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Vi spiego cosa serve ai manager di domani. Parla Acciarri

La resilienza aziendale nel mercato globale passa dalla capacità del manager di leggere i dati, gestire il rischio e mantenere flessibilità operativa. L’Intelligenza Artificiale non è più solo un’opzione, ma un elemento imprescindibile per chi vuole guidare un’azienda e la formazione dei manager è fondamentale. Conversazione con Alice Acciarri, managing director di 24Ore Business School

La visione a lungo termine, la capacità di trovare il lembo della matassa in situazioni complesse. Alla base, la volontà di costruire il perimetro di leadership che possa – in tanti ambiti differenti – essere all’altezza delle sfide future. Le incognite del mercato nel contesto nazionale e globale, la capacità di cogliere le opportunità dell’Intelligenza Artificiale e l’esigenza di una formazione manageriale altamente qualificata. “Un manager moderno deve essere un orchestratore di innovazione, combinando analisi data-driven, tecnologie avanzate e un forte intuito strategico”, dice nella sua conversazione con Formiche.net Alice Acciarri, managing director di 24Ore Business School.

Acciarri, quali sono i punti alla base della formazione della nuova classe dirigente manageriale?

La formazione della nuova classe dirigente manageriale si basa su tre pilastri fondamentali: competenze tecniche aggiornate, soft skills e visione strategica. In un contesto globale, le competenze tecniche permettono ai manager di padroneggiare gli strumenti più avanzati e rilevanti, dalle nuove tecnologie al project management. Le soft skills, come la capacità di leadership, il problem-solving e la comunicazione, sono altrettanto cruciali per guidare team e affrontare situazioni di incertezza. Infine, la visione strategica garantisce ai futuri leader la capacità di leggere il mercato, anticipare le tendenze e prendere decisioni consapevoli. In 24Ore Business School lavoriamo per integrare questi elementi attraverso una didattica pratica e orientata al risultato.

In che modo il manager di domani riesce a garantire la capacità per un’azienda di resistere alle sempre più repentine variazioni del mercato, inteso come affaccio globale?

La resilienza aziendale nel mercato globale passa dalla capacità del manager di leggere i dati, gestire il rischio e mantenere flessibilità operativa. Questo significa sviluppare una mentalità agile, capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, ma anche saper fare affidamento su reti di collaborazione internazionali per anticipare trend e cogliere opportunità. Un manager moderno deve essere un orchestratore di innovazione, combinando analisi data-driven, tecnologie avanzate e un forte intuito strategico. Noi di 24Ore Business School formiamo i manager affinché siano in grado di navigare queste complessità attraverso un approccio multidisciplinare e case study basati su situazioni reali.

Di quali competenze, in questo momento storico, le aziende nazionali e internazionali fanno maggiore richiesta?

Le aziende cercano profili che coniughino competenze digitali avanzate con un solido background strategico e gestionale. Intelligenza artificiale, analisi dei big data, cybersecurity e sostenibilità sono temi centrali. Sul piano delle soft skills, invece, c’è una crescente domanda di leadership inclusiva, capacità di negoziazione e gestione del cambiamento. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, chi possiede queste competenze riesce a distinguersi e a creare valore per l’organizzazione.

Quanto può essere impattante realmente nella formazione dei futuri manager la conoscenza delle nuove tecnologie a partire dall’Intelligenza Artificiale?

L’Intelligenza Artificiale non è più solo un’opzione, ma un elemento imprescindibile per chi vuole guidare un’azienda. Comprenderne il funzionamento, le potenzialità e i limiti consente ai futuri manager di applicarla in modo strategico nei processi decisionali, ottimizzando le performance e riducendo i rischi. Non si tratta di formare tecnici, ma di dare ai leader del futuro le chiavi per utilizzare queste tecnologie come strumenti abilitanti, mantenendo al centro l’etica e l’elemento umano. Nella nostra Business School investiamo molto su questi aspetti, con programmi che integrano tecnologia, etica e strategia aziendale.

Quali sono, secondo lei, gli elementi distintivi di una formazione manageriale di qualità in un settore altamente competitivo come quello delle business school?

La formazione manageriale di qualità si distingue per tre fattori: metodo, esperienza e visione. Il nostro approccio si fonda sul learning by doing, che integra teoria e pratica attraverso project work, case study e laboratori. A questo si aggiunge l’importanza del networking: le relazioni costruite durante i percorsi formativi diventano risorse preziose per il futuro. Infine, vantiamo oltre 30 anni di esperienza, un elemento che ci permette di anticipare le esigenze del mercato e offrire percorsi sempre.



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