Skip to main content

Asia, Africa, America Latina. Da dove passa l’espansione nucleare russa

Nonostante le sanzioni, Mosca consolida la sua leadership nell’energia nucleare, ampliando la cooperazione con Paesi emergenti e rafforzando la sua influenza geopolitica

Il pivot nucleare di Mosca non sembra essere prossimo alla fine, anzi. Nonostante il peso delle sanzioni, all’inizio del 2025 l’industria nucleare russa rimane tra le più performanti sul piano globale, con una capacità di espandere le sue operazioni ben oltre i confini della Federazione. I dati sull’occupazione relativi Rosatom, l’impresa statale specializzata in energia nucleare, offrono un quadro generale della dinamicità di questo settore: Rosatom rimane uno dei maggiori datori di lavoro in Russia, con oltre 400.000 dipendenti; l’azienda ha continuato ad attrarre nuovi talenti nel settore nucleare, con il 70% dei dipendenti assunti tra il 2023 e il 2024 di età inferiore ai quarant’anni, tra cui spesso i laureati di venti diverse strutture di ingegneria e tecnologia nucleare in tutto il Paese che operano in tandem con Rosatom. Dinamismo che non si riflette soltanto sulla dimensione interna, ma anche su quella internazionale.

Il 17 gennaio 2025 la Russia ha firmato un partenariato strategico con l’Iran per lo sviluppo congiunto di centrali nucleari. Tra i progetti discussi ci sono la costruzione di una nuova centrale e l’installazione di reattori modulari di piccola scala (Small Modular Reactor, o Smr), accordo sottolinea l’importanza della cooperazione nucleare all’interno della più ampia collaborazione tra Mosca e Teheran.

Il contratto per la costruzione di un altro Smr, con una capacità prevista di 330 megawatt, è stato firmato tra Rosatom e le autorità dell’Uzbekistan, mentre un altro reattore del genere è al momento in costruzione in Jacuzia, e sarà operativo entro il 2028. Progetti analoghi sono in fase di negoziazione con la Mongolia e altri paesi.

Rosatom è attualmente sotto contratto per costruire 40 impianti nucleari internazionali, di cui 25 già in costruzione. Tra i progetti più importanti si annoverano centrali in Africa (dall’Egitto allo Zimbabwe, dal Burundi all’Etiopia), Bangladesh, Vietnam e India. In Sud America, Rosatom ha aperto un Centro Operativo per l’America Latina a Rio de Janeiro nel 2015 e sta sviluppando un Centro di Ricerca e Tecnologia Nucleare in Bolivia, che offrirà trattamenti radioterapici e medicina nucleare. In Turchia, Rosatom sta realizzando la prima centrale nucleare del paese, un progetto da 20 miliardi di dollari che secondo le stime coprirà il 10% del fabbisogno energetico nazionale.

L’impegno della Russia nel settore nucleare si inserisce in una strategia più ampia volta a rafforzare le relazioni economiche con i paesi non occidentali, in particolare quelli del gruppo Brics. Mentre le democrazie occidentali hanno esitato nel perseguire l’energia nucleare dopo Fukushima, Mosca ha continuato a investire in questo settore, ottenendo un vantaggio strategico nel contesto della transizione globale verso un’energia decarbonizzata.

Grazie a un portafoglio di contratti decennali del valore di 200 miliardi di dollari e a un crescente interesse globale per l’energia nucleare, la Russia si posiziona come un attore chiave nella soddisfazione della crescente domanda energetica, in particolare in Asia, Africa e America Latina. Questo approccio non solo garantisce entrate significative per l’economia russa, ma rafforza anche le relazioni strategiche con i partner internazionali, consolidando ulteriormente il ruolo della Russia come leader globale nell’energia nucleare.


×

Iscriviti alla newsletter