Skip to main content

Utili delle banche record, economia al collasso. La nuova illusione del Cremlino

Il costo del denaro al 21% ha gonfiato i margini degli istituti. Ma è solo apparenza, le sofferenze stanno esplodendo, le imprese falliscono e le famiglie non riescono a fare la spesa. E l’inflazione aumenterà ancora

L’economia russa continua a giocare con le illusioni, mostrando al mondo una crescita e una salute che nella realtà non esistono. Ecco un altro esempio. Lo scorso anno le banche della Federazione hanno registrato profitti record pari a 4 trilioni di rubli (40,7 miliardi di dollari). Mentre nel 2023 gli utili avevano superato i 36 miliardi di euro (3,3 trilioni di rubli) grazie al forte aumento delle erogazioni di prestiti per l’acquisto di case, al consumo e alle imprese. Lo scatto, dunque, c’è stato.

Ma non perché l’economia tira e chiede denaro alle banche, il merito va quasi solo ed esclusivamente agli astronomici tassi di interesse applicati dalla Bank of Russia, oggi al 21%, ma con la ragionevole prospettiva di raggiungere il 23% a stretto giro. Tassi così alti vuol dire, un po’ come accaduto in Europa all’indomani dell’impennata dell’inflazione in seguito all’invasione dell’Ucraina, margini molto elevati. Ecco però il punto: più utili per le banche non vuol dire economia più sana.

E infatti, molti economisti cominciano a prevedere un rallentamento dei prestiti bancari, proprio perché il loro costo è diventato insostenibili e molte aziende non se la sentono di indebitarsi a simili esborsi. Non è tutto. C’è un problema nel problema. Se nel 2025 si assisterà a una lenta frenata del credito, quello già in essere, ovvero erogato, comincerà ad andare in sofferenza, dal momento che sono già molte le imprese che non riescono a rimborsare i prestiti ottenuti quando i tassi erano ancora su livelli accettabili.

Questo, nei fatti, farà esplodere le sofferenze (lo scorso anno gli Npl sono cresciuti del 4,1%) e, soprattutto, pareggerà il conto: gli utili raggranellati nel 2024 verranno in parte spazzati via dalle svalutazioni dei crediti, che si tramuteranno in perdite. Tutto questo mentre l’inflazione corre e sempre più famiglie non riescono a comprare beni di prima necessità, a cominciare dalle patate. Un sondaggio della stessa Bank of Russia prevede un’inflazione del 10,7% nel 2025, più del doppio delle previsioni ufficiali, con una carenza di manodopera come uno dei principali fattori che impediscono di espandere la produzione.

 


×

Iscriviti alla newsletter