Skip to main content

Gli arcana imperii dietro la scarcerazione di Abedini. L’opinione di Cangini

Come disse Cavour, capita che gli uomini di Stato facciano cose di cui nella vita “civile” si vergognerebbero. Si chiamano arcana imperii e va bene così. L’opinione di Andrea Cangini

Tacito li chiamò “arcana imperii”. Si tratta di quella dimensione laterale e oscura all’interno della quale il potere costituito è libero di muoversi contraddicendo se stesso e compiendo azioni che mai potrebbero essere ammesse in pubblico. La liberazione dell’ingegnere iraniano residente in Svizzera Mohammad Abedini rientra a pieno titolo negli arcana imperii. E per quanto la dinamica dei fatti sia ormai palese, non è strano che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri del suo governo direttamente coinvolti (Carlo Nordio e Antonio Tajani) si ostinino a negare pubblicamente l’esistenza di un nesso tra la liberazione della giovane giornalista italiana Cecilia Sala e quella dell’ingegnere iraniano. Può sembrare ipocrisia, è semplice rispetto delle forme. Un modo per non rimarcare l’avvenuto cedimento al ricatto di un regime teocratico e dispotico (l’Iran) e il conseguente rifiuto di concedere l’estradizione del “terrorista” Abedini negli Stati Uniti, come esplicitamente richiesto da Washington.

Ovvio che la scelta sia stata comunicata all’amministrazione Biden, così come a Donald Trump, fino ad essere giocoforza condivisa. Ovvio che la decisione italiana non abbia reso felice il partner americano. Il quale, però, in passato non ha mancato di piegarsi ad analoghi ricatti pur di salvare la vita a propri cittadini. Traiamo l’elenco dei precedenti da un felice editoriale di qualche giorno fa del direttore del Foglio Claudio Cerasa.

Nel 2022 l’ex marine statunitense Trevor Reed, arrestato in Russia l’anno precedente con l’accusa di aver aggredito un agente di polizia, è stato scambiato con il pilota russo incarcerato negli Stati Uniti Kostantin Yaroshenko. Lo stesso anno, la giocatrice di basket americana Brittney Griner, arrestata in Russia per possesso di sostanze stupefacenti, è stata scambiata con un trafficante d’armi russo detenuto negli Usa, Viktor Bout. Nel 2024 gli Stati Uniti hanno ottenuto la liberazione della giornalista Evan Gershkovich, dell’ex marine Paul Whelan, della giornalista Alsu Kurmasheva e di altri detenuti in Russia in cambio della scarcerazione di diversi personaggi tra cui l’agente dei servizi segreti di Mosca Vadm Krasikov, condannato all’ergastolo in Germania per l’omicidio di un comandante ceceno a Berlino.

Con la Russia, dunque, i precedenti non mancano. Ma non mancano neanche con l’Iran. Nel 2023 cinque cittadini americani detenuti a Teheran sono stati rilasciati in cambio della liberazione di cinque iraniani detenuti negli Usa. Nel 2019 analoga sorte è toccata al ricercatore dell’Università di Princeton Xiyue Wang, liberato assieme ad altri cittadini americani in cambio della scarcerazione del ricercatore iraniano arrestato negli Stati Uniti per violazione delle sanzioni Massoud Soleimani e di altri sette iraniani… La lista dei precedenti potrebbe continuare. Il concetto è chiaro: come disse Cavour, capita che gli uomini di Stato facciano cose di cui nella vita “civile” si vergognerebbero. Si chiamano arcana imperii e va bene così.


×

Iscriviti alla newsletter