La divisione della mobilità del defunto colosso immobiliare era tra i pochi asset sopravvissuti. Ma ora gli investitori sembrano averla abbandonata al suo destino
Il solo nome, in Cina come nel resto del mondo, evoca disastri, malaffare, ingiustizie. Evergrande rimane ancora il simbolo indiscusso della grande crisi industriale cinese. Eppure, c’è ancora una parte sana rimasta all’indomani del fallimento del più grande gruppo immobiliare cinese, quando il governo di Pechino decise di fare a pezzi la società per provare a liquidare i creditori. O meglio, c’era. Ed è quella relativa alla produzione di auto elettriche, conosciuta come China Evergrande New Energy Vehicle.
Che cosa è successo? Semplice, la divisione per la mobilità green del fu colosso immobiliare, è da qualche mese precipitata in una grave crisi immobiliare, tanto dall’essere costretta a mettersi alla ricerca forsennata di nuovi investitori. I quali però hanno deciso di darsi alla macchia, declinando l’invito a sostenere il rilancio del produttori di veicoli elettrici. Il motivo è presto spiegato: China Evergrande New Energy è talmente malmessa che nessuno se le è sentita di mettere soldi.
“Le difficili condizioni in cui sta operando la società”, ha spiegato una fonte molto vicina al dossier, interpellata da Reuters, “non ha certamente facilitato questo processo di ricerca di nuovi capitali”. E pensare che Evergrande aveva un piano ambizioso per debuttare nel campo delle auto elettriche ma, complice la crisi del mercato immobiliare che ha investito il Dragone negli ultimi anni, ha poi dovuto rivedere la propria strategia.
Fino al punto che gli investitori, già la scorsa estate, avevano chiesto che il tribunale ne dichiarasse il fallimento. Le cose erano andate diversamente e la caccia a nuove risorse era proseguita. Forte della voglia di lanciarsi in un mercato, quello delle auto elettriche, che sta mettendo a soqquadro l’automotive mondiale. L’idea di Evergrande di lanciarsi nell’auto elettrica nasce infatti ufficialmente il 28 agosto del 2019. Tra anni dopo, nel marzo del 2022, la casa cinese ha ottenuto l’autorizzazione alla commercializzazione di un Suv, chiamato Hengchi 5. Forse era già il canto del cigno.