Transizione digitale, competenze, inclusione e gender gap. La centralità delle discipline Stem è sempre più evidente in tantissimi comparti a partire da quello della Difesa. C’è ancora tanto da fare affinché i percorsi formativi e quelli lavorativi si intreccino nel modo corretto. Ed è anche in questo solco che è nata la settimana che celebra queste materie. L’evento di Formiche a Palazzo Wedekind
Questione di futuro. Magari declinato il più possibile al femminile. Sicuramente nell’ottica della competenza e dell’inclusione. “Bisogna ragionare sui talenti, il mondo non si muove alla stessa velocità della tecnologia, tanto è vero che i laureati nelle discipline Stem non basteranno. Per questo abbiamo bisogno di narrare e raccontare queste materie ai giovani, non solo per cavalcare le attitudini personali di ogni ragazzo o ragazza, ma anche per compiere un atto di giustizia sociale, consentendo quindi alle donne di poter accedere a queste materie”. Il ministro del Lavoro, Marina Calderone con il suo intervento traccia un solco entro il quale si innerva l’intero dibattito emerso nel corso dell’evento “A tutto Stem, lezioni di competitività” organizzato questa mattina da Formiche a palazzo Wedekind.
“Abbiamo da affrontare grandi temi come la transizione digitale, che ci mette al cospetto delle innovazioni stravolgenti – aggiunge la rappresentante del Governo – . Utilizzare la tecnologia è fondamentale, così come è fondamentale non farsi utilizzare da quest’ultima”.
Di qui la sfida, anche per gli attori pubblici.
“La Pubblica amministrazione – spiega – deve utilizzare l’Intelligenza Artificiale in maniera efficace per migliorare il rapporto con il cittadino e l’erogazione dei servizi. Immagino come priorità quella di incrociare domanda e offerta di lavoro. Per traguardare questo obiettivo, avrò bisogno dell’apporto di grandi provider che lavoreranno assieme a noi per costruire la pubblica amministrazione del futuro”.
Accanto a Calderone, sul palco, un parterre de rois che ha declinato nei diversi ambiti il ruolo centrale delle discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), in occasione dell’apertura della settimana ad esse dedicata.
Dall’astronauta, colonnello dell’Aeronautica Walter Villadei, passando per Alessandra Santacroce, direttore relazioni istituzionali di Ibm, Diego Ciulli, head of government affairs&public policy di Google Italia, finendo con il presidente della Fondazione Deloitte, Guido Borsani, il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti e la “madrina” della settimana Stem la deputata di Fratelli d’Italia Marta Schifone.
È proprio quest’ultima, firmataria della legge che ha istituito la settimana Stem a cogliere il senso profondo del convegno e a raccontare la genesi della proposta di valorizzare, con una legge dello Stato, le discipline Stem.
“Il decisore politico, di fronte alle sfide transizionali che ci troviamo innanzi, dalla robotica alle nano tecnologie passando per l’intelligenza artificiale – scandisce la deputata, componente della commissione Lavoro alla Camera – si deve far trovare pronto. Abbiamo avvertito l’urgenza di colmare un deficit, inteso come domanda delle imprese che non incontra un’offerta adeguata, in termini di competenze”.
L’obiettivo, attraverso un lavoro sinergico con tutti gli attori della filiera, rimarca Schifone, è quello di “superare questa criticità, ma purtroppo scontiamo ancora una scarsa adesione, soprattutto sul versante femminile, alle discipline Stem. Ma con le iniziative messe in campo, vogliamo lanciare un messaggio: aiutare le giovani generazioni e le stesse donne, ad avvicinarsi a queste discipline, che in qualche modo intrecciano il futuro”.
A proposito di criticità riscontrate dalle aziende, è il presidente della fondazione Deloitte a tracciare una panoramica precisa.
“C’è un problema di domanda e offerta nelle materie del futuro che viene ulteriormente esasperato da alcuni megatrend globali, come l’Intelligenza Artificiale e le transizioni – dice in premessa Borsani -. Circa il 50% delle imprese fatica a trovare le competenze di cui necessita”.
