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Dal Mediterraneo al Golfo, Centemero spiega come sarà la piccola Onu a guida italiana

Il deputato leghista è il nuovo presidente dell’ Assemblea parlamentare del Mediterraneo per il biennio 2025/2026: “Da un punto di vista italiano continueremo a lavorare anche sul versante economico: abbiamo impostato un forum economico che si tiene a Marrakech dove le aziende e le istituzioni italiane hanno un posto d’onore. Svilupperemo ulteriormente questi aspetti che considero fondamentali anche nell’ottica del Piano Mattei”

Giulio Centemero, deputato leghista, è stato proclamato alla Camera nuovo Presidente dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, dopo gli italiani Francesco Maria Amoruso (Fi) e Gennaro Migliore (Pd). Pam è un’organizzazione internazionale creata nel 2006, frutto della cooperazione tra gli Stati della regione Euro-Mediterranea, nel quadro del processo conosciuto col nome di “Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione nel Mediterraneo”, lanciato a Malaga nel 1992. In questa conversazione con Formiche.net il neo presidente racconta obiettivi e priorità.

Quali saranno le priorità della sua presidenza?

La mia priorità sarà quella di lavorare sui giovani al fine di creare un futuro occupazionale, quindi posti di lavoro in tutta l’area tramite varie azioni tra cui la mobilità tra studenti, la mobilità tra giovani lavoratori e lo scambio di buone pratiche per l’abbattimento di alcune barriere che potrebbero portare a maggiori spazi di crescita.

Il Mediterraneo è ponte tra popoli e culture, tra Africa, Europa e Medio Oriente. Come coltivarlo al meglio al netto delle emergenze belliche presenti e di opportunità come il Piano Mattei?

È questo un momento complicato, ma nella complessità si possono cogliere nuove opportunità. La complessità è dovuta, come è noto, ad alcuni conflitti che sono terminati mentre altri semplicemente sospesi, a processi di pace e a un cessate il fuoco. In questo momento l’Italia è vista come un Paese stabile e come un punto di riferimento e oggettivamente il Piano Mattei si sovrappone benissimo anche all’attività della Pam. Da un punto di vista italiano, quindi, continueremo a lavorare anche sul versante economico: abbiamo impostato un forum economico che si tiene a Marrakech dove le aziende e le istituzioni italiane hanno un posto d’onore. Per cui svilupperemo ulteriormente gli aspetti economici che considero fondamentali anche nell’ottica del Piano Mattei.

Cosa farete su Gaza, dove l’Italia è già protagonista con il progetto Food for Gaza?

Proprio nei giorni in cui purtroppo venivano riconsegnati i corpi dei due fratellini, nella stessa aula parlamentare c’erano una delegazione parlamentare palestinese e una israeliana: questo la dice lunga sul ruolo di Pam, cioè un luogo di dialogo, di confronto anche acceso, ma sempre nel rispetto delle regole e della dignità di tutti. Quindi il nostro compito anche su Gaza sarà quello di continuare nel dialogo e per questa ragione abbiamo ospitato a Roma l’assemblea plenaria. Come Italia siamo amici di tutti e vogliamo dialogare con tutti in modo da raggiungere una pace giusta.

Mediterraneo, Europa ma anche Balcani: come rafforzare i processi di modernizzazione e allargamento?

I Balcani sono già presenti, e alcuni Paesi-chiave, come anche quelli del Caucaso, conoscono la piattaforma fornita da Pam. Il nostro è un forum che pur non coinvolgendo formalmente Commissione e Parlamento europeo, vede il proprio ruolo riconosciuto anche dalle Istituzioni comunitarie: ne sono testimonianza la presenza alla plenaria della commissaria europea per il Mediterraneo Dubravka Šuica di due europarlamentari, l’italiano Razza e l’austriaco Lopatka, relativamente a capo degli intergruppi che si occupano di Maghreb e Golfo. Noi, come già stiamo facendo, possiamo portare le buone pratiche legislative ai Paesi membri.

A proposito di Golfo, vista anche la concomitanza del Business Forum a Roma tra Italia ed Emirati Arabi Uniti. Come unire Mediterraneo e Golfo, area strategica anche da un punto di vista geopolitico?

Nel Mediterraneo il Golfo è strategico dal punto di vista geopolitico, soprattutto perché ci sono alcune comunanze culturali soprattutto con i Paesi arabi. Lì abbiamo i principali territori che hanno originato le tre principali religioni dell’area. Cioè l’Arabia Saudita che è entrata come membro associato, dove ha sede la Mecca; abbiamo l’Italia con il Vaticano; abbiamo Palestina e Israele con Gerusalemme. Per cui l’area è importantissima anche sotto il profilo culturale. Possiamo avere un dialogo completo, anche nella diversità, con questi Paesi dove alcuni Parlamenti hanno solo una funzione consiliare. Ma nonostante questa diversità, come ho sottolineato nel mio discorso di conclusione, dovremo essere capaci di puntare al minimo comune denominatore, ovvero ai tratti che abbiamo in comune per andare avanti insieme: insieme navighiamo, mentre da soli rischiamo di affondare.


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