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Buon vicinato e connettività. La cooperazione Italia-Francia nel viaggio di Tajani

In occasione della seconda riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese istituito dal Trattato del Quirinale e organizzato dai ministeri degli Affari Esteri italiano e francese si è fatto un punto sulle emergenze e sulle soluzioni. Sul tavolo la proposta di istituire l’osservatorio per i trasporti transfrontalieri terrestri e marittimi tra Francia e Italia

Più connettività uguale sviluppo e competitività, dice il numero uno della Farnesina Antonio Tajani da Nizza. Tra Italia e Francia c’è essenzialmente la politica di buon vicinato a dettare tempi e modi di analisi ed azioni, come ribadito nella seconda riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese istituito dal Trattato del Quirinale e organizzato dai ministeri degli Affari Esteri italiano. Un’occasione per riflettere sia su come perseguire la piena funzionalità dei trafori (Monte Bianco, Fréjus, Tenda) sia su come affrontare le sfide connesse, come l’interscambio commerciale, la lotta al terrorismo, la sicurezza dei trasporti.

Qui Nizza

Alla riunione del comitato sono intervenuti anche le amministrazioni italiane e francesi, i rappresentanti delle Regioni frontaliere, delle Città metropolitane, delle province e dei Comuni interessati proprio per sottolineare la poliedricità del tema legato ai valichi, direttamente legato allo sviluppo. All’orizzonte c’è l’inaugurazione della seconda galleria stradale del Fréjus e del nuovo tunnel del Tenda. Si è discusso anche dei collegamenti marittimi per la Sardegna e la Corsica, al pari di una partnership italo-francese su tematiche sinergiche come lingua, cultura, turismo e sanità nei territori al confine. Presente a Nizza anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, oltre che il ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot. Non sfuggirà che la cooperazione internazionale tra i due paesi è strategica anche in vista dell’appuntamento con le Olimpiadi del 2030 sulle Alpi francesi che vedranno coinvolta anche Torino.

Bilaterale

Sul tavolo la proposta di istituire l’osservatorio per i trasporti transfrontalieri terrestri e marittimi tra Francia e Italia, ha spiegato Tajani a Nizza, certo della collaborazione dell’omologo francese Barrot dal momento che con questa idea “vogliamo guardare al tema della mobilità in maniera strategica e condivisa”. In questo senso quella macro area compresa tra Tirreno e Mar Ligure rappresenta secondo il titolare della Farnesina “una grande opportunità per la crescita” di Italia e Francia, lo sviluppo dell’economia blu significa crescita dei nostri porti e del loro entroterra, significa un turismo attento ai territori”. In precedenza Tajani a Monaco ha incontrato il principe Alberto II e il ministro degli Esteri monegasco, Isabelle Berro Amadei, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente i legami italo monegaschi, a partire dalla cooperazione economica e culturale.

L’economia blu

Il tema dell’economia blu è, sin dall’inizio dell’insediamento del governo, al centro dell’agenda dell’esecutivo, nella convinzione che “il mare è una delle infrastrutture più strategiche che l’Italia possiede”, come più volte sostenuto da Giorgia Meloni, perché il mare “è uno degli ambiti naturali di sviluppo della nostra protezione geopolitica e costituisce una risorsa economica imprescindibile”. La convinzione del governo è che il mare comprende al suo interno una serie di fattori determinanti e intrecciati, come l’ambiente, le imprese, i trasporti, la logistica, l’innovazione. Quindi, come ricordato dal premier alla recente assemblea annuale di Confindustria Nautica, il mare è anche politica estera, politica di sicurezza, energia, materie prime, turismo, cultura.

Per questa ragione il governo ha deciso di dotarsi di un piano del mare, ascoltando le proposte delle categorie per la realizzazione del documento programmatico e all’interno del Piano del Mare è contenuto anche il Disegno di Legge che il Consiglio dei Ministri ha approvato a dicembre sulla valorizzazione della risorsa mare.


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