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Genomica e geopolitica, come i dati genetici riscrivono gli equilibri globali

La genomica non è più solo una questione di innovazione sanitaria, ma un pilastro fondamentale per la sicurezza nazionale. Questo il filo conduttore dell’incontro “Sfide sanitarie e sociali: il ruolo della genomica” tenutosi oggi presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, dove esperti e rappresentanti istituzionali si sono confrontati sulle opportunità e le sfide legate alla cooperazione transatlantica in questo campo strategico

“La cooperazione transatlantica è fondamentale per massimizzare l’uso della tecnologica genomica”. Esordisce così Shawn Crowley, chargé d’affaires dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in occasione dell’appuntamento “Sfide sanitarie e sociali: il ruolo della genomica” tenutosi oggi presso l’Ambasciata americana. Occasione in cui lo stesso Crownley ha preannunciato che “il dipartimento del Commercio Usa guiderà un gruppo di aziende statunitensi che offrono tecnologie genomiche e genetiche in una missione commerciale in Italia durante la European human genetics conference”, che si terrà a fine maggio a Milano.

RAPPORTI USA-ITALIA FONDAMENTALI

Il contributo fondamentale della collaborazione tra i due lati dell’atlantico è stato evidenziato anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha definito “cruciale il ruolo della genomica”, così come “la quantità e la qualità dei rapporti bilaterali fra Usa e Italia nel settore della ricerca e, in particolare, proprio della genomica”.

PROTEGGERE I DATI

Ma affinché questa collaborazione sia efficace, il dato assume un ruolo di primaria importanza così come la sua condivisione fra “amici e alleati”, ha ricordato il ministro Schillaci. I dati hanno “un valore strategico per la sicurezza nazionale”, ha sottolineato Giorgio Mulé, vice presidente della Camera dei deputati che, approfittando della duplice competenza nel campo della difesa e in quello delle life science, ha posto l’esigenza di “usare nel modo più efficiente possibile i dati a disposizione” senza però mai dimenticare quanto sia altrettanto importante “proteggerli”. Ma “per farlo servono regole condivise tra Europa e Stati Uniti” ha concluso. Questa protezione guarda soprattutto oltreoceano, come ha ricordato Cindy Starns, Fbi Cyber assistant legal attaché dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America. “Il problema fondamentale in tema di sicurezza nazionale riguarda l’acquisizione illegale dei dati da parte della Cina, perché vengono utilizzati proprio per violarla”. Per cui la cyber-security diventa “fondamentale per proteggere i dati genomici”, ha sottolineato. Anche perché “quando la Cina non ha accesso ai dati, li ruba”, come dimostrato “dal recente attacco cinese contro l’infrastruttura di telecomunicazione statunitense, che non essendo stata scoperta per mesi ha permesso ai cinesi di continuare a raccogliere dati a cui non dovrebbero aver avuto accesso” ha aggiunto.

I RISCHI

Ma quali sono i pericoli di utilizzo dei dati, se in possesso di mani sbagliate? Al quesito ha risposto il generale Florigio Lista, direttore dell’Istituto scienze biomediche della Difesa: “Si va dall’identificazione delle persone alla manipolazione degli atti medici fino a un livello più strategico, come l’individuazione di aggressivi biologici prima che possano essere gestiti in maniera adeguata”, ha spiegato il generale. “Il tema della sicurezza dei dati è molto importante e non può essere trascurato”, ha aggiunto.

INVESTIMENTI STRATEGICI

“Investire nelle life science non è più solo un tema di salute, ma anche geopolitico, di difesa, di sicurezza nazionale, di politica estera e di sviluppo economico”, ha evidenziato Beatrice Lorenzin,  membro della commissione Bilancio del Senato e già ministra della Salute. “Vale per l’Italia e vale per l’Europa: se vuoi stare dentro lo schema ed essere competitivo devi giocare oggi le carte che avresti già dovuto giocare ieri. Per farlo bisogna capire che investire non è un costo, ma un investimento geostrategico come ci ha dimostrato il Covid e che avere leadership nel settore dell’applicazione delle nuove tecnologie alla scienza vuol dire essere leader a livello globale anche sul resto”, ha concluso.

RENDERE IL SISTEMA ATTRATTIVO E COMPETITIVO

A farle eco, Marica Nobile, managing director di Assobiotec, che ha affermato: “Sono tre gli elementi cruciali: talenti, infrastrutture e dati. Ma affinché questi rendano attrattivo il nostro Paese serve un sistema regolatorio che consenta al nostro ecosistema di esserlo davvero, con una reale interazione fra i vari elementi che lo compongono”. Sistema regolatorio che, però, deve riuscire a vincere la sfida del tempo, spesso imposta a causa della rapidità con cui evolvono le tecnologie emergenti. “Questo è un settore in cui le tecnologie, come ad esempio l’IA, avanzano con tale velocità, che i provvedimenti legislativi rischiano di essere già vecchi non appena sviluppati”, ha però sottolineato Stefano Moriconi, capo segreteria tecnica del ministero della Salute. La competitività del comparto “è fondamentale non solo per la salute ma anche per la sostenibilità sistemi sanitari e per la crescita del sistema industriale”, ha aggiunto invece Claudia Biffoli, direttore divisione biotecnologie e farmaceutica per le nuove tecnologie abilitanti presso il ministero delle Imprese e del made in Italy.


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