Missione a Roma per la Commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Šuica: “L’Italia ha fatto un ottimo lavoro con il Piano Mattei, il miglior esempio di quello che noi come Europa faremo attraverso il nostro Global Gateway”. Tutti i dettagli degli incontri con il governo italiano, alla vigilia della partenza di Giorgia Meloni per l’Arabia Saudita.
La visita in Italia della Commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Šuica, è stata l’occasione (alla vigilia della partenza di Giorgia Meloni per l’Arabia Saudita) per fare il punto sui dossier aperti che vedono impegnata l’Italia: energia, Piano Mattei, fronte sud, migranti oltre ai casi di Gaza e Siria. E soprattutto registra la manifestazione di interesse di Bruxelles su due iniziative del governo italiano come il Piano Mattei e l’accordo italo-albanese sui migranti, questa la ragione per cui secondo il titolare della Farnesina l’Italia sarà “il perno della nuova strategia europea per il Mediterraneo”.
Qui Chigi
Nell’incontro a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni è stato toccato il tema del rafforzamento delle relazioni dell’Unione Europea con il suo Vicinato meridionale attraverso il Patto per il Mediterraneo, spiegano fonti italiane, “proposto dalla Commissione per dotare l’Unione Europea di un insieme coerente e strategico di partenariati con le Nazioni del Mediterraneo sul modello delle intese già avviate con Tunisia e Egitto e puntando su sviluppo economico e sociale, energia, sicurezza e gestione del fenomeno migratorio”. Per questa ragione il premier ha sottolineato la centralità dei temi energetici e il valore aggiunto del Piano Mattei anche nel contesto del Global Gateway dell’Unione europea. In secondo luogo hanno discusso dei temi demografici e del rafforzamento delle iniziative nazionali e europee a sostegno della genitorialità, della formazione e dell’accesso al lavoro delle giovani generazioni. Suica ha anche incontrato i ministri Antonio Tajani, Matteo Piantedosi e Eugenia Roccella.
Esempi per l’Ue
“Una buona idea per direttiva rimpatri e una soluzione innovativa”. Così Suica all’Ansa commenta la direttiva sui rimpatri, “quello che ci è stato chiesto di fare è lavorare su soluzioni innovative, e una di queste è il progetto Italia-Albania. Vedremo come evolverà la situazione giuridica ma questa è stata una delle idee innovative che avrebbe potuto aiutare non solo l’Italia, ma anche altri Paesi”. Ammette che a Bruxelles sono al lavoro per individuare “nuove soluzioni innovative, e questa era una, personalmente la sostengo”. All’orizzonte c’è un nuovo Patto su asilo e migrazione che entrerà in vigore nel 2026. “Dobbiamo accelerare, spero che entri in vigore prima”.
“L’Italia ha fatto un ottimo lavoro con il Piano Mattei – aggiunge – e quello che stiamo facendo è qualcosa di simile, ma a livello europeo” e ammette di aver scelto l’Italia perché lo ritiene il Paese che ha più interesse nell’area del Mediterraneo ed è “un Paese molto importante in questa regione”. L’impegno dei nuovi vertici europei è quello di essere maggiormente presenti nel Mediterraneo e il Piano Mattei dell’Italia è “il miglior esempio di quello che noi come Europa faremo attraverso il nostro Global Gateway”.
I nuovi progetti
Ma oltre la contingenza del modello-Albania e del Piano Mattei, Suica ha voluto mettere l’accento su una progettualità che investe il lato orientale del mare nostrum, con una particolare attenzione ad un Paese che da tempo è sinonimo di stabilità, come la Giordania, e con il quale da tempo anche l’Italia ha una fortissima relazione. Tra qualche giorno verrà siglato un nuovo accordo di partenariato dell’Ue con la Giordania, dopo quelli firmati con Egitto e Tunisia. Re Abdullah sarà fisicamente presente a Bruxelles per la firma. In aggiunta a ciò Suica ammette che l’Ue sta riflettendo sulla medesima azione da innescare con il Marocco, altro Paese interessante in chiave geopolitica, in attesa della sentenza della Corte di giustizia per il Sahara Occidentale.
Infine un passaggio sulla Siria, non ancora considerato un Paese sicuro dopo l’azione che ha chiuso la parentesi politica di Assad: i rifugiati siriani in tutto il mondo e particolarmente in tutta Europa rappresentano il prossimo fronte da monitorare, “ma in questo momento, non raccomandiamo ai rifugiati di tornare indietro perché non consideriamo la Siria un Paese terzo sicuro”, afferma. Il tema verrà affrontato il prossimo 27 gennaio in occasione del consiglio degli Affari esteri.