Skip to main content

La spinta di Trump alle criptovalute può aiutare l’euro digitale. Ecco perché

La volontà del presidente americano di ancorare le valute virtuali al dollaro può essere un valido motivo per accelerare la messa a terra della moneta europea digitale emessa dalla Bce. Ecco cosa pensa Piero Cipollone, membro italiano del comitato esecutivo dell’Eurotower

Qualcuno, nell’ambiente delle valute virtuali, lo ha già ribattezzato il cripto-presidente. Perché sì, da quando Donald Trump ha preso il testimone da Joe Biden, Bitcoin e i suoi cugini, hanno cominciato una corsa forsennata, inanellando un record dopo l’altro e portandosi a ridosso dei 100 mila dollari. Una cavalcata solo parzialmente frenata dallo spettro dei dazi, dovuta al fatto che tra le promesse del neo presidente c’è proprio quella di creare un ecosistema favorevole e regolamentato, con un solido ancoraggio al dollaro, per le criptovalute, a valle dei risultati che verranno raggiunti da un apposito gruppo di lavoro.

Il che, per l’altra sponda dell’Atlantico, sembra essere una buona notizia anche per l’euro digitale, che però con i criptoasset ha ben poco da spartire. Si tratta, infatti, di una moneta con corso legale, decisamente sicura e trasparente, emessa dalla Banca centrale europea, tra i cui ispiratori c’è l’attuale governatore di Bankitalia, Fabio Panetta. Senza dimenticare un risvolto geopolitico, dal momento che l’euro digitale è chiamato ad affiancare sì la valuta tradizionale nel circuito dei pagamenti europei, ma anche a rispondere alla sfida cinese dello yuan digitale.

Come ha fatto intendere Piero Cipollone, che di Panetta ha preso il posto nel consiglio direttivo della Bce, “il piano di Trump di sostenere le criptovalute ancorate al dollaro potrebbe accelerare il processo legislativo per l’euro digitale”. E questo perché “il sostegno di Trump alle stablecoin globali legate al dollaro rischia di creare un ulteriore strumento di pagamento di origine statunitense, il che aumenta la necessità di un euro digitale. La Commissione europea ha proposto una legislazione sull’euro digitale nel giugno 2023, ma l’iter è rimasto bloccato a causa dello scetticismo di alcuni politici e banchieri”, ha spiegato Cipollone.

Secondo il rappresentante italiano nel consiglio della Bce, interpellato da Reuters, “il mondo politico sta diventando più consapevole di questa questione: è possibile che ora il processo subisca un’accelerazione”. Cipollone ha espresso la speranza che il Parlamento e il Consiglio dell’Ue concludano i lavori sulla normativa prima dell’estate, aprendo la strada a negoziati con la Commissione europea. L’obiettivo sarebbe finalizzare le nuove regole entro novembre, quando i responsabili della Bce dovranno votare sulla possibile introduzione dell’euro digitale.

“I processi politici sono complessi e ci sono molte questioni sul tavolo. Ovviamente, prima è meglio è, ma comprendiamo le loro esigenze”. E comunque l’euro digitale porta in dote anche una risposta alle criptovalute. “Se le persone in Europa iniziassero a utilizzare le stablecoin per i pagamenti, dato che la maggior parte di esse sono americane e basate sul dollaro, trasferirebbero i loro depositi dall’Europa agli Stati Uniti”. I banchieri temono che anche un euro digitale svuoterebbe i loro depositi, poiché i clienti trasferirebbero parte del loro denaro in un portafoglio garantito dalla Bce. Per tener conto di queste preoccupazioni, la Bce ha dichiarato che i depositi sarebbero limitati a poche migliaia di euro e non saranno remunerati.


×

Iscriviti alla newsletter