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Spese per la difesa. Anche Scholz apre alla deroga dei limiti al debito

Si può discutere la proposta della presidente della Commissione europea ma “non è possibile aumentare le spese militari aumentando il debito”, ha spiegato il cancelliere tedesco nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco

È arrivato anche il sì di Olaf Scholz, alla fine. Si può discutere la proposta della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di scorporare le spese per la difesa dal Patto di stabilità ma “non è possibile aumentare le spese militari aumentando il debito”, ha spiegato il cancelliere tedesco nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Il leader socialdemocratico, che i sondaggi suggeriscono lascerà l’incarico dopo le elezioni della prossima settimana al cristiano-democratico Friedrich Merz, ha richiamato la necessità di “una forte industria militare europea” e si è detto convinto che il prossimo governo (che auspica di guidare) approverà una legge che consentirà alle spese per la difesa di essere esentate dai limiti sull’indebitamento previsti dalla Costituzione. E ancora: “Non rinunceremo all’integrazione transatlantica delle nostre industrie della difesa. Continueremo a comprare nuovi equipaggiamenti militari americani in futuro”.

Ieri il governo italiano aveva accolto con favore la decisione di von der Leyen rivendicando la proposta sulla flessibilità del Patto di stabilità. “Ci permetterà di lavorare meglio come italiani e come europei e mantenere gli impegni presi con la Nato”, ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Al Financial Times, il presidente francese Emmanuel Macron aveva definito “obsolete” per un’Europa che deve “accelerare” le regole della zona euro che limitano il deficit pubblico di un Paese al 3% del prodotto interno lordo.

Esistono due tipi di clausole di salvaguardia previste dal Patto di stabilità e crescita, che si potrebbero utilizzare per favorire gli investimenti nella difesa: la clausola generale di salvaguardia con una deroga per tutti all’applicazione delle regole e le clausole nazionali con le quali ciascun Paese chiede invece una deroga per sé ai paletti. La clausola generale era stata attivata nel 2020 con la pandemia del Covid e lo stop è stato poi rinnovato fino a fine 2023. Tornato in vigore il Patto con il 2024, è nel frattempo stato raggiunto l’accordo sulla riforma e il quadro normativo è cambiato. Nelle nuove regole, la clausola generale di salvaguardia può essere attivata per una “grave recessione”. Per questo, la strada che si potrebbe seguire è quella che vede ogni Paese richiedere la clausola di salvaguardia nazionale per aumentare la spesa nella difesa al ritmo desiderato.


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