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L’agenda per la sicurezza di Trump passa da Monaco. I suggerimenti di Townsend (Cnas)

Trump potrebbe usare la piattaforma di Monaco per rafforzare i legami con gli alleati europei e proporre una nuova agenda di sicurezza. Avviando i lavori in vista del vertice Nato dell’estate prossima

Tra i vari aspetti in cui l’arrivo al potere di Donald Trump comporterà profonde trasformazioni della policy di Washington, non manca certo quello securitario. Esso è anzi una delle questioni principe che dovranno essere affrontate dal nuovo presidente americano nella prima fase della sua amministrazione, con un’enfasi ancora maggiore rispetto al suo primo mandato. Alla sua intenzione di revisionare il rapporto (non solo per quello che riguarda la sicurezza, ma anche l’economia) tra gli Stati Uniti e i suoi partner globali, già delineata nel primo mandato e di nuovo tema di riferimento per il secondo, si aggiungono la guerra in Ucraina e il rafforzamento del fronte revisionista che si estende da Mosca a Pechino e da Teheran a Pyongyang.

Per gestire la meglio questa transizione, viene delineata l’idea che Trump prenda parte ai lavori della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, arrivando addirittura a tenere un discorso all’interno della stessa. A suggerire l’idea è Jim Townsend, adjunct senior fellow per il Transatlantic Security Program del Center for a New American Security, all’interno di un commentary pubblicato sul sito dell’organizzazione. Secondo Townsend, Trump “deve articolare sia le sue rimostranze che le sue richieste su ciò che la Nato dovrebbe fare per migliorare le relazioni. Troverà molti europei, compresi i cardinali dell’Unione Europea, pronti ad ascoltare e ad agire su problemi che in precedenza potevano sembrare irraggiungibili, tra cui il commercio transatlantico di difesa, i dazi, la cooperazione Nato-Ue e (soprattutto) l’aumento della spesa per la difesa, anche fino al 3% del prodotto interno lordo. La conferenza di Monaco è la piattaforma migliore per Trump sia per castigare l’Europa, se necessario, ma anche per costruire una nuova partnership di cooperazione per gli Stati Uniti. L’Europa è pronta a discutere seriamente l’argomento e a mettere a disposizione denaro e cooperazione industriale per uscire dal buco dell’impreparazione militare e dell’atrofia industriale”.

L’autore del report si concentra anche sul ruolo ricoperto all’interno di un simile framework dai rapporti interpersonali. A partire dal fatto che la prossima edizione della Conferenza sarà la prima ad avere luogo dall’insediamento del nuovo chairman, l’ex Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg, che aveva avuto un buon rapporto di lavoro con Trump durante il primo mandato di quest’ultimo. Anche con l’attuale segretario Mark Rutte i rapporti sono stati positivi quando entrambi erano capi di governo.

Ed è in ottica Nato che il neo-insediato presidente dovrebbe leggere la conferenza di Monaco, che si terrà solo quattro mesi prima del vertice dell’Alleanza Atlantica all’Aia. Le proposte e le raccomandazioni politiche che Trump presenterà alla Nato a Monaco potranno essere prese in considerazione dagli attori interessati durante il lasso di tempo che separa i due eventi, consentendo agli alleati di ottimizzare gli sforzi. Allo stesso tempo, Trump arriverà al vertice estivo essendosi già interfacciato con molti dei suoi nuovi colleghi, e quindi meglio preparato a guidare l’Alleanza nella direzione che ritiene debba essere intrapresa.

Dato che si è concentrato sul raggiungimento di un accordo con il presidente russo Vladimir Putin per fermare i combattimenti in Ucraina, Trump potrebbe lanciare i contorni del suo piano per un cessate il fuoco a Monaco. Quattro mesi dopo, all’Aia, potrebbe usare il vertice per ottenere il sostegno degli alleati ai negoziati. Sostegno che realizzerà presto essere necessario.

“I presidenti Putin e Xi rispettano il potere. Il potere di Trump include la possibilità di avere stretti alleati e amici in tutto il mondo, qualora lo decidesse. Mosca e Pechino non hanno tali alleati. Ma per esercitare questo potere, Trump deve costruire legami con l’Europa, che al momento non sono forti. Molti alleati si aspettano di andare avanti da soli. Rafforzare i legami con gli alleati non significa essere caritatevoli o gentili con gli europei, bensì rafforzare la forza e il potere degli Stati Uniti”, suggerisce Townsend, “Trump non dovrebbe rinunciare alla sua superpotenza che non è disponibile per altri. Invece, a partire dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dovrebbe dimostrare la sua forza mostrando la sua capacità di fare un nuovo accordo con le nazioni europee ansiose e pronte a trattare, rafforzando così la sicurezza degli Stati Uniti”.


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