Nonostante il Piano sia a tutti gli effetti un’iniziativa italiana, Giorgia Meloni da sempre ha osservato che l’appoggio dell’Unione europea e di tutti gli Stati membri è fondamentale per garantire al Piano stesso un maggiore respiro e una interlocuzione produttiva ai fini degli obiettivi da raggiungere
Dalla presentazione al vertice Italia-Africa di Roma ai dialoghi multilivello durante la presidenza italiana del G7; dalle iniziative nelle sei aree tematiche strategiche ai nuovi Paesi-obiettivo annunciati dal presidente del Consiglio rispondendo al quesito di Formiche.net durante la conferenza stampa di inizio anno. Il punto e le prospettive sul Piano Mattei, uno strumento che sta catalizzando le attenzioni dei partners internazionali, Usa e Ue su tutti, e che Giorgia Meloni sta utilizzando come comun denominatore nelle sue missioni internazionali.
Perché il Piano Mattei
L’obiettivo del governo è quello di realizzare partenariati virtuosi, esportando iniziative e conoscenze in loco per favorire condizioni di vita più favorevoli e così sforzarsi di eliminare le cause che spingono molti cittadini africani a migrare verso l’Europa. È questo un passaggio che ha attirato l’interesse delle istituzioni europee, certe che dopo lo scarso impegno del recente passato, devono rafforzare l’attenzione verso l’Africa, lasciata in mano a super players esterni come Cina e Russia, che ne stanno condizionando politiche e posture. Per cui nonostante il Piano Mattei è a tutti gli effetti un’iniziativa italiana, Giorgia Meloni da sempre ha osservato che l’appoggio dell’Unione europea e di tutti gli Stati membri è fondamentale per garantire al piano stesso un maggiore respiro e una interlocuzione produttiva ai fini degli obiettivi da raggiungere. La traccia è quella di favorire un approccio che segua una comune crescita, favorendo la stabilizzazione dell’Africa con vantaggi anche per il Vecchio continente.
Dal Vertice alle missioni
Esattamente un anno fa il Vertice Italia-Africa ebbe il merito di svolgere una funzione comunicativa e informativa su scala globale, “raccontando” ai diretti interessati e alla platea di soggetti istituzionali coinvolti, direttamente o indirettamente, che cosa ha spinto il governo italiano a disegnare una strategia innovativa per l’Africa, con l’ambizione sia di cambiare il paradigma di azione, sia di provare a fare una scommessa in chiave costruens sul continente nero e non più solo “praedatorias”.
A Roma un anno fa per la prima volta la Conferenza Italia-Africa, che in passato si è sempre tenuta a livello ministeriale, venne elevata a Vertice, con la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo, dimostrando quando il governo tenga al rapporto con le Nazioni africane. Furono infatti presenti in Senato i vertici delle Istituzioni europee Ursula Von der Leyen e Roberta Metsola, l’Unione Africana rappresentata dal Presidente di turno Azali Assoumani, il Presidente della Commissione Moussa Faki, che è entrata a far parte del G20, il Vicesegretario generale dell’Onu, i vertici delle Organizzazioni internazionali, delle Istituzioni finanziarie e delle Banche Multilaterali di Sviluppo. Inoltre il Vertice fu il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio della Presidenza del G7.
Missioni e interventi
Come è noto, le aree di intervento sono risorse, materie prime, energia; agricoltura e pesca; alfabetizzazione e istruzione; acqua; digitalizzazione; impresa; dati sul lavoro; religioni; sanità; turismo; infrastrutture – trasporti. In questo senso va ricordato il ruolo delle imprese nell’economia complessiva del piano, come dimostra l’accelerazione data dal dialogo tra imprese italiane ed africane, accanto alla consapevolezza che la diplomazia della crescita è fondamentale per favorire relazioni bilaterali tra l’Italia e i 50 Paesi del continente africano. Il forum del maggio scorso alla Farnesina ha messo in risalto l’aspetto più legato al business, favorire un ponte tra imprese che porti un vantaggio reciproco, aumentando esponenzialmente l’interscambio, coinvolgendo un settore strategico come l’industria dello spazio, migliorando l’agricoltura, siglando accordi win-win. Senza dimenticare le maggiori interconnessioni delle reti di trasporto.
L’ultimo evento, in ordine di tempo, è in programma oggi a Tunisi dove il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e l’amministratrice delegata di Terna, Giuseppina Di Foggia, hanno presenziato alla presentazione del Terna Innovation Zone Tunisia, un progetto Terna di partenariato strategico tra Italia e Tunisia, per favorire innovazione e rafforzamento delle competenze nel settore energetico tunisino.
Il lavoro svolto
“In Africa e nel Mediterraneo si sta raccogliendo sempre maggiore consenso nell’interesse, non solamente italiano, verso il progetto italiano – ha osservato Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno facendo un bilancio – . Sono fiera della concretezza che il Piano Mattei sta dimostrando. Secondo me la concretezza è la chiave di volta di una cooperazione diversa, perché di iniziative generiche sull’Africa ce ne sono state in passato e ce ne sono molte, ma poi riuscire a dare continuità ed essere credibili senza dubbio fa la differenza. Tutti i progetti relativi ai primi nove paesi individuati dal Piano Mattei sono già avviati”. Il solco è quello tracciato dal G7, quando il summit dei leader ha immaginato come intrecciare il lavoro svolto dall’Italia con gli altri strumenti disponibili come il Global Gateway dell’Unione europea. L’obiettivo di Roma quindi è quello di mettere in relazione il più possibile il piano anche con i livelli cosiddetti superiori, “perché questo consentirebbe anche una strategia molto più ampia, sia da parte europea ma io direi anche da parte del G7”.
I progetti del 2025
La premier lo ha annunciato venti giorni fa, rispondendo al quesito di Formiche.net: le due grandi sfide secondo per il 2025 sono internazionalizzare ed europeizzare il piano, ovvero il lavoro che l’Italia ha cominciato a fare con il G7. Nello specifico ha spiegato che “la seconda sfida è ampliare il Piano Mattei e quindi individuare nuovi Paesi nei quali portare le nostre iniziative i nostri progetti. Attualmente i Paesi che noi abbiamo individuato per allargare il Piano Mattei sono Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. Questi saranno i nuovi Paesi nei quali il Piano Mattei nel 2025 opererà”.