Crescente controllo filorusso sulle istituzioni del Paese, frodi elettorali e strategia ibrida di Mosca per influenzare il Caucaso e il Mar Nero, mettendo a rischio la prospettiva europea della Georgia. Questi i temi trattati dalla presidente georgiana in audizione al Senato
“La situazione in Georgia è grave, siamo in un momento cruciale degli sviluppi. Tutto ha avuto inizio prima delle elezioni, abbiamo visto progressivamente che il partito di Governo si è trasformato sempre più in un partito filorusso e ha creato le condizioni per uno Stato che verrebbe portato avanti secondo regole russe, con un controllo delle istituzioni che è diventato totale, fatta eccezione per la presidenza. Questo partito ha lo stretto controllo di tutte le istituzioni. Uno degli obiettivi principali del lavoro Ue in Georgia era consolidare l’indipendenza del sistema giudiziario, abbiamo avuto l’esatto contrario ovvero il totale controllo del sistema giudiziario”.
A fornire questa descrizione della realtà è la presidente della Georgia Salomé Zourabichvili, in audizione davanti alle commissioni Esteri e Politiche Ue del Senato per riferire delle prospettive europee della Georgia in merito alla Comunicazione 2024 sulla politica di allargamento dell’Ue. Prospettive tutt’altro che rosee: il governo del Paese caucasico ha infatti deciso unilateralmente di sospendere (anche se apparentemente in modo temporaneo) il processo di integrazione europea in seguito al’adozione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione non vincolante che respinge i risultati delle elezioni parlamentari del 26 ottobre in Georgia a causa di “significative irregolarità”.
“L’esito elettorale è stato massicciamente compromesso in modi diversi”, ha detto la Presidente Georgiana proseguendo nel suo discorso, “La verifica del documento identità degli elettori è stata effettuata manualmente, cosa che ha permesso alle persone di votare fino a venti volte in diversi collegi elettorali e non è stata rispettata la riservatezza. Poi si sono verificate forme più tradizionali di frodi elettorali, come la manipolazione di schede elettorali, intimidazioni, violenza nei vari seggi elettorali. Dopo le elezioni ci sono stati una serie di appelli da parte delle organizzazioni non governative ma nessuno ha avuto risposta. La situazione precedente dello stato di diritto in Georgia era già in condizioni difficili”.
“Queste elezioni per come sono state pianificate sono state di tipo russo. Sono stati presenti propaganti russi che ispiravano alcune delle decisioni anche per la preparazione delle elezioni”. I sospetti che dietro queste irregolarità nel processo democratico ci sia lo zampino di Mosca sono molto forti. D’altronde lo stesso “Sogno Georgiano”, già partito di governo e nuovo vincitore delle elezioni, negli ultimi mesi si è mostrato sempre più tendente verso Mosca anziché verso l’Occidente. Esemplare in questo senso è stata l’adozione della Foreign Agents Law, controversa norma ispirata ad una già promossa dal Cremlino e oggetto di forti critiche da parte della società civile georgiana, nonché di quella internazionale.
È la stessa Zourabichvili a rimarcare questo concetto: “La Russia, nel momento in cui non è riuscita a raggiungere il proprio obiettivo in Ucraina dopo due anni e mezzo, sta testando un’alternativa che è la guerra ibrida contro alcuni dei Paesi vicini e la Georgia è il primo terreno di prova. In Moldavia non sono riusciti a causa della diaspora moldava che ha rovesciato i risultati della propaganda russa. La Georgia è il terreno di prova successivo. Poi un altro terreno di prova sarà la Slovenia. Dovremmo preoccuparci del fatto che la Russia sta usando una strategia meno costosa e meno diretta, una strategia ibrida”. Strategia con cui la Russia cerca di recuperare il controllo sul Caucaso ma anche sul Mar Nero, dice Zourabichvili. “La Georgia per loro è un buon test perché aiuterà le autorità, che sono diventate delegate dei russi, a implementare i mandati e le regole russe”.