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Un drone navale ucraino abbatte un elicottero russo. E fa la storia

L’abbattimento di un elicottero russo da parte di un drone marittimo ucraino rappresenta un traguardo storico per l’uso dei sistemi unmanned in guerra, aprendo nuove prospettive per la difesa aerea e la proiezione di potere nel Mar Nero

All’interno del conflitto in Ucraina i sistemi unmanned hanno avuto modo di dimostrare tutte le proprie potenzialità, al punto da venire riconosciuti in modo pressoché universale come fondamentali per un’efficace conduzione delle operazioni in un contesto di guerra moderna. E questo trend non sembra affatto destinato ad invertirsi. Anzi, più il tempo passa, maggiori sono i risultati ottenuti dai sistemi a pilotaggio remoto. L’ultimo di questi risultati pare risalire alle ultime ore del 2024, quando un Uncrewed Surface Vessel (Usv) MaguraV5 sotto il controllo della Direttorato principale dell’intelligence (Gur) di Kyiv (e in particolare dell’unità nota come Gruppo 13), operante nei pressi del capo Tarkhankut nella penisola di Crimea, avrebbe usato un missile “Sea Dragon” (versione riadattata per un uso navale del missile aria-aria di epoca sovetica Aa-11 “Archer”) per abbattere un elicottero da trasporto russo Mi-8P (nome in codice Nato “Hip”). Il drone avrebbe danneggiato anche un altro velivolo ad ala rotante di cui però non si conosce il modello.

Questo episodio, confermato sia dal capo del Gur Kyrylo Budanov (la cui organizzazione ha diffuso il video di quello che ha definito essere un “abbattimento storico”) che da alcuni blogger legati alla galassia militare russa, rappresenta la prima occasione in cui viene registrato l’abbattimento di un velivolo da parte di un drone marittimo. Già dalla primavera dell’anno scorso ci sono testimonianze dell’installazione di missili anti-aerei sui MaguraV5, ma fino ad oggi non era stato segnalato nessun abbattimento. Poche settimane fa è stato riportato un altro confronto tra alcuni Usv ucraini e un elicottero russo, con il fuoco dei primi che avrebbe causato vittime tra i membri del velivolo, senza però riuscire ad abbatterlo.

Il recente successo potrebbe spingere ad un utilizzo più esteso della combinazione di Usv e di missili anti-aerei. Inoltre, questo abbattimento potrebbe spingere gli elicotteri di Mosca a operare a distanza maggiore in caso di ingaggio di droni marittimi, anche se la probabilità di uccisione non è particolarmente alta, per contenere eventuali perdite. Una scelta che però avrebbe delle ricadute sulla capacità di power projection delle forze armate russe nel bacino del Mar Nero, già limitata dall’uso di sistemi unmanned navali ed aerei e di missili anti-nave da parte di Kyiv (uso che ha spinto la flotta russa a progettare lo spostamento della propria base di operazione dalla Crimea a Ochamchire, sulla costa orientale del Mar Nero).

“Si tratta di un evento senza precedenti con implicazioni significative per le operazioni della Russia nel Mar Nero”, ha osservato su X l’analista finlandese Joni Askola, che ha anche suggerito come gli ucraini potrebbero aggiungere gli stessi sensori e missili usati dagli Usv anche ai droni di terra. “Se l’Ucraina riuscisse a replicare questo risultato a basso costo utilizzando veicoli terrestri senza pilota, potrebbe migliorare le proprie capacità di difesa aerea a corto raggio”.


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