Stati Uniti e Cina si contendono il primato nella tecnologia quantistica, una rivoluzione destinata a ridisegnare la geopolitica globale e il futuro dell’ordine internazionale. Ecco perché
La corsa alla supremazia nella tecnologia quantistica rappresenta una delle sfide più decisive del XXI secolo, catalizzando una competizione serrata tra Stati Uniti e Cina. Mentre la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale ha catturato l’attenzione globale, la tecnologia quantistica si sviluppa con implicazioni altrettanto, se non più, profonde. E la competizione nello sviluppo di questa tecnologia, esattamente come nel caso dell’IA, è pregna di ricadute in termini geopolitici. In un articolo pubblicato su Foreign Affairs i tre autori Charina Chou, James Manyika e Hartmut Neven, tutti e tre esponenti della gerarchia di Google, offrono una panoramica complessiva della situazione.
La Cina, con un imponente investimento di 15,3 miliardi di dollari e il suo centro nazionale per la scienza quantistica, ha fatto passi significativi in questa direzione. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno risposto con il National Quantum Initiative Act del 2018 e con iniziative come il Quantum Development Group, cercando di mantenere la loro posizione di primato scientifico e tecnologico attraverso collaborazioni internazionali e finanziamenti mirati. Tuttavia, la competizione si gioca non solo sul piano degli investimenti, ma anche sulla capacità di attrarre e trattenere talenti, sviluppare supply chain affidabili e integrare ricerca accademica, industria e difesa.
La sfida quantistica si intreccia strettamente con la sicurezza nazionale, dato il potenziale della tecnologia di trasformare il panorama strategico globale. I quantum computer potrebbero un giorno compromettere i sistemi di crittografia più avanzati, rendendo vulnerabili reti e infrastrutture digitali critiche. Mentre la Cina si muove verso un consolidamento della sua influenza tecnologica in settori chiave, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali hanno intensificato gli sforzi per sviluppare standard di crittografia resistenti ai quantum computer e limitare l’accesso di attori autoritari a tecnologie sensibili. Al di là del dominio militare, le applicazioni quantistiche promettono impatti rivoluzionari in settori come l’energia, la salute e l’industria, ponendo la necessità di governance globale per evitare che il controllo della tecnologia cada in mani che potrebbero abusarne.
Oltre alla dimensione bilaterale tra Stati Uniti e Cina, questa competizione ha implicazioni per l’intero Occidente. Paesi come il Regno Unito, il Giappone, l’Australia e l’Unione Europea stanno cercando di posizionarsi come partner strategici, contribuendo con investimenti, competenze e infrastrutture tecnologiche. Tuttavia, la frammentazione degli sforzi occidentali e le sfide legate alla protezione della proprietà intellettuale e al trasferimento di conoscenze scientifiche potrebbero rallentare i progressi. La Cina, con il suo approccio centralizzato, sembra avvantaggiata nella capacità di dirigere risorse verso obiettivi strategici chiave. Questo ha spinto Washington a promuovere una maggiore collaborazione tra democrazie, come dimostrano i progetti congiunti nell’ambito del Quad, di Aukus e dell’Eu–Us Trade and Technology Council.
La competizione quantistica rappresenta più di una semplice sfida tecnologica; è una lotta per definire il futuro ordine globale. La leadership in questa tecnologia non solo determinerà chi controllerà strumenti di enorme potere economico e militare, ma plasmerà anche le regole per il loro utilizzo. Per evitare un futuro in cui autarchie tecnologiche dominano lo spazio quantistico, è cruciale che l’Occidente adotti una visione strategica condivisa, investa risorse significative e stabilisca norme che garantiscano l’uso responsabile di questa tecnologia. Solo così sarà possibile trasformare la competizione in un motore di progresso globale, anziché in un acceleratore di conflitti geopolitici.