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La Sec fa causa a Musk. Ma non ci crede nemmeno lei. Ecco i motivi

Nel mirino c’è l’acquisizione dell’ex Twitter, avvenuta nell’aprile del 2022 per 44 miliardi di dollari. Il tycoon non avrebbe comunicato in tempo l’operazione iniziale con cui ha rilevato il 5% delle azioni, risparmiando 150 milioni di dollari. Ma è una citazione in giudizio destinata a fallire nel giro di pochi giorni. Per un motivo: il ritorno di Donald Trump

Prima di lasciare la guida della Securities and exchange commission (Sec), Gary Gensler si scaglia contro Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo è stato citato in giudizio presso la corte federale di Washington Dc a causa dell’acquisizione dell’ex Twitter, oggi X, avvenuta nell’aprile del 2022 per un valore di 44 miliardi di dollari. La mancanza di Musk è stata quella di non comunicare tempestivamente l’acquisto del 5% della società, avvenuto prima di concludere l’intera operazione, ma solo 11 giorni dopo il limite massimo consentito. Il che gli consentì di risparmiare ben 150 milioni di dollari.

L’indagine della Sec è durata due anni e, tramite una lettera notificata al suo avvocato Alex Spiro, già il mese scorso Musk aveva ricevuto un ultimatum dall’ente federale che si occupa della vigilanza delle borse valori, con cui gli veniva chiesto di accettare un accordo o andare incontro a numerose cause “a breve”. Secondo il legale del tycoon, la citazione in tribunale “è l’ammissione che non sono riusciti a istruire una reale causa. Musk non ha fatto niente di male e tutti vedono questa farsa per quello che è”. L’agenzia, aggiunge, ha condotto “una campagna di molestie pluriennali”, partorendo però “una denuncia con un solo capo d’accusa”.

Attorno all’operazione miliardaria che ha portato Musk al vertice di X ci sono state moltissime indagini e cause intentate. Anche quella della Federal Trade Commission, che si interrogava se il social network avesse la forza di tutelare la privacy degli utenti nel momento in cui il nuovo proprietario aveva licenziato gran parte del personale. Quando nell’autunno del 2023 la SEC aveva chiesto a Musk di presentarsi per testimoniare, il capo di SpaceX ha impiegato un anno prima di farlo. In concomitanza alla decisione di un giudice federale di San Francisco, con cui respingeva la richiesta della SEC di sanzionare il tycoon, facendolo esultare.

Anche questo nuovo tentativo sembra destinato a fallire. In primis, perché Gensler è un capo dimissionario. Donald Trump, prossimo al ritorno alla Casa Bianca, avrebbe scelto Paul Atkins, un ex commissario della Sec e di stampo conservatore. Molto probabilmente archivierà la causa intentata dal suo predecessore, in quanto spetta a lui decidere se andare avanti o meno. Più che altro, sembra l’ennesimo tentativo da parte dell’amministrazione uscente di lasciare il segno prima di far posto a quella entrante. Con scarsi risultati. La sensazione è che molte delle decisioni prese da Biden all’ultimo minuto saranno sconfessate da Trump non appena tornato sulla Pennsylvania Avenue.

Guarda caso, come fa notare il New York Times nel dare la notizia, dopo la chiamata in giudizio della Sec non c’è stata neanche una conferenza stampa, solitamente indetta quando di mezzo ci sono personaggi di alto profilo come Musk. Né all’interno del comunicato stampa si trova un virgolettato di Gensler, come richiederebbe il caso. Come a dire: se non ci crede nemmeno l’accusa, è difficile andare fino in fondo.


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