Due navi iraniane starebbero caricando carburante per missili in Cina. Pechino aiuta Teheran a sopperire alla mancanza industriale (prodotta anche dagli attacchi israeliani)? Come potrebbero reagire gli Usa e gli alleati? Nelle prossime settimane l’Indo-Mediterraneo potrebbe essere oggetto di operazioni contro le due imbarcazioni
Recenti rapporti di intelligence suggeriscono che la Cina potrebbe svolgere un ruolo chiave nel supportare il programma missilistico balistico dell’Iran, fornendo componenti chimici essenziali per la produzione di missili e incrementando notevolmente il livello di cooperazione militare tra i due componenti del gruppo CRINK (China, Russia, Iran and North Korea). Due navi battenti bandiera iraniana, la Golbon e la Jiran, sarebbero coinvolte nel trasporto di oltre 1.000 tonnellate di perclorato di sodio dalla Cina all’Iran. Questa sostanza è un precursore per la produzione di perclorato di ammonio, il principale componente del propellente solido per missili balistici, sufficiente a produrre carburante per circa 260 missili balistici a medio raggio.
La vicenda
Fonti di sicurezza occidentali citate inizialmente dal Financial Times, la Golbon è partita dall’isola cinese di Daishan il 21 gennaio con 34 container da venti piedi carichi di perclorato di sodio. La Jairan dovrebbe invece salpare all’inizio di febbraio con un carico di altri 22 container. Non sono previsti scali intermedi prima dell’arrivo nel porto iraniano di Bandar Abbas.
La tempistica della diffusione di queste informazioni suggerisce che potrebbe essere in preparazione un’operazione occidentale per fermare le navi Analisti spiegano però riservatamente che la pubblicazione di questi dati abbia lo scopo di influenzare l’opinione pubblica e preparare il terreno mediatico per un’eventuale operazione di interdizione.
Giovedì, il portavoce del ministero degli Esteri ha detto ai giornalisti, durante una regolare conferenza stampa a Pechino, che non era a conoscenza delle specifiche del caso, ma che la Cina ha sempre obbedito alle sue leggi sul controllo delle esportazioni e agli obblighi internazionali del Paese. Il portavoce ha aggiunto che la Cina ha continuato a opporsi a quelle che considera sanzioni unilaterali illegali.
Risposte e implicazioni
Dopo gli attacchi aerei israeliani dell’ottobre 2024, che hanno gravemente compromesso la capacità dell’Iran di produrre missili balistici — colpendo, secondo quanto riferito, strutture chiave presso il complesso militare di Parchin— è improbabile che queste spedizioni vengano lasciate arrivare a destinazione. L’operazione più probabile, spiega un’analisi di Eos Risk Group, sarebbe un’azione di “visita, abbordaggio, perquisizione e sequestro” (VBSS) condotta dalle forze navali occidentali, con squadre specializzate della Guardia Costiera statunitense o della Royal Navy britannica. Tali unità sono attualmente presenti per monitorare la sicurezza marittima dell’Indo-Mediterraneo, e dunque potrebbero essere attivate appena le due navi entrano nell’area dell’Oceano Indiano orientale – verso il Golfo.
La crescente cooperazione tra Cina e Iran è motivo di preoccupazione per le potenze occidentali. Pechino, che già durante la guerra Iran-Iraq forniva missili anti-nave di epoca sovietica, ha progressivamente migliorato il livello qualitativo del proprio sostegno, fornendo all’Iran tecnologia avanzata e supporto logistico. In cambio, la Cina beneficia di forniture di petrolio a prezzi scontati, con oltre il 90% del greggio iraniano destinato oggi al mercato cinese. Sul piano strategico, Pechino sfrutta questa alleanza per contrastare l’influenza degli Stati Uniti nella regione del Golfo – dove la Repubblica islamica è il principale nemico degli Usa e di alcuni dei principali alleati.
Rischi per la stabilità e la sicurezza dell’Indo-Mediterraneo
L’eventuale intercettazione della Golbon e della Jairan potrebbe innescare una reazione aggressiva da parte dell’Iran nello Stretto di Hormuz o nel Golfo di Oman, una regione già caratterizzata da forte instabilità. Potenzialmente, potrebbero essere attivati anche i proxy, con gli Houthi che – nonostante la fase di calma apparente – restano la principale minaccia nella regione.
Sebbene solo sul piano speculativo, è possibile ipotizzare che qualsiasi azione contro queste navi potrebbe portare a un aumento della minaccia contro le imbarcazioni commerciali, in particolare quelle battenti bandiera dei Paesi coinvolti nell’operazione – o alleati.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se le nazioni occidentali interverranno per intercettare i carichi e quali saranno le eventuali risposte iraniane.
(Foto: CentCom)