Un articolo sulla rivista Defence Industry Conversion in China, collegata a una struttura della Difesa cinese, analizza come poter compiere attacchi d’interferenza contro gli assetti navali americani. Pechino mostra le capacità teoricamente acquisite e mescola le carte davanti a Washington
Un recente rapporto cinese ha rivelato una lista dettagliata di obiettivi navali statunitensi, tra cui sistemi radar e sensori, che verrebbero attaccati in un potenziale conflitto futuro. La singolarità della pubblicazione di tali informazioni pone interrogativi sulla natura della mossa: si tratta di una dimostrazione di fiducia militare da parte di Pechino o di una strategia per confondere le acque e complicare le valutazioni avversarie?
La lista degli obiettivi, frutto del lavoro dell’unità di guerra elettronica dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), è finalizzata a un attacco coordinato contro i gruppi navali statunitensi, con particolare attenzione ai gruppi d’attacco delle portaerei. Secondo un ricercatore coinvolto nel progetto, i sistemi radar, sensori e infrastrutture di comunicazione militari statunitensi sono identificati con precisione, suggerendo che in caso di conflitto, tali elementi sarebbero bersagli di un fuoco concentrato da parte delle armi di guerra elettronica cinesi.
La fonte della rivelazione
La pubblicazione è apparsa sull’ultimo numero della rivista Defence Industry Conversion in China, supervisionata dalla State Administration of Science, Technology and Industry for National Defence. La rivista ha l’obiettivo di coinvolgere istituzioni e aziende civili nello sviluppo di tecnologie militari e nella produzione di armi, un segnale di come la Cina stia promuovendo l’integrazione tra settori civile e militare. Ma anche di che genere di racconto sta abbinando a questo coinvolgimento.
Nel rapporto, Mo Jiaqian, esperta di contromisure elettroniche appartenente all’Unità 92728 del PLA, ha approfondito il funzionamento del sistema Cooperative Engagement Capability (CEC) della Marina statunitense. Il CEC è un pilastro fondamentale per la difesa aerea e il sistema di allerta precoce delle flotte americane, poiché consente alle navi di condividere risorse di difesa aerea e intercettare missili anche senza rilevamenti diretti dai propri sensori.
Mo ha sottolineato come la conoscenza del sistema CEC possa offrire indicazioni essenziali per lo sviluppo di contromisure elettroniche più efficaci, utili sui futuri campi di battaglia navali cinesi. Va aggiunto che questo genere di informazioni Pechino potrebbe averle raccolta anche sfruttando le maglie tentacolari dello spionaggio, che anche in questo caso potrebbe coinvolgere civili — come dimostrano diverse vicende che recentemente hanno coinvolto l’uso di droni.
Dimostrazione di forza o mossa tattica?
La pubblicazione di informazioni così dettagliate e sensibili riguardo a studi, conoscenze e valutazioni rappresenta una novità con pochi precedenti. Se da un lato può essere letta come una dimostrazione di self-confidence da parte di Pechino, che ritiene di aver acquisito capacità tecnologiche e militari sufficienti per affrontare la potenza navale statunitense, dall’altro lato non si può escludere una finalità strategica: quella di confondere le acque.
Rivelare i piani può costringere gli Stati Uniti a rivedere le proprie difese e dottrine operative, generando incertezza e obbligando a un dispendioso adeguamento tecnologico. Tuttavia, il rischio per la Cina è altrettanto elevato: divulgare informazioni di questo tipo potrebbe dare indizi preziosi sulle capacità e vulnerabilità dell’apparato di guerra elettronica cinese, innescando un effetto boomerang.
Un messaggio a più livelli
In definitiva, la pubblicazione sembra rispondere a più obiettivi. Sul piano interno, conferma la volontà della leadership cinese di spingere per una maggiore sinergia tra il settore civile e quello militare anche adeguandola allo storytelling nazionalistico del Partito/Stato. Sul piano internazionale, l’informazione assume un valore politico e strategico, inviando un messaggio chiaro agli Stati Uniti e ai loro alleati: la Cina è pronta a sfidare apertamente la supremazia navale americana, almeno sul fronte tecnologico o informativo.
Resta da vedere se questa rivelazione rappresenti un segnale concreto delle capacità acquisite da Pechino o una mossa calcolata per alterare le percezioni strategiche degli avversari. In un contesto globale caratterizzato da tensioni crescenti, la pubblicazione di rapporti come questo alimenta ulteriormente il confronto tra le due potenze.