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Cosa dice il rapporto Iea sul futuro del nucleare e la sicurezza energetica globale

Nella sua ultima relazione l’Agenzia internazionale per l’energia mette al centro il nucleare di ultima generazione. La corsa delle grandi economie è partita e così l’atomo diventa la quintessenza dei nuovi equilibri energetici globali

Il 2025 sarà l’anno del nucleare? Con ogni probabilità, sì. D’altronde, che la transizione energetica passi per l’atomo di ultima generazione, oltre che per solare ed eolico, è ormai un concetto acquisito, anche dallo stesso governo italiano, soprattutto in ottica di indipendenza energetica e dunque, in ultima istanza, di risparmio in bolletta. Certo, di strada da fare ce ne è tanta, ma la rotta sembra essere tracciata. Almeno secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), che nella sua ultima relazione parla apertamente di nuova era del nucleare.

Il messaggio sotteso potrebbe suonare più o meno così: c’è spazio anche per il nucleare nella transizione energetica che le economie di tutto il mondo stanno portando avanti per accantonare una volta per tutte, e nel più breve tempo possibile, l’uso dei combustibili fossili, principali responsabili della crisi climatica. E dunque, stando alle previsioni dell’Agenzia per il 2050, anno in cui si auspica che le economie di tutto il mondo riescano ad azzerare le emissioni nette di gas serra nell’atmosfera, saranno soprattutto le fonti rinnovabili a soddisfare la domanda di energia elettrica. E il 10% di tale produzione potrebbe arrivare però proprio dal nucleare, che a differenza delle rinnovabili non è intermittente. In altre parole, l’elettricità da generare può essere programmabile a priori e non è vincolata a fattori esterni, come la presenza di sole o vento.

“L’energia elettrica generata dal nucleare raggiungerà un livello record nel 2025, fino a toccare poco meno del 10% della produzione globale. In tutto il mondo si stanno costruendo oltre 70 gigawatt di nuova capacità nucleare, uno dei livelli più alti degli ultimi 30 anni”, si legge nella relazione. “La produzione di energia nucleare è stata pari a 2.742 terawattora nel 2023 e si stima che abbia raggiunto i 2.843 terawattora nel 2024. Entro il 2025 dovrebbe raggiungere circa 2.900 terawattora. Questa crescita è guidata dall’uso dell’elettricità per alimentare qualsiasi cosa, dall’industria al condizionamento dell’aria, dai veicoli elettrici ai data center, sullo sfondo dell’aumento dell’intelligenza artificiale: stiamo entrando in una nuova era per l’energia nucleare”.

Certo, non si tratta di una sfida facile. L’energia nucleare impiega diverso tempo per diventare operativa (da 10 a 19 anni a livello globale, coi siti Ue verso il limite superiore): si stima ad esempio che nei 17 anni in cui la Francia attendeva la costruzione del reattore Epr appena entrato in funzione a Flamanville, siano stati installati 47,5 GW di impianti rinnovabili, con una producibilità pari a 85,7 terawattora, stimata pari a 9,8 volte l’elettricità che avrebbero generato nello stesso periodo i 1,6 GW aggiunti alla centrale nucleare di Flamanville.

Ma per la Iea, i tempi sono maturi e le sorti dei nuovi equilibri energetici decise. “Tra mercato, tecnologia e politica, le basi per una nuova era dell’energia ci sono tutte, e la vivremo nei prossimi decenni, ma intanto la produzione globale dei circa 420 reattori è destinata a raggiungere livelli record già nel 2025.
L’interesse per l’energia nucleare non è mai stato così alto dalla crisi petrolifera degli anni 70, con oltre 40 Paesi impegnati nel sostegno e nello sviluppo di questa forma di energia”.

Chi sono? Aspettando che anche l’Italia faccia i suoi passi in avanti (ci sono allo studio gli small modular reactor) il Giappone, ricorda la Iea, “riavvia la produzione, la Francia ha completato i lavori di manutenzione e nuovi reattori iniziano le operazioni commerciali in vari mercati, tra cui Cina, India, Corea ed Europa. D’altra parte, la domanda di elettricità è in rapido aumento: negli ultimi dieci anni il consumo di elettricità è aumentato a un ritmo doppio rispetto alla domanda totale di energia. E il nucleare è una fonte pulita di elettricità e calore che può essere distribuita su larga scala e disponibile 24 ore su 24, con comprovati vantaggi in termini di sicurezza energetica e riduzione delle emissioni”.


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