L’inizio del 2025 vede le truppe di Kyiv (ma non solo) riprendere l’iniziativa nella regione di Kursk. E nel frattempo, a pochi giorni dall’arrivo di Trump alla Casa Bianca, si registra un rallentamento dell’avanzata russa
Sin dai primi giorni del 2025 il conflitto in Ucraina sembra aver preso nuovo vigore. Negli scorsi giorni le forze armate di Kyiv hanno lanciato una nuova operazione offensiva all’interno del territorio russo, operazione partita dalle posizioni nell’oblast di Kursk conquistate durante il blitz lanciato lo scorso agosto, quando per la prima volta gli scontri si sono spostati al di là dei confini con la Federazione Russa. Al momento l’azione ucraina sembra aver portato ad avanzate tattiche e all’occupazione di piccole porzioni di territorio nella parte meridionale di Berdin, nell’area centrale di Russkoye Porechnoye e in quella di Novosotnitsky, piccoli centri abitati siti a nord-est di Sudzha; tuttavia, fonti legate al ministero della Difesa di Mosca e all’universo dei milblogger russi riportano che le forze russe hanno respinto un assalto meccanizzato ucraino vicino a Berdin e alcuni altri attacchi vicino a Novosotnitsky. Un milblogger russo ha definito i recenti attacchi ucraini nell’Oblast’ di Kursk come operazioni di “ricognizione in forze” che potrebbero essere un diversivo per operazioni future non specificate sia nell’Oblast’ di Kursk che in altre zone del teatro di guerra. In parallelo alle avanzate di terra l’Ucraina ha incrementato gli sforzi relativi agli attacchi in profondità, attraverso l’uso congiunto di sistemi missilistici e strumenti di guerra elettronica.
“Buone notizie. I russi stanno ottenendo ciò che meritano nella regione di Kursk”, è stato il commento condiviso su Telegram da Andrii Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Contemporaneamente agli assalti ucraini, secondo fonti di Mosca anche le forze russe hanno avviato delle piccole operazioni di carattere offensivo nei pressi di Malaya Loknya e Leonidovo, entrambi siti a nord-ovest di Sudzha. Assalti che sarebbero stati respinti in gran parte: il Kyiv Independent riporta la notizia diffusa dalle strutture militari riguardante il respingimento di quasi cento assalti lanciati dalle forze di Mosca il 6 gennaio.
Più in generale il ritmo delle avanzate russe sembra essere rallentato, dopo l’accelerazione registrata già dal settembre 2024. Newsweek riporta i dati forniti dal progetto di Osint ucraino “DeepState”, secondo cui nella settimana compresa tra il 30 dicembre e il 5 gennaio le truppe russe avrebbero guadagnato “soltanto” poco più di quaranta chilometri quadrati. L’avanzata delle forze di Mosca non andava così a rilento dalla settimana centrale di luglio 2024, quando i russi avevano occupato meno di trentatre chilometri quadrati di territorio ucraino. Negli ultimi mesi il Cremlino aveva cercato di massimizzare le proprie conquiste territoriali in previsione dell’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, che si è costantemente espresso a favore del negoziato durante la campagna elettorale. Ma adesso i ritmi sembrano essere in fase calante.
Ad avere un certo peso sarebbe la mancanza di uomini. Pochi giorni fa il presidente Zelensky ha dichiarato che l’impegno si sta rivelando costoso per il Cremlino da questo punto di vista: “Nei pressi di un solo villaggio, Makhnovka, nella regione di Kursk, l’esercito russo ha perso fino a un battaglione di soldati di fanteria nordcoreani e paracadutisti russi. È un dato significativo”, ha dichiarato il leader ucraino.