La neonata Information Support Force (Isf) mira a garantire la superiorità informativa e l’integrazione delle operazioni congiunte nella Pla. Ma per farlo, dovrà superare ostacoli decennali
Il 2024 è stato un anno di grandi cambiamenti per la People’s Liberation Army (Pla). Tra questi cambiamenti spicca la profonda riorganizzazione avvenuta nella primavera dello scorso anno, quando il ramo della Strategic Support Force è stato disciolto per dare origine a tre nuovi enti interni alla Pla: l’Aerospace Force, il Cyberspace Force, e l’Information Support Force (Isf). Mentre se nei primi due casi non è difficile capire quali siano a grandi linee gli obiettivi e i domini di riferimento delle neo-istituite strutture militari, nel caso dell’Isf le linee di confine sono più sfumate e meno nitide. Ma questo non vuol dire che l’Isf sia meno importante degli altri due, anzi.
La sua istituzione rappresenta infatti “un passo fondamentale nell’evoluzione della strategia militare cinese e nella visione di Xi per le forze armate”, secondo l’interpretazione fornita da Tye Graham, ricercatore senior presso i BluePath Labs e ufficiale dell’esercito americano in pensione, e da P.W. Singer, politologo esperto dei processi di innovazione militare del XXI secolo e strategist presso il think thank New America, in un articolo scritto a quattro mani per DefenseOne.
D’altronde sostenere una tesi contraria potrebbe essere difficile, se non addirittura impossibile. Numerosi sono gli elementi che suggeriscono o confermano l’importanza del nuovo braccio della Pla. A partire dalla ben pubblicizzata visita al quartier generale dell’Isf condotta nel dicembre del 2024 dallo stesso segretario del Partito Comunista Cinese Xi Jinping, durante la quale ha chiesto di impegnarsi per costruire un braccio della Pla “forte e modernizzato e di realizzare lo sviluppo a macchia d’olio del sistema informativo di rete dell’esercito cinese”. Parole che riecheggiano il termine di “Informatized warfare” che ha dominato per anni i documenti militari cinesi. Prima di essere recentemente sostituito dalla locuzione “Intelligentized warfare”, sostituzione che ha portato con sé importanti novità nello sviluppo militare di Pechino.
Ma quali sono esattamente i compiti a cui l’Isf deve assolvere? Graham e Singer hanno fornito delle possibili risposte, traendo informazioni dalle parole pronunciate da Xi o da altre fonti istituzionali dell’apparato militare della Repubblica Popolare. Primo di questi compiti è, come già accennato, “costruire e gestire un sistema informativo di rete in grado di supportare operazioni congiunte e multidominio in qualsiasi ambiente conteso e sotto qualsiasi attacco nemico”. Nella guerra del ventunesimo secolo il flusso costante di informazioni è un elemento necessario per la conduzione di operazioni militari in modo efficiente; l’assenza o la relativa debolezza di tale flusso potrebbero inficiare qualsivoglia tipo di azione bellica. Il sistema informativo della Pla deve essere dunque resiliente, capace di operare in ambienti contesi, e pronto a gestire attacchi (anche simultanei) su domini diversi, come quello elettronico, quello cibernetico e quello puramente fisico. Ed è l’Isf a dover garantire tutto ciò.
Non solo resilienza, ma anche trasversalità. Dalle parole di Xi così come dai documenti ufficiali della Pla emerge come l’Isf sia responsabile di garantire l’integrazione tra i servizi militari e di migliorare le capacità operative congiunte. “L’interoperabilità è stata a lungo una sfida per le forze armate di Pechino, che ha a lungo sofferto di una frammentazione strutturale e operativa”, notano Singer e Graham, “Lo scioglimento della Forza di Supporto Strategico ha messo in luce le inefficienze delle strutture centralizzate, spingendo alla creazione dell’Isf come entità indipendente accanto alla Cyber Force e alla Aerospace Force. L’Isf contribuirà a collegare le capacità offensive della prima con le risorse di sorveglianza e ricognizione della seconda”.
Ma l’Isf ha anche un altro compito, altrettanto cruciale: quello di agire da motore dell’innovazione e di integratore di tecnologie all’avanguardia come l’Intelligenza Artificiale, big data, misure avanzate di cybersecurity e sistemi unmanned. Tutte capacità toccate dagli esperti militari cinesi nei loro interventi. E la strategia di fusione militare-civile promossa da Pechino potrebbe facilitare il ruolo dell’Isf, poiché attenua le carenze di personale in aree tecniche critiche, accelerando al contempo l’adozione di tecnologie avanzate.
Nel raggiungere gli obiettivi preposti ci sono tuttavia degli ostacoli da superare. “La cultura di comando centralizzata della Pla può soffocare l’innovazione e la rapidità del processo decisionale, in particolare in un settore che vive di agilità”, notano gli autori dell’articolo su DefenseOne, “Non è un’impresa da poco mantenere in funzione le reti in caso di continui attacchi informatici e di guerra elettronica. Né lo è integrare nuove tecnologie come l’analisi predittiva guidata dall’intelligenza artificiale e il monitoraggio automatizzato delle reti. Inoltre, la sua rapida creazione, così presto dopo lo scioglimento della Strategic Support Force, suggerisce che durante la transizione potrebbe esserci un periodo di instabilità organizzativa, catene di comando poco chiare e lacune nelle capacità. E sebbene l’Isf tragga vantaggio dalla strategia di fusione militare-civile della Cina, la dipendenza dalle competenze civili potrebbe esporre le vulnerabilità in tempi di conflitto più intensi”. Sarà soprattutto la capacità di bilanciare con successo questi sforzi a determinare l’effetto che le Isf avranno sulle future capacità della Pla.