Considerato un fedelissimo del presidente Trump, l’ex funzionario del Consiglio per la sicurezza nazionale gestirà la macchina di Langley. Dai suoi scritti alla Heritage Foundation emerge la priorità attribuita alla Cina
Ieri Michael Ellis si è insediato come vicedirettore della Central Intelligence Agency, la principale agenzia di spionaggio nella comunità d’intelligence degli Stati Uniti. “Michael è molto rispettato nella comunità dell’intelligence e si colloca tra i migliori professionisti della sicurezza nazionale”, ha dichiarato il direttore John Ratcliffe. “Conoscendo Michael da molti anni, sono davvero entusiasta di dargli il benvenuto a Langley”. Il numero due di Langley, la cui nomina spetta al presidente e non richiede il voto di conferma del Congresso, è da sempre considerato l’uomo che guida la macchina dell’agenzia. Si è trattato di una scelta che ha ottenuto consenso diffuso nell’amministrazione, ha scritto il Washington Post.
Il curriculum
Ellis, 40 anni, considerato un fedelissimo del presidente Donald Trump, è stato general counsel della National Security Agency, senior director per i programmi di intelligence al Consiglio per la sicurezza nazionale e general counsel della commissione Intelligence della Camera sotto la presidenza del deputato repubblicano Devin Nunes. È stato anche funzionario di intelligence nella US Navy Reserve. È stato consulente legale del sito di streaming video Rumble, che ospita anche il social Truth di Trump e guidato da Nunes.
Le tensioni con Bolton
Quando era al Consiglio per la sicurezza nazionale gli è stato affidato il compito di rivedere il manoscritto di The Room Where It Happened, un libro di memorie scritto dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, che non risparmiava critiche al presidente Donald Trump. Successivamente è emerso come almeno metà delle voci che Ellis aveva contrassegnato come classificate potevano non esserlo quando Bolton aveva scritto il suo libro.
I suoi scritti
Ellis è stato visiting fellow presso il think tank trumpiano Heritage Foundation, dove ha contribuito alla stesura del capitolo sull’intelligence del Project 2025 secondo il Washington Post. Dai suoi scritti emerge la priorità della Cina. A ottobre 2023 accusava l’amministrazione Biden di essere molto vulnerabile in quanto “ha mostrato debolezza di fronte alle molteplici forme di aggressione della Cina comunista” e ha rinunciato alla leadership americana nella lotta contro l’influenza del Partito comunista cinese. Ad agosto dello stesso anno, invece, criticava la decisione dell’amministrazione Biden di cancellare la China Initiative del dipartimento di Giustizia, un’iniziativa accusata da più parti di discriminazione. Ad aprile 2022, due mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, assieme a Dustin Carmack, capo della sicurezza di Meta e al timone del Project 2025, suggeriva di non creare ostacoli burocratici alle operazioni che potrebbero aiutare a fermare gli attacchi russi prima che iniziassero.
Il primo messaggio ai suoi
In un messaggio al personale di Langley, Ellis, appena insediotosi, ha espresso il suo entusiasmo nell’entrare a far parte della leadership dell’agenzia. “L’America ha bisogno di una Cia forte, capace e aggressiva. Sotto la guida del presidente Trump e del direttore Ratcliffe, sfideremo e pretenderemo il meglio dai guerrieri silenziosi dell’America. Come parte di questa sfida, ci aspettiamo che il vostro lavoro sia privo di politica, pregiudizi o qualsiasi altra distrazione”, ha scritto.