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Tajani in Siria e Libano, così l’Italia sostiene la ricostruzione

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in visita a Damasco e poi a Beirut annuncia il sostegno dell’Italia al processo di transizione in Siria mentre a Beirut incontra Aoun per offrire sostegno alla stabilizzazione del Paese

In Siria e Libano l’Italia c’è e lavora per stabilizzare la regione. É questo l’obiettivo della missione diplomatica condotta dal governo di Giorgia Meloni tramite il suo ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale forte della scelta di avere un’ambasciata aperta proprio nei momenti della crisi siriana ha prima riunito a Roma i ministri del Quintetto (Usa, Francia, Germania, Regno Unito e Italia, più Unione Europea) mentre a Beirut veniva eletto il primo presidente del Libano dopo due anni di assenza, per poi recarsi il giorno dopo in visita a Damasco e nella capitale libanese.

Secondo quanto riportato dai media siriani, la visita del ministro degli Esteri italiano in Siria rappresenta un passo importante nel rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi. I media locali hanno sottolineato come Tajani abbia confermato l’importanza di revocare le sanzioni alla Siria, poiché sono state imposte al regime precedente e non possono continuare. Ha inoltre espresso la disponibilità dell’Italia a sostenere la ripresa economica e sociale della Siria, incoraggiando nel contempo la nuova fase di riforme.

Tajani è partito ieri sera per una missione che lo ha visto in mattinata a Damasco e nel pomeriggio a Beirut. Questa mattina ha incontrato il capo della nuova amministrazione siriana, Ahmed al Shara, e il ministro degli Affari esteri, Hassan al Shibani. Nel pomeriggio è previsto un incontro a Beirut con il neo eletto Presidente del Libano, Joseph Aoun. Quest’ultimo già ieri, nel discorso che ha fatto seguito al giuramento in parlamento, ha assicurato che lo Stato avrà il monopolio dell’uso delle armi, mentre oggi il premier, Najib Mikati, recatosi al palazzo presidenziale ha assicurato che i soldati dell’esercito libanese prenderanno il pieno controllo del sud del Paese e del confine con Israele.

L’offensiva militare israeliana in Libano che ha permesso di disarticolare le milizie Hezbollah, distruggendo i loro depositi e uccidendo i loro leader, come lo sceicco Hasan Nasrallah, ha consentito ieri dopo un lungo lavoro di mediazione di Stati Uniti e Arabia Saudita di arrivare ad un accordo politico frutto del passo indietro esercitato proprio dai parlamentari sciiti.

Ora è il turno dell’Italia che farà da ponte tra Unione europea e paesi Mediorientali partendo proprio dalla stabilizzazione di Libano e Siria. L’Italia aspira a essere un punto di connessione tra la nuova Siria e l’Unione europea, un ruolo che Roma ha iniziato a svolgere ieri sera a Roma durante la riunione del Quintetto. Lo ha detto Tajani, durante una conferenza stampa a Damasco con l’omologo siriano, al Shibani.

L’Italia è pronta a collaborare con la Siria in settori cruciali come l’energia, le infrastrutture e la salute. “Desideriamo estendere la cooperazione anche a livello culturale. Per esempio, ho proposto una collaborazione tra università. Il dialogo interculturale è fondamentale per la stabilità e la pace”, ha aggiunto il ministro, sottolineando che “Italia e Siria sono due paesi con una ricca storia alle spalle e condividono una comune identità mediterranea”.

A Damasco, secondo quanto si legge in una nota della Farnesina, Tajani ha incontrato gli esponenti delle comunità cristiane in Siria, della società civile e delle Ong ed operatori umanitari, oltre ad una rappresentanza dei connazionali presenti nel Paese. Gli incontri hanno consentito al ministro Tajani di confermare l’impegno dell’Italia nel sostenere il processo di transizione dopo gli anni della guerra civile e la fine del brutale regime di Assad. “Alle nuove autorità ed al popolo siriano ho indicato come il Governo italiano voglia contribuire ad accompagnare il processo di pacificazione e ricostruzione del Paese, nel quadro dei più ampi sforzi per una stabilizzazione della regione”, ha indicato il ministro.

Il Capo della diplomazia italiana ha altresì ricordato agli interlocutori siriani il ruolo di primo piano che sta svolgendo il nostro Paese nel processo di transizione, evidenziando che l’Italia è l’unico Paese del G7 ad avere un’ambasciata operativa a Damasco. Un’azione che si accompagna ad un forte impegno diplomatico con l’organizzazione ieri a Roma di una riunione con i ministri del Quintetto a Roma ed a continui colloqui con i partner regionali, da ultimo con i ministri di Arabia Saudita e Turchia. Nel corso degli incontri particolare attenzione è stata dedicata al tema di come favorire un processo politico inclusivo, che garantisca le libertà fondamentali di tutti i siriani e riconosca e valorizzi il ruolo dei cristiani come cittadini con pienezza di diritti.

Nelle discussioni è stato affrontato anche il tema della situazione di sicurezza ed delle necessità socio-economiche del Paese alla luce del lungo conflitto civile. Il ministro ha quindi annunciato un pacchetto di nuovi interventi di cooperazione allo sviluppo, che vedrà coinvolte le organizzazioni della società civile italiana. Sul tema, si ricorda che l’Italia dal 2019 ha previsto uno stanziamento medio anno di oltre 40 milioni di euro per la popolazione siriana e per i rifugiati nei Paesi limitrofi. Tajani ha infine indicato la volontà di rafforzare il coordinamento con i partner internazionali e le Nazioni Unite anche sul fronte dei rifugiati, per favorirne un rientro in Siria su base volontaria e in maniera sicura e dignitosa. Nel corso della missione il Ministro ha visitato la moschea degli omayyadi, uno dei luoghi più simbolici dell’Islam, e si recherà anche alla cappella di San Paolo di Damasco.

Poche ore dopo la sua visita alla moschea degli omayyadi si è verificato un grave incidente. Tre donne sono state uccise e cinque bambini sono rimasti feriti oggi nella calca. Lo ha annunciato la Difesa civile siriana. Secondo quanto riportato dai siti di social media siriani, la calca è avvenuta durante la distribuzione del cibo durante un banchetto di massa. Un video sui social media mostrava scene della preparazione del cibo da parte del gruppo prima dell’incidente. Tajani ha espresso in una nota “cordoglio per le vittime del grave incidente accaduto questa mattina nella moschea Omayyadi di Damasco. Ero lì poche ore prima per testimoniare la volontà del governo italiano a favorire il dialogo interreligioso. Prego per la salute dei feriti”.

Mentre il ministro lasciava la capitale siriana alla volta di Beirut, il premier Giorgia Meloni è intervenuta rivolgendo le congratulazioni al generale Aoun per la sua elezione a Presidente della Repubblica Libanese. “Sono convinta che il Presidente Aoun saprà essere una guida sicura e autorevole per il Libano, Nazione amica dell’Italia alla quale siamo legati da storici e profondi rapporti – si legge nella nota – L’Italia continuerà a contribuire alla pace e al benessere del Libano, anche attraverso l’impegno costante e generoso dei militari impegnati nella missione UNIFIL e nella missione bilaterale MIBIL. Sono certa che la nostra storica collaborazione sia destinata a crescere ulteriormente, nel sostegno alla sovranità libanese e alla ricostruzione e al rilancio dell’economia. Il Libano sa che potrà sempre contare sul sostegno e l’amicizia dell’Italia”.


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