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Cosa faranno OpenAI e Anduril per il Pentagono

Accordo tra le due società per sviluppare una nuova tecnologia di intelligenza artificiale per il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Un altro segnale del rafforzamento delle collaborazioni tra pubblico e privato, ben evidenti quando si parla di droni

OpenAI, la società di Sam Altman che ha creato ChatGPT, ha annunciato una partnership con Anduril Industries, società hi-tech americana specializzata in sistemi autonomi. L’obiettivo è sviluppare assieme una nuova tecnologia di intelligenza artificiale per il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

L’obiettivo della partnership

In un comunicato congiunto diffuso mercoledì, le due aziende hanno dichiarato che l’accordo prevede la collaborazione tra le capacità di intelligenza artificiale di OpenAI, tra le più avanzate del settore, e i droni, le unità di rilevamento e il software militare di Anduril: in particolare, l’obiettivo è migliorare la tecnologia Anduril, utilizzata per rilevare e abbattere i droni che minacciano le forze americane e quelle degli alleati – strumenti che il Pentagono già acquista dalla start-up militare. Le due aziende non hanno voluto, però, condividere alcun dettaglio finanziario sui termini della loro partnership.

Il cambio di policy

OpenAI aveva vietato l’uso dei propri prodotti per qualsiasi applicazione militare fino all’inizio di quest’anno. Poi ha modificato le proprie politiche per consentire alcuni usi militari. L’azienda ha spiegato che, anche dopo la nuova partnership, la sua tecnologia non può essere utilizzata per sviluppare armi o per danneggiare persone o proprietà. Liz Bourgeois, portavoce di OpenAI, ha dichiarato che l’accordo con Anduril è conforme alle regole dell’azienda perché è strettamente incentrata sui sistemi di difesa dalle minacce aeree senza pilota. L’accordo non copre altri casi d’uso, ha aggiunto.

L’accelerazione dopo il drone in Giordania

Il Pentagono si sta rivolgendo sempre più a società come Anduril per questi droni. In particolare, dopo che un rapporto dell’esercito ha rilevato che il drone che a inizio anno ha ucciso tre militari in una base in Giordania probabilmente non era stato individuato e che nella base non esistevano armi per distruggerlo. L’accordo OpenAI-Anduril è l’ultimo di una serie di annunci recenti di aziende tecnologiche che intendono intensificare il loro rapporto con le forze armate. Questi annunci arrivano mentre il Pentagono sta cercando di utilizzare l’innovazione della Silicon Valley negli armamenti per dotare le forze americane e gli alleati di una tecnologia più potente, completa e accessibile, ha osservato il Washington Post.

Gli altri accordi

A novembre, Anthropic, concorrente di OpenAI e sviluppatore del chatbot Claude, ha dichiarato di voler collaborare con Amazon e con il fornitore di software Palantir per vendere i suoi algoritmi di intelligenza artificiale ai militari. Nello stesso mese, Meta, proprietario di Facebook, ha modificato le sue politiche per consentire ai militari di utilizzare la sua tecnologia di intelligenza artificiale open source.

La svolta

Sembrano lontani i tempi, era il 2018, in cui Google subiva pressioni per rifiutare di rinnovare un accordo per la vendita di tecnologia di riconoscimento delle immagini al Pentagono. “L’impatto di tecnologie come il software di riconoscimento delle immagini e i droni a basso costo sui campi di battaglia in Ucraina e a Gaza, nonché la crescente abilità tecnologica della Cina, hanno spinto alcuni giovani fondatori di start-up a creare aziende focalizzate sulle armi e sulla difesa, piuttosto che sui social media o sulle applicazioni di e-commerce come la generazione precedente”, scrive il Washington Post. Nella nota diffusa ieri OpenAI e Anduril hanno evidenziato che “l’accelerazione della competizione tra Stati Uniti e Cina nel progresso dell’intelligenza artificiale rende questo momento cruciale”. “Se gli Stati Uniti cedono terreno, rischiamo di perdere il vantaggio tecnologico che ha sostenuto la nostra sicurezza nazionale per decenni”, si legge ancora.

Le resistenze

Non tutti nell’industria tecnologica sono pronti ad abbracciare il lavoro con i militari, osserva sempre il Washington Post. Importanti ricercatori di intelligenza artificiale si sono uniti ai sostenitori del controllo degli armamenti per spingere per un divieto preventivo sulle armi abilitate all’IA, per il timore che le macchine diventino in grado di decidere autonomamente di uccidere gli esseri umani.


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