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Meno auto, più munizioni. Cosa dice la riconversione degli impianti di Rheinmetall

La difesa europea si rafforza e Rheinmetall segue il trend, trasformando le fabbriche di Berlino e Neuss in poli ibridi per la produzione militare. Con il settore automotive in calo, l’azienda punta su armi e munizioni per sostenere la crescita

Rheinmetall spinge sulle munizioni. Il principale produttore europeo di munizioni, sta riconvertendo due dei suoi stabilimenti automobilistici in Germania per adattarsi alla crescente domanda di equipaggiamenti per la difesa. Secondo l’annuncia della società tedesca le fabbriche di Berlino e Neuss, attualmente dedicate alla produzione di componenti per l’industria automobilistica, verranno trasferite alla divisione Armi e Munizioni della società. Pur mantenendo una quota di produzione civile, questi impianti saranno trasformati in stabilimenti ibridi, con un focus sulla fornitura di componenti meccanici per uso militare. L’azienda ha però escluso la lavorazione di materiali esplosivi in queste due fabbriche.

“Gli impianti beneficeranno della forza industriale che il Gruppo Rheinmetall possiede come importante fornitore di attrezzature militari, nonché dell’elevata domanda da parte dei clienti in Germania e nel mondo”, ha dichiarato il gruppo a Reuters. La decisione di Rheinmetall riflette il mutato scenario geopolitico e il conseguente bisogno di un incremento della spesa militare in Europa, esacerbato dalle tensioni tra Stati Uniti e Russia riguardo alla guerra in Ucraina. L’azienda beneficia della crescente domanda di armamenti a livello nazionale e internazionale, come evidenziato dall’aumento del suo utile operativo nel settore delle armi e munizioni, quasi raddoppiato a 339 milioni di euro nei primi nove mesi del 2024. Al contrario, la divisione automobilistica ha registrato un calo del 3,8%, con profitti pari a 74 milioni di euro.

In Europa la spesa per la difesa continua a crescere, e non sembra che quetso trend sia destinato a cambiare presto. Attualmente, solo 23 dei 32 membri della Nato hanno raggiunto l’obiettivo del 2% del Pil destinato alla difesa, ma le pressioni internazionali stanno accelerando gli investimenti militari. Il nuovo presidente statunitense Donald Trump ha sollecitato gli alleati a portare questa quota al 5%, e si stima che per colmare il gap lasciato dai sotto-investimenti potrebbe richiedere circa 800 miliardi di euro.

Il caso di riconversione industriale annunciato da Rheinmetall non è un unicum. All’inizio di febbraio, Knds Deutschland ha annunciato l’acquisizione di uno stabilimento industriale ferroviario a Görlitz, attualmente di proprietà di Alstom, con l’intenzione di riadattarlo alla produzione di veicoli blindati. La chiusura della produzione ferroviaria è prevista per il 2026, mentre Knds avvierà gradualmente le nuove attività nello stesso periodo, investendo decine di milioni di euro nella struttura. Il sito verrà utilizzato per produzione di carri armati “Leopard II”, semoventi Rch155 e Ifv “Puma” e “Boxer”. Si prevede che il nuovo impianto raggiunga la piena capacità produttiva entro l’inizio della prossima decade.


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