A poca distanza dall’allarmismo causato dagli avvistamenti misteriosi di droni nel New Jersey, l’amministrazione Biden annuncia di aver avviato l’iter per valutare un ban parziale o totale dei droni commerciali prodotti in Cina e Russia. La decisione finale spetterà all’amministrazione Trump ma nel frattempo il Congresso studia nuove regolamentazioni per garantire la sicurezza in cieli sempre più affollati
Mentre i droni cosiddetti “commerciali” entrano sempre più a far parte della quotidianità lavorativa e ricreativa, negli Stati Uniti crescono i dubbi in relazione alla sicurezza nazionale. L’amministrazione Usa guidata da Joe Biden, e ormai prossima al termine del mandato, ha dichiarato di star considerando nuove regolamentazioni per limitare, se non addirittura bannare, i droni di produzione cinese e russa negli Stati Uniti. Nel solco di questa dichiarazione, il Dipartimento del Commercio sostiene che il fatto che la maggior parte dei droni per uso civile sia progettata, sviluppata e prodotta in Cina e Russia pone “rischi inaccettabili per la sicurezza nazionale” e ha diramato una richiesta alle aziende del settore per stimare l’eventuale impatto di questa nuova regolamentazione entro il 4 marzo. Dunque la decisione finale su questa proposta, benché avanzata da Biden, sarà presa dall’amministrazione entrante di Donald Trump.
L’inclusione delle compagnie private in questa valutazione ha senso, dal momento che nel mercato statunitense i droni sono sempre più adoperati in tutti i settori, dall’architettura all’ingegneria, passando per l’agricoltura e la pubblica sicurezza. Se da un lato un ban di questi prodotti potrebbe avere impatti negativi sui processi di ammodernamento dell’industria, il fatto che il 90% della produzione mondiale di questi apparecchi sia localizzata in Cina solleva timori sulla leva che Pechino potrebbe esercitare nei confronti dei privati. Secondo il segretario al Commercio Usa, Gina Raimondo, “proteggere la catena di approvvigionamento della tecnologia dei sistemi aerei senza pilota è fondamentale per salvaguardare la nostra sicurezza nazionale”. Le preoccupazioni degli Stati Uniti non avrebbero dunque a che fare solamente con la capacità di avviare cicli nazionali di produzione sostenibile per supportare la grande richiesta di apparecchi unmanned da parte del mercato interno, ma anche con i timori sulla sicurezza di hardware e software prodotti all’estero. Lo stesso Dipartimento del Tesoro ha infatti recentemente ammesso di essere stato hackerato da un attore sponsorizzato dallo stato cinese attraverso un fornitore terzo di servizi software. Inoltre, l’iniziativa sul possibile ban Usa segue a stretto giro la decisione del ministero del Commercio cinese di includere ventotto società della Difesa statunitense nella sua lista di controllo delle esportazioni, vietando l’export di prodotti dual-use verso le stesse.
L’allarme droni sulla East Coast
Gli ultimi mesi del 2024 hanno visto l’opinione pubblica statunitense accendersi, al limite dell’isteria collettiva, per una serie di avvistamenti di droni nei cieli Usa, in particolare nello Stato del New Jersey e in altre aree della costa orientale. Dalla prima metà di novembre fino a dicembre inoltrato, gli avvistamenti, spesso accompagnati da video postati sui social, hanno generato preoccupazione e timori tra cittadini e politici locali tali da spingere la Federal aviation administration (Faa), insieme ad altri organi federali, ad emanare un comunicato congiunto per rassicurare la comunità. Secondo la Faa, gli oltre 5mila avvistamenti misteriosi non sono altro che “una combinazione di droni commerciali legali, droni da hobby, droni delle forze dell’ordine, così come aerei a ala fissa con equipaggio, elicotteri e stelle erroneamente segnalate come droni” e che in alcun modo rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale.
La necessità di aggiornare la regolamentazione
L’Faa stima che ci siano più di un milione di droni commerciali registrati negli Stati Uniti, cifra destinata a triplicare entro il 2028. Benché il caso del New Jersey si sia rivelato un malinteso, una così massiccia implementazione dei droni nella vita quotidiana pone, negli Stati Uniti come altrove, non poche sfide sia in termini di regolamentazione normativa sia di effettiva sicurezza. Per questo motivo negli Stati Uniti si sta valutando di estendere i poteri, al momento solo temporanei, del Preventing Emerging Threats Act del 2018, che permette al Dipartimento della Homeland Security e al Dipartimento della Giustizia di tracciare, confiscare e finanche distruggere droni che possano rappresentare un pericolo per strutture governative o assembramenti di massa. Questo provvedimento, recentemente esteso fino al prossimo marzo, è ora allo studio del Congresso, che sta valutando di ampliare il perimetro dei soggetti titolati a operare simili interventi anche alle forze dell’ordine a livello federale, statale e locale.