A questo, è connessa un altro inciampo. “L’accesso alle materie Stem – prosegue – spesso non risulta adeguato. Troppi pochi giovani scelgono questo tipo di discipline, specialmente sul versante femminile. Il tema è la scelta di questa o quella materia da parte di un giovane: chi la influenza? Il più delle volte la famiglia, mettendo insieme sia la possibilità di accesso al mondo del lavoro, sia il livello salariale. Il quadro che si compone davanti a noi è molto articolato, ci sono dinamiche culturali, complesse, di cui dobbiamo tenere conto”.
Un elemento interessante che emerge dalla relazione di Deloitte è legato al “motore” che muove i (pochi) ragazzi e ragazze a intraprendere un percorso Stem: la passione.
L’elemento che più in assoluto contraddistingue l’intervento dell’astronauta Villadei.
“Il nostro Paese – scandisce – è da sempre un Paese che si contraddistingue per fondamentali contributi al mondo della Scienza: da Leonardo a Galilei, passando per Fermi. Anche il mondo dello Spazio passa inevitabilmente dalle discipline Stem, unite a una forte passione che va incanalata. Nel mio caso, ho trovato risposta nell’Aeronautica che mi ha dato l’opportunità di fare le esperienze nello Spazio”.
Alla base di tutto, conclude l’astronauta, c’è “un grande lavoro di formazione”. E, a dispetto di un diffuso luogo comune, “il sistema formativo italiano – chiosa Villadei – è davvero una grande eccellenza”.
Fra l’altro, in questa fase, le nuove generazioni si trovano sul promontorio di una grande rivoluzione. Assimilabile, per impatto, “all’introduzione dell’elettricità”.
Ne è convinto Ciulli, che rimarca a più riprese un concetto che intreccia mondo della formazione e mondo del lavoro.
“Se è vero che siamo all’inizio di una nuova era tecnologica – osserva – dobbiamo capire se l’Italia può essere effettivamente importatrice o esportatrice. Nel caso dell’Intelligenza Artificiale e della potenza di calcolo il Paese dispone, semmai la criticità è legata alla carenza di persone sufficientemente competente. Potenzialmente i talenti in Italia non mancano, se si lavora massivamente sulla forza lavoro allora l’Italia può essere protagonista della stagione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la direttrice delle relazioni istituzionali di Ibm.
“Meno giovani approcciano alle materie Stem, meno si avranno quelle competenze di cui le imprese hanno bisogno – così Santacroce – . E meno inclusiva sarà la stessa Intelligenza Artificiale. Rendere aperta questa tecnologia, con l’ingresso delle donne, si avranno più occhi e più mani a disposizione di questa nuova frontiera. L’IA aumenterà la produttività globale dell’1,5% favorendo potenzialmente una crescita significativa del Pil. D’altronde, le donne sono da sempre agenti di cambiamento”.
Dove tutto è già Stem? La Difesa.
Lo dice a chiare lettere la sottosegretaria Isabella Rauti. “La Difesa nasce Stem e rimane Stem, non c’è nessun settore del comparto che non passi per le materie Stem. Per noi che ci occupiamo di Difesa le discipline Stem sono essenziali, perché governano le operazioni militari e ci consentono di avere un vantaggio strategico. Droni, cloud, quantum computing, lotta alle fake news, sono d’altronde frontiere che vanno di pari passo con le materie Stem. Per la Difesa è insomma tutto Stem, con una formazione trasversale, di sistema”.
Parlando poi della scarsa presenza femminile nelle discipline Stem, Rauti ha spiegato che “tutti abbiamo il dovere di colmare questo gap. Se noi guardiamo alla popolazione dei nostri licei militari, però, stiamo assistendo a un costante ingresso delle donne”.
Un dato, su tutti, è fondamentale per inquadrare la centralità delle Stem. “Oggi l’85% delle trasformazioni lavorative avranno come driver le discipline Stem – chiude Rauti – . Dunque il grosso dei mestieri del futuro verranno dal campo di queste materie”.