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Incontro Tajani-Nafti. Tutti i progetti tra Italia e Tunisia

La visita del ministro degli Esteri tunisino alla Farnesina conferma il livello di partenariato tra i due Paesi, che hanno già ottenuto risultati incoraggianti alla voce migranti. All’orizzonte si lavora per organizzare il secondo incontro del Consiglio della cooperazione strategica italo-tunisina a livello di premier e un nuovo business forum che riunirà industriali e imprenditori di entrambi i Paesi

Un Paese amico, con cui continuare a collaborare fattivamente, nella consapevolezza che la cornice rappresentata dal Piano Mattei è non solo uno status quo di oggi, ma potrà rivelarsi un proficuo investimento per il futuro. Italia e Tunisia proseguono il cammino della collaborazione, dopo le passate interlocuzioni che hanno portato alla visita strutturata di Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Mark Rutte. Erano i giorni della progettualità legata all’emergenza migranti: oggi, a seguito di numeri incoraggianti che raccontano di un crollo degli arrivi, Roma e Tunisi danno inizio alla fase due dei loro rapporti.

Qui Farnesina

Di questo e di tanto altro hanno discusso alla Farnesina il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il suo omologo tunisino Mohamed Ali Nafti, consapevoli che i due paesi mostrano una “comune visione per la pace nell’area del Medioriente e del Mediterraneo”. Inoltre, ha assicurato Tajani, “lavoreranno per rafforzare il cessate fuoco e per cercare di avere una vera pace in modo che il Mediterraneo non sia più un mare di guerra”. Sono molto positivi i legami tra l’Italia e la Tunisia che negli ultimi 48 mesi hanno registrato un netto salto di qualità in ambito economico, migratorio e politico: proprio il passaggio sulla collaborazione con Bruxelles e la Ue secondo Tajani rappresenta un vero e proprio jolly, dal momento che Roma intende “essere un ponte tra Tunisia e Unione europea”. Gli accordi e i rapporti con la Tunisia, ha assicurato, sono un “modello per il resto continente africano”.

I punti in contatto

Migranti ed energia rappresentano due tematiche in cui i due governi procedono all’unisono. In primis perché, proprio in virtù del lavoro fatto negli ultimi due anni, è in piedi una oggettiva collaborazione per contrastare a trafficanti di esseri umani. In questo senso Tajani ha incassato le rassicurazioni di Nafti, che si è detto fortemente impegnato a rafforzare un partenariato con l’Ue che adesso “necessita di essere rivisto in modo oggettivo per arrivare a una nuova fase basata sullo sviluppo solidale, sul rispetto reciproco, in particolare sul rispetto della sovranità della Tunisia e delle scelte del suo popolo”.

La cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo è già intensa alla voce investimenti, turismo, economia, istruzione. Secondo il ministro tunisino “le università italiane sono diventate una destinazione ambita da parte di migliaia di tunisini, per diverse specializzazioni, tra cui quella scientifica, culturale, linguistica e medica, di questo andiamo orgogliosi, perché possiamo ampliare le nostre conoscenze”.

All’orizzonte si lavora per organizzare il secondo incontro del Consiglio della cooperazione strategica italo-tunisina a livello di premier e un nuovo business forum che riunirà industriali e imprenditori di entrambi i Paesi.

La chiave del Piano Mattei

In occasione della visita di Giorgia Meloni in Tunisia dello scorso aprile, la quarta in due anni e prima di un Consiglio europeo delicatissimo, erano state confermate le intenzioni progettuali del governo in loco: ovvero certificare una cooperazione ormai affermata tra Italia e Tunisia, tramite le firme su vari accordi, alla presenza di due ministri (Piantedosi e Bernini) e di un viceministro (Cirielli) e nella cornice rappresentata dal Piano Mattei.

L’obiettivo era ed è realizzare con le nazioni africane, Tunisia in primis, una “cooperazione su base paritaria e finalmente vantaggiosa per tutti”. Secondo le intenzioni del premier è questa la strada che porta a dei risultati concreti ed è questo il modello che è stato proposto e accettato da Bruxelles, rivendicando inoltre il fatto che mai prima della nascita del governo di destra del 2022, i vertici Ue avevano visitato un paese africano assieme ad un premier italiano.


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