La banca guidata da Carlo Messina si appresta a toccare i 9 miliardi di profitti. Nel mentre distribuirà agli azionisti dividendi per 6,1 miliardi. Avanti tutta con il credito alle Pmi e disimpegno quasi completato dalla Russia
Ancora un anno record per Intesa Sanpaolo. La prima banca italiana per capitalizzazione si è lasciata alle spalle conti archiviati con un utile netto di 8,7 miliardi di euro (+12,2% sul 2023) e che hanno messo il board guidato da Carlo Messina nelle condizioni di proporre agli azionisti, in vista della prossima assemblea, dividendi complessivi per 6,1 miliardi di euro, tra i 3 miliardi di acconto pagati a novembre e 3,1 miliardi di saldo da pagare a maggio 2025, unitamente a un buyback (riacquisto di azioni proprie) da avviare a giugno 2025 per 2 miliardi di euro.
Sui numeri del 2024 hanno comunque avuto il loro peso ancora gli interessi, risultati pari nel 2024 a 15,7 miliardi di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai 14,7 miliardi del 2023. Le commissioni nette, invece, ammontano a 9,3 miliardi, in aumento del 9,4% rispetto ai 8,5 miliardi del 2023. Nel dettaglio, si registra una crescita dell’1,7% per le commissioni da attività bancaria commerciale e del 12,5% per le commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza.
Anche dal punto di vista del patrimonio ci sono buone notizie. La banca torinese, reduce dalla messa a terra di un piano da 200 miliardi destinato alle piccole e medie imprese, oggi vanta una “patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi”, si legge nella nota che accompagna il bilancio. Deducendo dal capitale 3 miliardi di euro di acconto dividendi 2024 pagato a novembre 2024 e i 3,1 miliardi di euro di saldo dividendi 2024 proposto all’assemblea dal board, il Common Equity Tier 1 ratio di Intesa è risultato pari al 13,9%, al 13,3% deducendo anche 2 miliardi di euro di buyback autorizzato dalla Bce.
Tutto questo ha permesso alla banca di ribadire come l’attuazione del piano al 2025 “procede a pieno ritmo, con una prospettiva di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi di euro”. Non è finita. Guardando al sostegno all’economia reale, nel corso del 2024 sono stati erogati 70 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine, con 43 miliardi in Italia. Di questi 38 miliardi sono stati concessi a famiglie e piccole e medie imprese. Andando oltre i conti del 2024, ci sono due fronti che meritano attenzione.
Il primo è la continua crescita di Isybank, la banca digitale di Intesa, stima di poter centrare il traguardo di un milione di nuovi clienti entro il 2025, “con un apporto aggiuntivo di circa 200 milioni di euro al risultato corrente lordo entro il 2025”. Il secondo aspetto è l’ormai quasi definitivo disimpegno dalla Russia. L’esposizione di Intesa è “diminuita di circa l’89% (oltre 3,2 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo”. Nel dettaglio, post rettifiche di valore, l’esposizione creditizia on-balance cross-border verso la Russia è pari a 350 milioni di cui 340 verso clientela, al netto di 700 milioni di garanzie di Export Credit Agencies.
Il ceo Messina ha poi, in conferenza stampa, speso parole sui recenti movimenti nel sistema bancario (offerta di Mps su Mediobanca, tentata scalata di Unicredit al Banco). “Non abbiamo alcuna intenzione di partecipare a fusioni e acquisizioni nel mercato italiano, siamo lontani da questa confusione. Anche sul fronte Antitrust sarebbe difficile creare valore. Vogliamo restare concentrati sulle nostre promesse e arrivare a questo risultato ben superiore a 9 miliardi di euro di utile netto. Dobbiamo gestire bene il mix ed essere ben concentrati”.