Il 2025 si apre, per l’Europa, con diverse incognite: le elezioni in Germania e l’instabilità politica in Francia. Questo contesto, può portare ancora più centralità all’Italia nel contesto globale. Per rilanciare la competitività, come indicato anche nei documenti di Letta e Draghi, occorrono soluzioni concrete e pragmatiche fuori dai recinti ideologici. Rafforziamo il rapporto con gli Stati Uniti, ma iniziamo – come Ue – a lavorare per una difesa comune. Colloquio con l’eurodeputato del Ppe, Flavio Tosi
Il 2025 per l’Europa si apre con due incognite: le elezioni in Germania e la forte instabilità francese. In questo contesto magmatico, l’Italia guidata dall’esecutivo di Giorgia Meloni appare un player stabile e affidabile. “Siamo diventati un interlocutore importante e rispettato, che può determinare l’agenda politica europea. Questo implica una grande responsabilità e l’avere ben chiare le priorità per il nostro Paese e per l’Unione”. A parlare, sulle colonne di Formiche.net, è l’eurodeputato del Ppe Flavio Tosi.
La forte crisi tedesca è un elemento di instabilità e preoccupazione anche per alcune filiere strategiche italiane. Che tipo di esito prevede per le elezioni?
Penso che l’unica speranza per la Germania sia quella di rafforzare la componente che fa riferimento al Partito Popolare, ossia la Cdu. Se, come è auspicabile, questa forza sarà maggioritaria l’intero sistema tedesco dovrà fare dei grande passi indietro. In particolare sull’automotive, serve un robusto ripensamento. A maggior ragione a fronte del fatto che, inizialmente, tutto il sistema fu inebriato dalla pericolosissima svolta green.
Nella nuova commissione Von der Leyen qual è il peso che riveste il Ppe?
Il Ppe è determinante e Forza Italia ha un ruolo nevralgico a maggior ragione a fronte del ruolo che l’Italia si sta sempre più ricavando. Fra l’altro, è sempre più positivo il rapporto che si è instaurato con il gruppo dei conservatori di Ecr. E l’elezione di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione ne è la prova.
Con i Patrioti, invece, il dialogo è più complesso.
Decisamente. D’altra parte il nostro orientamento – sia come gruppo parlamentare, sia nella direzione tracciata dal governo – è sempre più europeista. Mentre i Patrioti restano ancora molto ostili al disegno europeo.
Questo però genera una condizione per lo meno singolare: a Bruxelles il centrodestra è spaccato, con la Lega nei Patrioti di Orban, mentre in Italia la coalizione governa assieme.
Penso che questo sia un tema esclusivamente interno alla Lega. Anche il caso della votazione sul tema migratorio, fortemente sostenuto dal ministro Piantedosi, è emblematica. In Italia il Carroccio – così come sull’Ucraina – ha votato compatta col governo. Mentre in Europa, sugli accordi che prevedono la redistribuzione dei migranti fra i Paesi membri, ha votato contro.
In premessa, lei ha parlato di competitività europea. Un tema al centro sia del documento elaborato da Mario Draghi, sia da Enrico Letta. Qual è la ricetta, secondo lei?
L’Europa deve essere consapevole di muoversi in un contesto globale nel quale non ci è permesso rimanere indietro. Per cui, occorre sveltire e snellire i processi decisionali e normativi in prima istanza. Il secondo aspetto, riguarda l’approccio ai temi strategici. Occorre uscire dall’ideologia: le norme sulle case green, sull’automotive e sull’ambiente vanno smantellate.
Lei è membro della delegazione per le relazioni con gli Usa. Ormai l’insediamento di Trump alla Casa Bianca è alle porte. Un’opportunità per l’Ue o uno scoglio?
Un’opportunità di crescita e di sviluppare maggiori capacità in settori strategici, a partire dalla costruzione della Difesa Comune. Un nodo centrale per il programma presentato da Ursula Von der Leyen e sul quale peraltro anche il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, si è speso in maniera molto chiara.
Per due mandati è stato sindaco di una città importante come Verona. Che tipo di bagaglio si è portato dietro al Parlamento Europeo?
Competenza e pragmatismo. Ma, soprattutto, la volontà di trovare soluzioni concrete da mettere a terra al di fuori delle ideologie. Fra l’altro ho notato con piacere che, rispetto alla precedente legislatura, ci sono moltissimi amministratori locali. Il che, dal mio punto di vista, è assolutamente positivo.