Il segretario alla Difesa americano precederà il vicepresidente nella prima visita in Ue. A Bruxelles siederanno assieme circa 50 Paesi che sostengono la difesa dell’Ucraina e che ascolteranno le parole del segretario (atteso da un bilaterale con Crosetto) nell’ottica di potenziali cambiamenti da parte della politica americana. Sul tavolo anche il tema delle spese dei singoli Paesi della Nato
Il segretario alla Difesa americana Pete Hegseth inizierà lunedi prossimo un viaggio di una settimana in Germania, Belgio e Polonia per tastare il polso agli alleati europei (anche in chiave Alleanza Atlantica) e ragionare insieme su tematiche strategiche come il rafforzamento della deterrenza, il supporto alle zone di crisi e gli interessi legati alla sicurezza nazionale di Usa e Ue. All’interno di questa missione è prevista la partecipazione alla riunione ministeriale della Nato a Bruxelles, dove ci sarà anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, con cui terrà un bilaterale. La visita di Hegseth precederà la visita a Monaco del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance, per la Conferenza sulla sicurezza di Monaco in programma il 14.
I temi in agenda
In questa sua prima visita nel vecchio continente Hegseth solleciterà gli alleati ad incrementare la spesa per la difesa, “aumentare la leadership europea ed espandere la capacità della base industriale della difesa su entrambe le sponde dell’Atlantico”. In occasione della riunione denominata dell’Ukraine Defense Contact Group, (UDCG) o Ramstein Format, la prima presieduta dal Regno Unito con il segretario alla Difesa John Healey che si terrà il 12 febbraio, Hegseth confermerà l’impegno annunciato da Donald Trump per una fine diplomatica della guerra a Kyiv il più rapidamente possibile e, al contempo, ribadirà l’urgenza di una maggiore leadership europea nell’assistenza alla sicurezza in Ucraina. A Bruxelles siederanno assieme circa 50 Paesi (anche extra Nato) che sostengono la difesa dell’Ucraina e che ascolteranno le parole del segretario alla Difesa nell’ottica di potenziali cambiamenti da parte della politica americana. Il tema delle spese dei singoli paesi in seno alla Nato non è in questo senso secondario.
Il viaggio
In Germania Hegseth visiterà il quartier generale dell’US European Command (Useucom) e dell’US Africa Command (Africom) e incontrerà anche i militari americani di stanza in Germania per riaffermare l’impegno dell’amministrazione nei confronti della loro missione. Dopo il vertice Nato si sposterà in Polonia, per analizzare sia la cooperazione bilaterale in materia di difesa, sia l’attività del governo locale finalizzata alla difesa del fianco orientale della Nato. La Polonia, dall’attacco russo all’Ucraina in poi, ha visto accrescere esponenzialmente il proprio peso specifico e oggi è vista oltreoceano come un modello negli investimenti in difesa.
Le posizioni in campo
Ieri in un briefing al Pentagono Hegseth ha osservato che il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’attacco contro Israele del 7 ottobre 2023, guidato da Hamas, sono tutti eventi che, a suo avviso, “hanno eroso la percezione della forza americana e un tale declino aumenta i rischi per la stabilità globale”. Per poi spiegare più esplicitamente la sua posizione: “Il caos accade quando la percezione della forza americana non è completa. E quindi puntiamo a ristabilire quella deterrenza”.
Circa il dossier ucraino, che Trump ha più volte detto di poter riuscire a chiudere nel breve periodo, va ricordato che il presidente americano e Putin si sono incontrati l’ultima volta a Helsinki nel 2018. Recentemente Trump ha affermato che Zelensky avrebbe dovuto trovare un accordo con il presidente russo per evitare la guerra, aggiungendo che se fosse stato lui in carica tre anni fa non avrebbe permesso la nascita del conflitto. Inoltre Trump ha ricompreso anche la Russia nei Paesi destinatari dei suoi prossimi provvedimenti sui dazi, con preciso riferimento ai prodotti petroliferi. Sul punto si segnalano le parole del nuovo inquilino della Casa Bianca, secondo cui l’alleanza OPEC+ e l’Arabia Saudita dovrebbero ridurre i prezzi del petrolio proprio per spingere Putin a terminare la guerra. Passaggio non condiviso da Mosca, secondo cui il conflitto riguarda solo la sicurezza russa e non il prezzo del petrolio.