Trump torna a designare gli Houthi come organizzazione teroreisitica. Washington non ha fiducia nel gruppo che sta acquisendo sempre maggiore centralità nel quadro degli asset malevoli dell’Iran (e non solo)
Il 22 gennaio, il presidente statunitense, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che avvia il processo di ridefinizione dei ribelli Houthi dello Yemen come organizzazione terroristica straniera (Fto). La decisione si basa sugli attacchi condotti dal gruppo, sostenuto dall’Iran, contro navi da guerra statunitensi nel Mar Rosso e sugli attacchi con droni e missili balistici contro Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, in solidarietà con Hamas a Gaza.
La mossa segna un’inversione rispetto alla politica dell’amministrazione Biden, che aveva rimosso gli Houthi dalla lista Fto nel 2021, pochi mesi dopo l’insediamento — anche nella speranza di innescare un processo diplomatico per chiudere la guerra civile in Yemen, che da oltre dieci anni destabilizza il Paese e la regione, con effetti diretti su Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, e poi in generale nell’intero Indo-Mediterraneo. Con il nuovo ordine esecutivo, il segretario di Stato Marco Rubio avrà 30 giorni di tempo per consultarsi con il direttore dell’intelligence nazionale e il segretario del Tesoro, al fine di formalizzare nuovamente la designazione.
Il ripristino della classificazione Fto implica un approccio più aggressivo da parte degli Stati Uniti, che collaboreranno con partner regionali per eliminare le capacità operative degli Houthi e privarli delle risorse necessarie per continuare gli attacchi contro personale e civili statunitensi, alleati e le rotte commerciali nel Mar Rosso.
L’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (Usaid), insieme al Dipartimento di Stato, condurrà inoltre una revisione delle organizzazioni delle Nazioni Unite e delle Ong che operano in Yemen per determinare eventuali finanziamenti diretti o indiretti al gruppo. I rapporti con tali entità verranno interrotti qualora si riscontrasse un coinvolgimento economico con gli Houthi.
Secondo Clifford May, fondatore e presidente della Foundation for Defense of Democracies, la designazione degli Houthi come organizzazione terroristica è una misura necessaria e realistica.“I ribelli Houthi, o Ansar Allah, sono una milizia jihadista terroristica e genocida. Il loro slogan è chiaro e inequivocabile: ‘Morte all’America, morte a Israele e maledizione sugli ebrei’. Non aveva senso che il presidente Biden li rimuovesse dalla lista delle organizzazioni terroristiche”, spiega.
Per May, non c’era alcuna possibilità che cambiassero la loro natura o le loro convinzioni, né che dichiarassero un cessate il fuoco nella guerra che stanno conducendo contro Israele, l’America e l’Occidente: “La decisione del presidente Trump di ripristinare la loro designazione come organizzazione terroristica è un passo realistico e necessario per la loro sconfitta finale”.
L’inserimento degli Houthi nella lista delle Fto rappresenta dunque un tentativo di arginare la crescente minaccia posta dal gruppo, che, grazie al sostegno dell’Iran, ha rafforzato le proprie capacità offensive, minacciando non solo la sicurezza regionale, ma anche la libertà di navigazione globale.
L’approccio dell’amministrazione Biden, che mirava a un’apertura diplomatica attraverso la rimozione della designazione terroristica, non ha prodotto i risultati sperati. Al contrario, ha consentito agli Houthi di consolidare la propria posizione, intensificando le operazioni contro obiettivi americani e alleati.
Ora, con il ritorno alla linea dura, l’obiettivo dichiarato di Washington è quello di avviare una serie di azioni mirate per contrastare le attività del gruppo, attraverso sanzioni più severe, azioni militari mirate e un rafforzamento delle misure di sicurezza nelle rotte marittime strategiche.
Questa scelta potrebbe essere sostenuta da Israele e vista in modo più critico dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno da tempo avviato una sorta di appeasement pragmatico con il gruppo, dopo averlo combattuto per anni. Va aggiunto che gli Houthi hanno dichiarato di interrompere momentaneamente gli attacchi alle navi occidentali nel Mar Rosso, mantenendo comunque l’obiettivo su quelle “Israeli-linked”.
Con il gruppo che sta crescendo di forza e valore (anche nel quadro dell’allineamento iraniano e sino-russo), Washington marca una posizione di sfiducia e prepara il perimetro legale per ogni genere di azione. È evidente che tale situazione possa comportare riflessi sulla già iper-precaria (in)stabilità indo-mediterranea. Una situazione che si sovrappone alla vicenda delle nuove navi iraniane che starebbero portando carburante cinese per missili a Bandar Abbas — con Usa e alleati che potrebbero pensare ad azioni dirette.