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Leonardo svela Proteus, il concept del nuovo elicottero unmanned per la Royal Navy

Il dimostratore, il cui primo volo è previsto nel 2025, servirà a testare l’integrazione di capacità aeree unmanned sulle navi della Royal Navy, impegnata in un processo di modernizzazione che guarda al 2040. Design modulare, cicli a spirale e la possibilità di operare insieme a sistemi con equipaggio sono i punti forti del nuovo Uav di Leonardo

La Royal Navy britannica sta portando avanti un processo di modernizzazione che punta sulla progressiva implementazione di piattaforme a pilotaggio remoto. Mentre la Marina militare di Londra si appresta a ricevere un primo esemplare di cacciamine unmanned, Leonardo Helicopters ha svelato il design di un nuovo Uav ad ala rotante: Proteus. Sviluppato da Leonardo, in collaborazione con la Royal Navy e il ministero della Difesa britannico, il progetto rientra nella strategia di Trasformazione dell’aviazione di marina del Regno Unito, che punta a modernizzare le capacità di proiezione aerea di Londra fino al 2040.

Le tecnologie innovative di Proteus

Con un peso di circa tre tonnellate, il Proteus è stato sviluppato puntando sulle capacità autonome e su un design modulare, che permetterà di impegnare il velivolo in diverse configurazioni operative. Dall’aspetto molto simile a quello di un elicottero convenzionale, il Proteus incorpora componenti derivati dall’elicottero AW09 (sempre di Leonardo), come il sistema di rotore principale a cinque pale e il rotore di coda carenato. Sul piano della progettazione, Leonardo ha impiegato tecniche di sviluppo digitale avanzato, tra cui la creazione di un Digital Twin che servirà a testare e perfezionare le capacità operative senza la necessità di prove in volo reali. Questo sarà possibile mediante la realizzazione di modelli virtuali realizzati con IA e sistemi di Machine Learning. Inoltre, per la costruzione sono stati utilizzati materiali compositi avanzati e tecnologie di stampa 3D per oltre quaranta componenti, riducendo i costi e accelerando lo sviluppo rispetto ai programmi tradizionali. In particolare, il bacino di carico modulare offrirà ai comandanti uno strumento flessibile per la conduzione di varie attività operative, dalla ricognizione marittima alla guerra anti-sommergibile, riducendo la dispersione di mezzi ed equipaggiamenti. Il primo volo è atteso per la metà del 2025.

Il futuro dell’aviazione di marina unmanned

Il primo obiettivo del Proteus è quello di dimostrare le potenzialità di sviluppo per futuri sistemi autonomi imbarcabili di grandi dimensioni. Benché ancora in fase di sviluppo, l’annuncio dell’Uas segna un altro passo in un importante processo di modernizzazione per la Royal Navy, che da tempo ha deciso di puntare su capacità remote diffuse per intercettare la rivoluzione portata dai droni nei teatri operativi e per ovviare al problema del calo dei reclutamenti. La possibilità di impiegare velivoli unmanned di grandi dimensioni permette di risparmiare risorse e tempo altrimenti necessari per l’addestramento dei piloti, oltre a ridurre i costi di produzione e manutenzione. Da ultimo, la previsione di interazione tra sistemi crewed e uncrewed permetterà di integrare piattaforme diverse, anche nell’ottica della conduzione di operazioni multi-dominio.


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