Tra inflazione ai massimi storici e costo del denaro sempre più insostenibile, gli economisti vicini a Mosca prevedono nei prossimi mesi un’ondata di insolvenze presso le aziende
Chissà che faccia avrà fatto Vladimir Putin, quando ha letto le previsioni di uno dei think tank russi che fornisce consulenza al governo dell’ex Urss. Forse non lo si saprà mai, ma quello che conta è quanto messo nero su bianco dagli economisti di TsMakp. E cioè che nei prossimi mesi la Russia andrà incontro a un’ondata di insolvenze presso le imprese. Attenzione, non bisognerebbe stupirsi più di tanto. Ci sono, infatti, tutte le condizioni perché ciò di cui hanno scritto gli esperti poc’anzi menzionati, si avverino.
Tanto per cominciare, in Russia il costo del denaro è ai massimi storici. La Bank of Russia nei mesi scorsi ha portato i tassi al 21%, su livelli mai visti prima. E questo sull’onda di un’inflazione al 9,5%, ma che nelle prossime settimane potrebbe salire ancora. Per l’economia è una morsa micidiale: da una parte gli imprenditori e le famiglie è diventato praticamente impossibile chiedere un prestito in banca, oltre al fatto di vedere i depositi erosi giorno dopo giorno dagli alti costi di gestione. Dall’altra, con un’inflazione così alta, fare la spesa è diventato un lusso, così come approvvigionarsi di prodotti finali.
Il risultato è dunque quasi scontato. “L’economia russa si trova ad affrontare la minaccia di un’ondata su vasta scala di fallimenti aziendali”, hanno scritto i ricercatori del TsMakp. Entro pochi mesi “la quota di aziende che vedrà i propri utili azzerati a causa dell’enorme spesa in interessi sul debito raggiungerà il 20%”. E, tanto per fare un sempio, il più grande operatore di telefonia mobile russo, Mts, a novembre ha attribuito un calo dell’88,8% dell’utile netto del terzo trimestre proprio all’aumento delle spese per interessi. Di più.
Le stesse ferrovie russe dovranno far fronte a un aumento di 4 miliardi di dollari nei costi di pagamento degli interessi. I ricercatori di TsMakp hanno inoltre evidenziato un aumento della quota di aziende che hanno riscontrato mancati pagamenti da parte delle controparti per beni e servizi forniti, che è salita al 37% del fatturato totale nel terzo trimestre del 2024, rispetto al 20% circa del 2021-23. A questo punto la domanda è lecita: e il futuro? Niente di buono, l’inflazione aumenterà e con essa i tassi.