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Perché Meloni non ha parlato di Sala con Trump a Mar-a-Lago

Per ragioni formali la premier e il presidente eletto non possono aver affrontato in maniera esplicita la vicenda della giornalista detenuta in Iran e di Mohammad Abedini, di cui gli Usa chiedono l’estradizione dall’Italia

Donald Trump non è ancora il presidente degli Stati Uniti, è il presidente eletto. Le leggi americane prevedono che fin tanto non è insediato alla Casa Bianca non possa occuparsi di dossier specifici. Quelli spettano al presidente in carica.

Per ragioni formali, quindi, nell’incontro a Mar-a-Largo con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, non può essere stata affrontata in maniera esplicita la vicenda di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta della autorità iraniane che ne propongono all’Italia lo scambio con Mohammad Abedini, l’ingegnere arrestato a Milano su mandato degli Stati Uniti, che ne aspettano l’estradizione per processarlo per sostegno al terrorismo dei Pasdaran. Potrebbe essere stata solamente citata da Meloni per sondare la reazione di Trump. Inoltre, a conferma del fatto che questo viaggio non sia stato dovuto al caso Sala c’è un elemento: l’invito di Trump a Meloni è giunto ancor prima della vicenda legata alla giornalista italiana.

Si è trattato di un evento informale, una visita a cui Trump non solo ha dato corso, ma ha fatto in modo che ci fossero il segretario di Stato in pectore, Marco Rubio, quello al Tesoro, Scott Bessent, e Tilman Fertitta, indicato dal presidente eletto come suo ambasciatore in Italia. Presenze molto importanti a cui si aggiungono quelle della sua capa di gabinetto, Susie Wiles, e del consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Waltz. “Grande alleata, leader forte”, così Rubio su Meloni quando è stato chiamato sul palco a Mar-a-Lago da Trump, secondo quanto riferisce su X il reporter del Wall Street Journal Alex Leary. L’incontro è stato organizzato dall’ambasciatrice italiana a Washington, Mariangela Zappia, che ha accompagnato la presidente Meloni alla residenza del presidente eletto Trump.

Per Trump, Meloni è “una donna fantastica” che ha “preso d’assalto l’Europa”, come ha spiegato dalla sua residenza. Assieme hanno assistito alla proiezione del documentario intitolato “Il dilemma Eastman: fare giustizia”, dedicato alle elezioni presidenziali del 2020, in cui si accusa il sistema giudiziario di aver preso di mira esponenti repubblicani tra cui John Eastman, legale di Trump che è stato accusato di essere il cospiratore per i suoi tentativi di impedire la certificazione dell’elezione di Joe Biden.

Secondo il New York Times, l’incontro di stanotte “rafforza le speranze dei sostenitori” di Meloni in merito alla possibilità di diventare “l’alleato di riferimento” di Trump in Europa. Il viaggio a sorpresa l’ha resa il quarto leader mondiale a incontrare Trump a Mar-a-Lago dopo la sua vittoria alle elezioni dello scorso 5 novembre: prima di lei lo avevano fatto il presidente argentino Javier Milei, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il primo ministro ungherese Viktor Orbán.

(Foto: @America, X)


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