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Leonardo, Rheinmetall o realtà d’oltreoceano? Chi punta su Iveco Defence Vehicles

L’annuncio dello spin-off di Iveco Defence Vehicles da parte dell’ceo del gruppo Iveco, Olof Persson, ha acceso i riflettori su un possibile riassetto dell’industria della difesa terrestre. L’operazione potrebbe favorire un consolidamento strategico nel settore, con Leonardo e Rheinmetall tra i potenziali acquirenti. Intanto, anche partner internazionali, inclusi gli Usa, riflettono sulle potenzialità dell’asset

L’annuncio da parte dell’amministratore delegato del gruppo Iveco, Olof Persson, del possibile scorporo delle attività della Difesa, che comprende soprattutto Iveco Defence Vehicles (Idv), attraverso uno spin-off, è stato letto soprattutto alla luce dei risultati in Borsa registrati dal titolo, che ha subito consistenti rialzi. Tuttavia, l’operazione è tutt’altro che meramente finanziaria, e anzi potrebbe rappresentare solo l’inizio di una fase di consolidamento industriale in un settore, quello della difesa terrestre, da più parti indicato come indispensabile per le nuove esigenze di sicurezza del Vecchio continente.

Se questo consolidamento, però, sarà completamente made in Italy o se, invece, vedrà l’interesse di realtà straniere, sempre di partner e alleati, è ancora da vedere. Intanto, è importante anche il veicolo che si è scelto di utilizzare per questo scorporo. Lo spin off della divisione Difesa, infatti, è il modo più semplice per valorizzare la realtà, riducendo al contempo le probabilità che il governo italiano possa impiegare il proprio Golden power su potenziali acquisizioni estere, al netto del fatto che un eventuale impiego di questo strumento potrebbe comunque limitarsi a porre dei paletti entro i quali svolgere le operazioni di mercato.

Questa apertura pone in qualche modo un interrogativo sulla possibilità che a sfruttare la possibilità di acquisire la nuova realtà sia Leonardo. L’amministratore delegato di Monte Grappa, Roberto Cingolani, ha più volte sottolineato l’importanza di arrivare a questo tipo di operazioni per consolidare specifici settori industriali. L’operazione Wass con Fincantieri ne è un esempio. Su Idv, era intervenuto direttamente, spiegando come l’azienda avrebbe analizzato “le sinergie che potranno essere implementate con Iveco” a valle dell’accordo con Rheinmetall sulla joint venture per il settore terrestre. Una questione che avrebbe dovuto essere condivisa anche con il nuovo partner tedesco, sottolineando come “probabilmente ci potrà essere un interesse congiunto”.

Oltre a Leonardo, potrebbe interessarsi a un’eventuale acquisizione anche la stessa Rheinmetall. Qui potrebbero valere anche riflessioni relative alla capacità produttiva delle industrie della difesa, riconosciuto quale problematica principale da affrontare quando si parla di procurement militare. Gli attuali tempi di consegna degli asset non sono compatibili con le esigenze dimostrate da tutte le Forze armate europee e non solo. Una richiesta avanzata da quasi tutti i governi europei all’industria è quella di produrre di più e più velocemente. Acquisire una realtà come Idv potrebbe rappresentare un modo per ridurre i tempi di consegna moltiplicando la capacità produttiva.

In generale il comparto dell’aerospazio e della difesa sta vedendo una crescita importante dei budget allocati, e una realtà come Idv può rappresentare un investimento interessante, soprattutto visto l’attivismo italiano in campo terrestre scaturito dal programma per i nuovi carri e i blindati per l’Esercito. La nascita del nuovo polo terrestre congiunto italo-tedesco, che tra l’altro avrà la sua sede operativa in Italia, a La Spezia, rappresenta un ulteriore tassello nell’importanza che un’acquisizione di Idv potrebbe rappresentare per il comparto italiano.

Naturalmente da parte delle istituzioni potrebbe essere preferibile una operazione tutta italiana. Ma l’annuncio di Persson ha scatenato un interesse verso l’asset che non si ferma alla sola Italia, né alla sola Europa. Idv, infatti, è un fornitore importante anche del Pentagono, una fiducia che potrebbe portare a interessarsi dell’operazione anche partner d’oltreoceano. Non è un caso che a gennaio, l’incaricato d’affari dell’ambasciata statunitense in Italia, Shawn Crowley, abbia visitato le aziende dell’area di Bolzano, chiedendo di visitare anche gli stabilimenti di Iveco Defence Vehicles


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