche un’apposita clausola di salvaguardia. Nell’accordo, infatti, le medesime fonti precisano come siano esplicitamente previste garanzie per 350 diversi prodotti con Indicazione geografica, vietando imitazioni esplicite o surrettizie e proteggendo i relativi marchi.
Anche altri segmenti dell’industria italiana, beneficeranno dell’intesa. Ad esempio, i dazi per il settore dei macchinari e delle apparecchiature elettriche saranno gradualmente eliminati per la maggior parte dei prodotti, consentendo agli esportatori italiani di competere in modo più efficace con altri attori globali, a vantaggio di un settore le cui esportazioni nei paesi del Mercosur nel 2023 ammontavano già a 2,99 miliardi. L’accordo rafforzerà poi la competitività delle imprese italiane nel settore automobilistico alle stesse condizioni, incrementando le esportazioni, che nel 2023 ammontavano già a 613 milioni.
Tutto questo, comunque, va nel segno di Mario Draghi. Il quale nel suo rapporto, ormai passato alla storia, sottolinea, come chiariscono dalla stessa Commissione europea, l’importanza della politica commerciale per aumentare la competitività e la sicurezza economica dell’Ue. E l’accordo di partenariato Ue-Mercosur dovrebbe rafforzare proprio la competitività delle imprese italiane, in linea con le raccomandazioni della relazione Draghi.